Molti sono rimasti sorpresi dal caso di Simone Innocenti, giovane corridore della Dimension Data for Qhubeka che ha rinunciato a terminare il Giro d’Italia Under 23 per prepararsi al meglio per conseguire la maturità scolastica. Un episodio davvero particolare.
LA SCELTA DI SIMONE
Nell’immaginario collettivo, il sostantivo “scuola” difficilmente coesiste in armonia con il termine “ragazzi”. Solitamente, prevale il luogo comune dei giovani più dediti a divertirsi che a cimentarsi nelle “sudate carte” leopardiane. Figurarsi poi, se oltre ai consueti compiti, bisogna anche preparare lo spauracchio di tutti i diciannovenni, la maturità. Sarà anche vero che “la matura paura non ne fa”, come si suole cantare in una sorta di rito propiziatorio prima di immergersi nelle difficoltà dell’esame. Tuttavia, chi non ha mai sognato che il mese tutto studio e stress volasse via? Chi non ha sperato nel mezzo di qualche crisi non sottoporsi ad un simile test? Pensando dunque alla generale tensione che si respira tra i ragazzi in questo periodo, sorprende la decisione di Simone Innocenti di non mancare all’esame scolastico più importante. Avrebbe potuto aggirare l’ostacolo portando a compimento il primo Giro d’Italia Under 23 della sua carriera. Una corsa che stava onorando aiutando i compagni della Dimension Data for Qhubeka ed indossando la Maglia Nera appartenente all’ultimo in classifica. Eppure, al divertimento impegnativo delle due ruote ha anteposto il dovere di completare gli studi all’Istituto Tecnico Agrario Anzillotti di Pescia (PT). Simone ha commentato la sua decisione di lasciare la gara al termine della 4a tappa con grande semplicità: «Sono tornato a casa per prepararmi in vista degli esami, che iniziano il 20 giugno. Trovo più faticoso stare sui libri che in sella, per la bicicletta nutro una pura passione e tutto viene più “semplice”. Lasciare la corsa rosa mi è dispiaciuto molto perché avrei potuto aiutare i miei compagni di squadra e continuare a lottare per la maglia Pinarello. Mi ci stavo affezionando. La scuola però chiama e già da un mesetto avevo deciso che mi sarei fermato a conclusione della quarta tappa. Il mio primo Giro è comunque stato una fantastica esperienza che mi ha permesso di imparare molto sul ciclismo».
UNA DECISIONE CONTROCORRENTE
Indubbiamente, è una scelta tanto piacevole per la serietà del ragazzo, quanto coraggiosa per i precedenti. Non sono molti gli sportivi che hanno dato la precedenza agli studi, sia per decisioni personali, sia per l’accavallarsi di tanti impegni. Sorge immediatamente il paragone tra la decisione di Simone e quella presa da Gianluigi Donnarumma un anno fa, quando il portiere del Milan e dell’Under 21 preferì dedicarsi all’Europeo di categoria e alle vacanze anziché terminare il proprio percorso scolastico. Una presa di posizione criticata e discutibile, destinata a diventare un polverone. Allo stesso tempo, però, vanno ricordate le non poche perplessità sulla scelta dell’estremo difensore dell’Udinese, Simone Scuffet, di non trasferirsi all’Atletico Madrid per terminare gli studi in Friuli. Insomma, la materia scolastica abbinata allo sport ha sempre portato a reazioni differenti. Comunque, Innocenti ha preso la sua decisione, senza curarsi troppo di ciò a cui rinunciava, ma dando importanza ai propri valori etici. È importante saper mantenere la parola data, rispettare fino alla fine un impegno preso, anche se esso va ad interrompere un divertimento. È da uomini saggi e, appunto, maturi saper dare il giusto peso ad ogni cosa, assegnare a ciascuna occupazione una stagione della vita ben precisa. C’è un momento per lo studio ed uno per lo sport o il lavoro. Senza prendersi eccessivamente sul serio, questo ragazzo della Dimension Data for Qhubeka ha mostrato di possedere le basi per essere una persona affidabile. Poco importa se il futuro gli riserverà una carriera da campione o da semplice gregario, destinato ad esultare più per i successi altrui che per i propri. Il talento in bici è cristallino, con una predisposizione per la volata confermata dalle affermazioni degli ultimi dodici mesi. In ogni caso, il punto di partenza, a livello umano, è già di tutto rispetto.