La “classica delle foglie morte” conclude, come di consueto, la stagione del ciclismo ad altissimo livello: l’edizione 2021 del Giro di Lombardia capovolge il percorso, partendo da Como e arrivando a Bergamo, con tantissime salite e pendenze da scalatori. Lo conquista Tadej Pogacar: il film della corsa. 

GIRO DI LOMBARDIA 2021: POGACAR SCONFIGGE MASNADA

Il Lombardia si capovolge: dopo tanti anni, l’arrivo di Como diventa la partenza di una corsa durissima, con 4.500m di dislivello e tantissime salite dalle pendenze dure quand’anche durissime. Si parte dalla città lariana e si arriva a Bergamo, nella città alta, dopo 239km. Il primo ostacolo è il Ghisallo, affrontato dal versante al 3.9% di Asso, per poi salire verso Roncola (9.4km al 6.6%), Berbenno (6.8km al 4.6%), Dossena (11km al 6.2%), Zambla Alta (9.5km al 3.5%, tratto finale al 7%) e la durissima ascesa verso il Passo di Ganda: 9.2km al 7.3%, con gli ultimi tre km al 10% e un tratto al 15%. Si scollina a 32km dall’arrivo, per poi avviare la discesa verso Nembro e il tratto pianeggiante che porta allo strappo di Bergamo Alta, che potrebbe essere decisivo: da lì mancheranno 3.2km all’arrivo, la strada verso il trionfo. Parte subito una fuga: all’attacco Champion (Cofidis), Bakelants (Intermarché-Wanty), Wellens (Lotto), Hamilton (DSM), Bais (Androni), Novak (Bahrain), Garosio (Bardiani), Campenaerts (Qhubeka), Ghebreigzabhier (Trek) e Orrico (Vini Zabù-KTM). Per loro un margine massimo di sei minuti, mentre dietro si susseguono cadute e scatti: ritiro per Cosnefroy, cadono anche Lutsenko e Formolo tra gli altri. Scatti su scatti nel gruppo, mentre tirano INEOS e Trek: Masnada è uno dei più attivi, ma non parte nessun gruppetto. In compenso, il gruppo si avvicina: prima a due minuti, per poi riprendere la fuga nel tratto che porta verso il Ganda.

Tenta un allungo Rota, senza esito, mentre Benoot fa un grande lavoro riducendo il gruppo dei migliori a 25 corridori: sul Passo di Ganda cedono Evenepoel, Vlasov, Almeida e Pinot, poi arriva l’attacco di Vincenzo Nibali. Lo Squalo saggia le condizioni dei rivali, poi effettua un secondo scatto secco: reagiscono Pogacar, Sivakov, Bardet e Masnada, e lo sloveno fa subito il vuoto. Nessuno regge il ritmo di Pogacar, che arriva al tratto duro con 21” e allunga ancora: si forma alle sue spalle un gruppetto con Valverde, Masnada, Woods, Roglic, Bardet, Gaudu, Alaphilippe e Vingegaard, tirato proprio dall’italiano che limita i danni. Il vincitore del Tour scollina con 35” e ha il suo destino in pugno: Alaphilippe tenta un timido scatto, che mette in difficoltà Roglic e Vingegaard, ma il vero scatto è di Masnada. Il lombardo, che corre sulle strade di casa, è scatenato: nella discesa verso Nembro rischia tantissimo e arriva a 10” da Pogacar, mentre il gruppetto dei migliori affonda a 48” nonostante il lavoro di Vingegaard per Primoz Roglic.  A 16km dall’arrivo, il duo si ricompone: Masnada completa il suo capolavoro e aggancia Pogacar, mettendosi a ruota dopo aver recuperato mezzo minuto in discesa. Il gruppo degli inseguitori arriva fino a 28” tirando con la doppia fila, poi perde l’accordo: scatti, controscatti e stop riportano gli otto corridori a 44” dai primi due, che si giocano il successo. Sullo strappo di Bergamo Alta, con pendenze in doppia cifra, lo sloveno tenta l’allungo, però Masnada non molla: si giocherà tutto allo sprint. Crollano invece Roglic e Yates nel gruppetto degli inseguitori, dopo l’azione di Woods e Bardet.

Lo sprint premia Tadej Pogacar, che non fa prigionieri e conquista anche il Lombardia, dopo la Liegi e il Tour, imitando Merckx, che conquistò lo stesso tris nel 1971 e nel 1972: secondo Masnada, che non corona il suo sogno da padrone di casa. Nel gruppetto alle loro spalle, è il rientrante Roglic a lanciare la volata per il terzo posto: lo sloveno parte troppo lungo e viene sconfitto da Adam Yates, chiudendo in 4a posizione. Seguono, nel gruppetto a 51”, Valverde, Alaphilippe, Gaudu, Bardet e Woods: 10a posizione per Higuita, arrivato a 2’25” in un gruppetto che comprendeva anche Nibali e Lorenzo Fortunato. Chiude a 3’13” Remco Evenepoel, grande deluso di giornata.

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Marco Corradi
31 anni, un tesserino da pubblicista e una laurea specialistica in Lettere Moderne. Il calcio è la mia malattia, gli altri sport una passione che ho deciso di coltivare diventando uno degli Azzurri di Gloria. Collaboro con AlaNews e l'Interista

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