COMO, dal nostro inviato Marco Corradi
Al termine del Giro di Lombardia, che ha visto tra i grandi protagonisti Fausto Masnada, il nostro inviato ha intervistato Gianni Savio, deus ex machina dell’Androni Giocattoli-Sidermec. Ecco le sue parole.
UNA GRANDE ANNATA E I PROSSIMI PROTAGONISTI: LE PAROLE DI GIANNI SAVIO
Gianni Savio è senza dubbio il deus ex machina dell’Androni Giocattoli-Sidermec: tralasciando i vari cambi di nome e/o sponsor, si può dire che il direttore sportivo nato a Torino gestisce la squadra dal 1992 e ha attraversato moltissimi cambiamenti nel mondo del ciclismo. Gianni Savio è un uomo d’altri tempi, e ha un grande occhio per il talento: come i migliori talent scout calcistici, Savio ha pescato per anni autentiche pepite da mercati inesplorati, dando una chance ai talenti sudamericani e sfoderando talenti di altissimo profilo. Da José Rujano a Egan Bernal, passando per tanti altri. Non contento, ha rilanciato la carriera di Michele Scarponi e dato una grande chance ai vari Cattaneo, Vendrame e Masnada: si può dire che l’Androni sia ormai diventata una certezza e una garanzia di risultati tra le Continental, e uno dei migliori trampolini di lancio per chi vuole mettersi in mostra e conquistare il World Tour: sono passati da qui Sosa e Bernal (Ineos), e al termine di questa stagione spiccheranno il volo Masnada (CCC), Vendrame (Ag2r) e Cattaneo (Quickstep). Ai nostri microfoni Gianni Savio, che in carriera ha anche guidato le nazionali della Colombia (oro mondiale a cronometro con Botero) e del Venezuela, ha commentato la grande annata dell’Androni Giocattoli-Sidermec, parlando anche del futuro. Ecco le sue parole ai microfoni di Azzurri di Gloria.
La stagione dell’Androni si conclude con il grande attacco (infruttuoso) di Fausto Masnada in questo Giro di Lombardia: le chiedo di tracciare un bilancio di questa fantastica annata.
”Il bilancio è decisamente ottimale e positivo. Abbiamo conquistato trenta vittorie, alcune di peso come la frazione del Giro d’Italia conquistata proprio da Fausto Masnada. In più ci siamo laureati per il terzo anno consecutivo campioni italiani a squadre dopo una lotta avvincente ed entusiasmante fino al Giro del Piemonte (con la Neri Sottoli di Visconti, ndr). Abbiamo sempre onorato la corsa e ci siamo messi in mostra, vivendo una stagione ottimale e brillante, terminata con questa impresa odierna: Masnada è stato in fuga per buona parte della corsa, e non a caso è stato poi premiato sul podio finale come vincitore del Gran Premio Ghisallo, perchè è stato lui a passare per primo su questo GPM”.
Andranno via Masnada, Vendrame e Cattaneo: l’Androni riparte da nuovi talenti.
”Lanciamo altri tre corridori nel World Tour, e arriviamo a un totale di sei: Egan Bernal che oggi ha chiuso splendidamente terzo, Ivan Sosa e Davide Ballerini, e ora tocca a questi tre ragazzi che correranno tra i “grandi” l’anno prossimo. Questa è un po’ la funzione, e posso dire senza dubbio che andare a scoprire i talenti e lanciarli è la mia grande passione. Posso definire l’Androni un’Atalanta del ciclismo: investiamo sul talento, lanciamo i nostri corridori e li vediamo spiccare il volo”.
Quali saranno le prossime pepite dell’Androni?
”Di talenti come Egan Bernal ne nasce uno ogni vent’anni. Aspettiamo vent’anni e poi parleremo del prossimo Bernal. Vedrete giovani molto interessanti, partendo dai due stagisti che con i loro ottimi piazzamenti sono stati determinanti nella conquista del campionato italiano a squadre: parlo di Mattia Bais e Simone Ravanelli, due ragazzi di valore che l’anno prossimo saranno con noi. Dopo di che Nicola Venchiarutti, vincitore di una tappa al Giro d’Italia U23. E poi questo scalatore ecuadoregno, davvero forte, che si chiama Jefferson Cepeda: sono stato al Tour de l’Avenir, ho firmato con lui dopo la penultima tappa, e ha vinto l’ultima frazione, la tappa regina con arrivo a Le Corbier, staccando tutti gli avversari e dimostrandosi uno scalatore di talento. In più c’è Rivera (ottavo al Giro del Piemonte, ndr), che è con noi da tre anni e spero possa raggiungere quell’equilibrio psicofisico che gli consentirebbe di mostrare il suo intero potenziale”.
Il World Tour si è strutturato con un nuovo sistema di promozioni e retrocessioni (due squadre vengono promosse, due retrocesse). Con questa nuova soluzione, l’Androni può sognare una futura promozione tra i “grandi”?
”Sono abituato a rispondere in modo molto franco. Potremo pensare al World Tour se avremo risorse economiche diverse. Abbiamo degli sponsor appassionati e importanti ai quali diamo una grande visibilità e promozione, però per entrare nel World Tour ci vogliono investimenti di gran lunga superiori. Se troveremo sponsor di peso potremmo entrare nel Pro Tour, altrimenti sarà molto difficile. Prima ho paragonato l’Androni all’Atalanta, ma c’è una profonda diversità tra calcio e ciclismo: il budget dell’Atalanta è inferiore a quello delle big, ma comunque alto. Noi invece abbiamo un budget che può arrivare ai 3mln e nel World Tour si parte dai 20mln in su: con quelle cifre, oltre a puntare sui giovani e seguire la nostra filosofia che non abbandonerò mai, potremmo ovviamente ingaggiare quei corridori di peso che porterebbero punti importanti per entrare nel World Tour e mantenere la categoria. Ad oggi è solo un sogno, nell’attuale dimensione questo è impossibile”.
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