Ancora emozioni nella 19a tappa della Vuelta di Spagna. Andiamo a scoprire quali sono stati i protagonisti della terz’ultima frazione della corsa iberica.

Il vincitore della 19a tappa Thomas De Gent (Fonte CyclingTime)

IL FILM DELLA 19a TAPPA

Le insidie alla Vuelta non finiscono mai. La 19a tappa presenta un percorso complesso, che si presta alle fughe ed alle imboscate. I 149,7 km che separano Caso, Parque natural de redes da Gijon presentano ben quattro Gran Premi della Montagna, l’ultimo dei quali si esaurisce a 15 km dal traguardo. In finale non è scontato: la discesa tecnica di 10 km si conclude ai meno 5 dalla conclusione. Possibili agguati proprio in extremis, dunque Riescono ad avvantaggiarsi dopo diversi scatti Edward Theuns, Jarlinson Pantano (Trek-Segafredo), Bob Jungels, Matteo Trentin (Quick Step), Nicolas Roche (BMC), Carlos Verona (Orica-Scott), Antonio Pedrero, José Joaquín Rojas (Movistar Team), Emanuel Buchmann (Bora-Hansgrohe), Romain Bardet, Julien Duval, Alexis Gougeard (Ag2r La Mondiale), Simon Clarke e Davide Villella (Cannondale-Drapac), Antwan Tolhoek, Koen Bouwman, Floris De Tier, Juanjo Lobato (LottoNL-Jumbo), Rui Costa, Matej Mohoric (UAE Team Emirates), Laurens De Vreese (Astana), Thomas De Gendt (Lotto-Soudal), Iván García Cortina (Bahrain-Merida), Dani Navarro, Kenneth Vanbilsen (Cofidis), David Arroyo (Caja Rural-Seguros RGA) e Juan Felipe Osorio (Manzana-Postobón). La fuga riesce a costruirsi un margine cospicuo: ben 17 minuti. Davanti i cambi proseguono regolari, mentre nel gruppo Maglia Rossa il team Sky si occupa di scandire un ritmo non particolarmente elevato. Il vantaggio degli attaccanti cala, nel momento in cui si mette a tirare alle loro spalle l’Astana. Tuttavia, nemmeno il forcing della squadra permette di accorciare in modo deciso sui fuggitivi. In testa alla corsa, tenta la sortita García Cortina con un attacco ai meno 30. Dietro di lui, ci provano Mohoric ed Arroyo, ma il loro tentativo si esaurisce senza successo. Si muove allora Romain Bardet, seguito da Nicolas Roche. L’azione del francese è irresistibile ed allo scollinamento dell’ultimo GPM riesce a ricucire il gap che lo separa dal corridore della Bahrain Merida. Alle loro spalle la coppia composta da Roche e dal redivivo Rui Costa. I due contrattaccanti rientrano sugli atleti davanti a loro e, dopo qualche chilometro, si muove il ciclista della BMC senza riuscire a scavare un solco consistente. Tra gli uomini di classifica, accende nuovamente la miccia Alberto Contador (Trek Segafredo) sull’ultimo GPM. Nessuno riesce a seguirlo ed il madrileno guadagna un minuto sulla Maglia Rossa. Il suo arrembaggio non sarà fortunato e, nonostante l’assistenza dei compagni della Trek lungo il percorso, il madrileno verrà ripreso proprio nel finale dall’armata Sky. Novità tra i fuggitivi: lo scarso accordo nel quartetto in testa, permette ai corridori alle loro spalle di rientrare. All’ultimo chilometro ci provano Roche, Navarro e De Gendt, ma Jungels ricuce su di loro. Si decide tutto con una volata di gruppo con almeno una decina di ciclisti. Vince chi coglie l’attimo giusto. Ecco allora lo spunto del giovane García Cortina. Il suo sprint sembra decisivo, ma negli ultimi 100m lo spagnolo deve arrendersi al ritorno De Gendt e Pantano. Il belga della Lotto Soudal spinge fino in fondo e conquista nettamente la 19a frazione. Una bella soddisfazione per la formazione nordica, capace di firmare una doppietta incredibile, considerando anche l’impresa di ieri di Sander Armée. Tutto invariato tra gli uomini di classifica. La Maglia Rossa si assegnerà domani sull’Angliru.

ARU-ASTANA: STORIA DI UN RAPPORTO ORMAI IN CRISI

Se la 19a frazione non ha detto molto tra i big, sicuramente hanno fatto discutere le parole di Fabio Aru alla partenza. Il sardo sta vivendo una Vuelta complicata sia per i risultati non sempre all’altezza delle aspettative, sia soprattutto per il rapporto ormai logoro con il team Astana. Non è un mistero che il campione italiano lascerà la squadra kazaka al termine della stagione, ma nelle ultime tappe la convivenza appare ormai impossibile e sta sfociando in una sorta di muro interno. Lo si deduce anche dalle parole di Fabio rilasciate alla Gazzetta dello Sport: <<Ci tenevo a dimostrare il mio valore. Sono uno che non molla mai. Ho la testa dura. A me, come professionista, non si può recriminare proprio nulla. A volte le gare vanno bene, altre meno. Ma ci metto sempre dedizione, serietà e sacrificio totale. Da grande professionista, appunto. E questo lo farò sempre fino alla fine. Ogni giorno che passa lo prendo come un giorno in più d’esperienza. E chi deve capire ha capito. Devo stare attento a tutto, anche a quello che mangio e bevo perché ho paura>>. Frasi durissime, accuse aperte verso l’Astana, rea di ostacolarlo a più riprese. Effettivamente, il mancato montaggio dei rapporti adatti per la terribile ascesa di Alto de los Machucos e la scarsa assistenza nel finale della 18a tappa sembrano indizi validi per supportare le parole furiose di Aru. L’esplosione della stella colombiana Miguel Angel Lopez, del resto, sembra aver acuito ulteriormente il malessere tra il campione italiano e la formazione di Vinokourov. I sospetti di una sorta di favoreggiamento nei confronti del sudamericano sono spettri con cui il cavaliere dei quattro mori deve fare i conti nell’attesa di cambiare aria. L’annus horribilis del sardo non sembra avere fine.

Federico Mariani
Nato a Cremona il 31 maggio 1992, laureato in Lettere Moderne, presso l'Università di Pavia. Tra le mie passioni, ci sono sport e scrittura. Seguo in particolare ciclismo e pallavolo.

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