La 14a tappa ha regalato emozioni a ripetizione. L’arrivo in salita ha premiato i fuggitivi ed ha rimodellato la classifica generale. Andiamo a rivivere gli episodi salienti.

Rafal Majka (Fonte profilo Twitter)

IL FILM DELLA 14a TAPPA

Attenzione alla 14a tappa. Lo dicono in molti, a causa della sua conformazione. I 175 km che separano Ecija da Sierra del Pandera sono un continuo saliscendi, con 3000 metri di dislivello. Ovviamente gli occhi sono rivolti all’ultima ascesa, lunga 12 km, 8 dei quali con pendenza al 15%. Normale che fin da subito la frazione sia movimentata. Riescono ad evadere dal gruppo Maglia Rossa Rafal Majka, Patrick Konrad (Bora-Hansgrohe), Alexis Gougeard (AG2R-La Mondiale), Simon Clarke, Davide Villella (Cannondale-Drapac), Rui Costa (UAE Team Emirates), Bart De Clercq (Lotto-Soudal), Luis Angel Mate (Cofidis), Stefan Denifl (Aqua Blue Sport) e Ricardo Vilela (Manzana Postobon). I fuggitivi guadagnano oltre 7 minuti, ma dietro parte l’inseguimento. A sorpresa, la Sky del leader di classifica Chris Froome fa l’andatura solamente nei primi 100 km, prima di lasciare il passo a Bahrain, Astana e Trek Segafredo, unite in una sorta di coalizione finalizzata a far faticare la Maglia Rossa con un ritmo sostenuto. Non appena si esaurisce il loro lavoro, ecco lo strappo del team Katusha e quindi l’affondo dei corridori della Quick Step Floors. Lo squadrone britannico è costretto a correre in difesa, ma il capoclassifica non sembra risentirne. In testa, Vilela transita in testa all’ultimo GPM prima dell’ascesa finale, ma, non appena inizia la salita di Sierra del Pandera se ne va in solitaria Majka. Il passista polacco vola via con un ritmo notevole lungo le severe rampe. Il gruppo Maglia Rossa continua la sua rimonta da dietro e lentamente inizia a riprendere i fuggitivi. Ai meno 4 iniziano gli scatti tra gli uomini di classifica: si muove Romain Bardet (Ag2r), imitato più tardi da Esteban Chaves (Orica), Alberto Contador (Trek Segafredo) e Vincenzo Nibali (Bahrain Merida). Il francese resta con i migliori per qualche centinaio di metri, prima di rimbalzare indietro. Lo Squalo ed il Pistolero tentano un nuovo affondo, ma non allungano. Nel frattempo, va in crisi Fabio Aru (Astana), che saluta le chance di podio. Altro scatto del tandem Nibali-Contador e Chaves cede il passo, finendo per essere ripreso dal gruppo Froome. La Maglia Rossa, scortato dai gregari, riesce a rientrare sugli avversari di classifica. Ai meno 2, ci prova Miguel Angel Lopez (Astana) che lascia sul posto i migliori. Nel frattempo, davanti continua l’impresa di Majka, in fuga dai primi chilometri della tappa. Il polacco riesce a resistere al rientro dei big alle sue spalle e vince la 14a tappa. Alle sue spalle arriva Lopez in seconda posizione, staccato di 27 secondi. Terza posizione per Vincenzo Nibali, che guadagna una manciata di secondi su Chris Froome, giunto quarto.

IL BORSINO DEI MIGLIORI

La 14a tappa ha emesso verdetti importanti. In primis, la sfida per la vittoria della Vuelta è ristretta a due corridori: Chris Froome, leader della classifica generale, e Vincenzo Nibali. Si sono controllati per tutto il giorno. Sull’ultima ascesa, lo Squalo ha attaccato, cercando di mettere in difficoltà il rivale britannico. “Froomey” non ha accusato alcun tipo di cedimento ed è riuscito a limitare i danni, perdendo 4” di abbuono. Poca cosa, visto il margine di 55 secondi dell’anglo-keniota sul messinese. In parte è vero. Tuttavia, il messaggio che passa dalla tappa odierna può essere interpretato in un altro modo: la Vuelta non è finita. Nibali c’è, è lì a contatto ed è pronto a sfruttare ogni occasione per guadagnare terreno sul rivale, rendendogli la vita difficile. Per Froome, ogni giorno sarà complicato ed anche il peso psicologico non va sottovalutato in un Grande Giro. Un altro verdetto odierno riguarda la lotta per il podio: Wilko Keldermann (Sunweb), Ilnur Zakarin (Katusha-Alpecin), Esteban Chaves ed Alberto Contador si daranno battaglia per salire sull’ultimo gradino. Anche oggi hanno mostrato di avere una condizione crescente. Difficile che questa lotta veda coinvolto Fabio Aru: il sardo, come al Tour de France, ha accusato un calo sensibile negli ultimi giorni. Un aspetto su cui lavorare. Oggi, il Cavaliere dei quattro mori ha incassato 30 secondi dai migliori ed ha perso il confronto con l’altro astro nascente in casa Astana: Miguel Angel Lopez. Lo spagnolo ha pagato tanti infortuni nella prima parte di stagione, ma ora sta volando. Non la miglior notizia per Aru, ora sesto nella generale, distante 3 minuti da Froome. Domani nuovo arrivo in salita. C’è la sensazione che possa essere la tappa della verità, anche alla luce della lunga cronometro di 40 km di martedì, terreno di caccia per l’attuale Maglia Rossa.

Federico Mariani
Nato a Cremona il 31 maggio 1992, laureato in Lettere Moderne, presso l'Università di Pavia. Tra le mie passioni, ci sono sport e scrittura. Seguo in particolare ciclismo e pallavolo.

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