La 15a tappa della Vuelta chiude il trittico infernale delle salite che hanno cambiato la classifica generale: la corsa arriva ai Lagos de Covadonga, storica ascesa della corsa a tappe iberica.
VUELTA 2018, 15A TAPPA:
Dopo La Camperona e Les Praeres, che hanno imbottito di acido lattico le gambe dei corridori e causato le prime vittime illustri, la Vuelta a España chiude il suo trittico infernale con l’arrivo a Lagos de Covadonga. La 15a tappa parte a Ribera de Arriba e arriva sulla storica salita, affrontata per la 21a volta nella storia della Vuelta (è stata inserita nel 1983), dopo 178.2km duri e impegnativi: si parte con l’agevole Alto de San Emiliano (6.1km al 4.7%), e poi viene fatta due volte Mirador del Fito, 7.1km al 7.7% con punte all’11%: dopo l’Alto de Bada, che ha punte al 7-8% ma non viene catalogato come GPM, i corridori affrontano Lagos de Covadonga. L’ascesa finale, che nel 2016 vede vincere Nairo Quintana, misura 11.7km con una pendenza media del 7.2% e punte al 20%: ci sono lunghissimi tratti oltre il 10%, e picchi che si avvicinano al 20% inframmezzati da un tratto piatto. Un’ascesa discontinua che può fare male a tanti corridori, e ha il suo punto più duro ai -5km. Il gruppo, come di consueto, lascia andare la fuga, composta da 12 corridori di altissimo profilo, dopo il tentativo fallito di Majka e Kwiatkowski: davanti ci sono Cortina (Bahrain), Erviti (Movistar), King (Dimension Data), Rolland (Education First), Bennett e Van Poppel (Lotto-NL), Geoghegan (Sky), Mollema e Felline (Trek), Conti (UAE) e Schultz (Caja Rural). Il plotone inizialmente lascia fare, e la fuga arriva a 6′: la Mitchelton-Scott di Simon Yates non ha interesse a riprendere la fuga, visto che il migliore degli attaccanti è Bennett, staccato di 10′ dal leader, ma ce l’ha l’Astana.
La squadra kazaka, che cerca ancora la prima vittoria in questa Vuelta, si mette in testa a tirare con tutti i suoi effettivi, e dopo un piccolo rallentamento porta sotto il gruppo a 3′ di distacco ai -20km, nonostante l’ottima azione di Felline, che tira per Bauke Mollema. A quel punto inizia l’avvicinamento a Lagos de Covadonga, che non è agevole per il gruppo: una caduta manda a terra Geniez e Kwiatkowski, e il polacco rischia di essersi fratturato la clavicola e potrebbe chiudere qui la stagione. Davanti, intanto, Cortina scatta in solitaria e lascia sul posto gli altri fuggitivi, attaccando la salita con 2′ sul gruppo: tirano per l’Astana Fraile e Cataldo, con Hirt pronto a dare l’ultima trenata per Superman Lopez. L’andatura del team kazako è selettiva, dimezza in un amen lo svantaggio da Cortina e va a riprendere gran parte dei fuggitivi, ma soprattutto fa staccare il sin qui ottimo Gallopin, Kelderman e il nostro Fabio Aru: dopo pochi km di salita, resta un gruppetto con 12-15 unità, tra cui c’è anche Adam Yates. E ai -8km viene ripreso Cortina, grazie all’azione di Pello Bilbao e Jan Hirt, che fa selezione nel gruppo maglia rossa per l’attacco di Lopez, che arriva puntualmente ai -7.5km: lo inseguono i Movistar con Carapaz a tirare Quintana, Valverde e gli altri big. Lopez viene ripreso dopo l’azione di Quintana ai -6.7km, e i big (privi di Izagirre e Uran, staccati) continuano a darsi battaglia e si studiano: attacca Thibaut Pinot, e quello che si muove per inseguirlo è Simon Yates, mentre Nairo prosegue nell’atteggiamento attendista che l’ha privato di almeno un paio di vittorie. Il gruppo maglia rossa si ricompatta, restando a 13” da Pinot, e si muove Enric Mas per provare a vincere la tappa: Yates lo insegue, staccando Valverde e Kruijswijk, e si forma un quartetto col britannico, Lopez, Quintana e Mas all’inseguimento di Pinot. 15” di vantaggio per il francese, 29” di ritardo per don Alejandro: Yates continua a fare brevi scatti, ma non guadagna nulla sul capitano della Groupama-FDJ, e fa addirittura rientrare Valverde e Kruijswijk. A questo punto, si muovono Lopez e Mas, e Yates litiga con Quintana e soci perchè non tirano un metro: alta tensione tra i big, e intanto Pinot è lanciato verso il trionfo e Lopez guadagna. Vittoria per Thibaut Pinot, che infligge 28” a Lopez e 30” a Yates, che attacca nel finale per prendersi l’abbuono: il britannico precede Valverde e Kruijswijk, arrivati a 32”, e Mas-Quintana che chiudono a 34”. Staccato di 1’25” Uran, che precede Buchmann (1’33”) e Izagirre (1’49”), mentre perde tantissimo Fabio Aru, che chiude a 5’19” e di fatto esce dalla classifica: il miglior azzurro stavolta è Gianluca Brambilla, autore sin qui di un ottima Vuelta e oggi 11° a 2’38”, precedendo Gallopin (2’50”).
VUELTA 2018: SIMON YATES GUADAGNA UN PAIO DI SECONDI, PINOT RISALE IN CLASSIFICA
Nel giorno che vede arrivare la notizia del rinnovo di Geraint Thomas, che dopo tanti rumors (offerte dalla Dimension Data e dalla CCC, che rileverà l’attuale BMC) ha firmato un nuovo contratto con Sky fino al 2021, Simon Yates allunga leggermente nella classifica generale: il folletto di Bury guida con 26” su Valverde, 33” su Quintana e 43” su Lopez. 5° Kruijswijk con 1’29” di ritardo, con Mas 6° a 1’55” e Pinot 7° a 2’10”: completano la top-10 Uran (2’27”), Izagirre (3’03”) e Buchmann (3’15”). Sale al 13° posto Brambilla con 7’44” di ritardo, superando Aru che ora è 14° a 8’19” dal leader. Molto suggestiva la classifica dei GPM: Mas guida con 64 punti, inseguito a distanza ravvicinata da De Gendt (57), King (56) e Mollema (50).
Domani la corsa vivrà il giorno di riposo a Santander, e poi si riparte coi 32km a cronometro da Santillana del Mar a Torrelavega: nessuno dei primissimi della generale è un fenomeno nelle prove contro il tempo, ma questa frazione sarà comunque decisiva per la vittoria finale.
Simon Yates v Nairo Quintana. Tense. pic.twitter.com/bosDQpwbBA
— Journal Velo (@JournalVelo) September 9, 2018
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