Si entra nel vivo al Tour de France 2017. Ecco il resoconto della 16a tappa, condizionata dal forte vento laterale ed antipasto del duello sulle Alpi.

Tour de France

IL FILM DELLA 16a TAPPA

Al Tour de France nessuna tappa è banale. Nemmeno una frazione prevalentemente pianeggiante ed apparentemente destinata alla volata. Mai dare nulla per scontato perché la Grande Boucle può sempre stupire. Una dimostrazione di questa affermazione è la Le Puy-en-Velay-Romans-sur-Isère, 16o appuntamento di questo Tour. La tappa, mossa nella prima parte e poi prevalentemente pianeggiante, inizia con una serie di continui scatti e controscatti. Thomas De Gendt (Lotto-Soudal), Sylvain Chavanel (Direct Energie), Thomas Degand (Wanty-Groupe Gobert), Nicolas Edet (Cofidis) e Daryl Impey (Orica-Scott) si portano al comando, mentre la Maglia Verde Marcel Kittel (Quick Step Floors) va in affanno sul primo Gran Premio della Montagna. Il gruppo non lascia fuggire altri uomini, ma guadagna terreno sul tedesco, vincitore di ben cinque frazioni. Il ritmo imposto dalla Sunweb nel plotone con la Maglia Gialla e gli altri big fa svanire subito i sogni di gloria degli attaccanti di giornata, ad eccezione di Chavanel, ripreso qualche chilometro dopo. Colpi di scena in rapida successione: George Bennett si ritira ed Alberto Contador (Trek Segafredo) accusa un problema meccanico. Terminata la prima discesa, aumenta il vento laterale. Il mucchio di ciclisti si fraziona e Nacer Bouhanni (Cofidis) è costretto agli straordinari per rientrare. Ai meno 30 dal traguardo, esplode la corsa: si porta in testa la Trek Segafredo, seguita a ruota dal team Sky. Il gruppo Maglia Gialla si divide nuovamente con l’improvvisa accelerazione degli uomini di Chris Froome: Fabio Aru rischia di perdere contatto, mentre si staccano Daniel Martin (Quick Step Floors), Louis Meintjes (UAE Emirates) ed Alberto Contador. Nei chilometri finali, una volta avvenuta la selezione, si va verso lo sprint con una cinquantina di corridori. Ai meno due, ci prova Daniele Bennati (Movistar): il suo tentativo si esaurisce ai meno 600m. Poi tocca a Michael Matthews (Sunweb) ingaggiare e vincere un duello al fotofinish con il norvegese Edvald Boasson Hagen (Dimension Data) ed il tedesco John Degenkolg (Trek Segafredo). Quest’ultimo si lamenta con il vincitore per aver chiuso eccessivamente la sua traiettoria, ma alla fine la giuria conferma il verdetto della strada.

ARU PRESENTE

Non era una tappa semplice per Fabio Aru. Ancora una volta la Astana palesa qualche problema di troppo, specialmente nel finale. Tuttavia, il cavaliere dei quattro mori, memore dell’imboscata subita nella 14a frazione, non si fa sorprendere e va a riprendere le ruote dei migliori. I ventagli non regalano brutte sorprese stavolta. Domani, il sardo si giocherà le sue chance di vittoria finale. Il Galibier lo attende.

CRESCE CARUSO

Doveva essere un gregario fondamentale per la scalata alla Grande Boucle di Richie Porte, ma la rovinosa caduta del tasmaniano ha dato via libera a Damiano Caruso. Ed il ragusano sta dimostrando di essere un grande combattente. Il Tour sembrava ormai compromesso per la sua BMC ed invece, grazie alla tenacia del corridore italiano, può ancora sognare un piazzamento nei primi 10. Al momento, Damiano occupa la nona posizione, ad oltre 6 minuti da Chris Froome. Tuttavia, ora arrivano le tappe decisive e potrebbero esserci sorprese clamorose. Caruso ha un’ottima condizione e potrebbe tentare un’azione importante prima di dare tutto nella cronometro della penultima frazione. Il podio è lontano, ma il corridore della formazione svizzero-statunitense non si pone alcun limite.

Federico Mariani
Nato a Cremona il 31 maggio 1992, laureato in Lettere Moderne, presso l'Università di Pavia. Tra le mie passioni, ci sono sport e scrittura. Seguo in particolare ciclismo e pallavolo.

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