Hugh Carthy (Education First) conquista la vittoria nella dodicesima tappa della Vuelta di Spagna. Richard Carapaz (Ineos) è il nuovo leader della classifica generale.
Doveva essere il giorno della verità. L‘Angliru, però, non ha emesso sentenze inappellabili. Erano attesissimi i due protagonisti in vetta alla classifica generale, Primoz Roglic (Jumbo Visma) in maglia rossa e Richard Carapaz (Ineos), appaiato a livello cronometrico, ma penalizzato sotto l’aspetto dei piazzamenti rispetto allo sloveno. Il mostro delle Asturie assegna una leadership “pura”, figlia di un distacco percepibile. Per 10″ è il capitano della Ineos a tornare al comando, ma il rivale resta ampiamente in corsa per la vittoria finale contando sulla crono di martedì che lo vede avvantaggiato, almeno sulla carta. Ma la tradizione popolare dice che spesso tra i due contendenti il terzo gode: è accaduto oggi sull’Angliru in cui ha vinto con una sparata straordinaria negli ultimi mille metri Hugh Carthy (EF Education First). E, tanto per avvertire i due galli nel pollaio spagnolo, il britannico occupa l’ultimo gradino del podio nella classifica generale, a soli 32″ dalla vetta. Insomma, Carapaz e Roglic dovranno guardare con attenzione anche questo ragazzo classe 1994.
IL FILM DELLA TAPPA
Da La Pola de Laviana all’Alto de l’Angliru: la dodicesima tappa è la regina della corsa spagnola. Il chilometraggio della frazione non è particolarmente lungo, con soli 108 chilometri. Anche perché non c’è solamente il mostro delle Asturie a spaventare la corsa: le gambe dei corridori vengono messe a dura prova anche da altri quattro GPM. Si inizia con l’Alto del Padrun (3,2 km al 6,3% di pendenza media e picchi del 9,6%), seguito dall’Alto de San Emiliano (5,5 km al 4,9% con picchi del 10,4%) e dal prima categoria di giornata, l’Alto de la Mozqueta, con i suoi 6,7 km all’8%, massima del 15,3%. Poi l’Alto del Cordal, prima della salita conclusiva. Nonostante il traguardo posto al termine del mostro delle Asturie, che fa tremare chi non è avvezzo a scalare salite così dure, c’è chi tenta di sfidare la sorte attaccando da lontano. Si tratta di un drappello piuttosto consistente, composto da Cattaneo (Deceuninck Quick Step) Riabushenko (UAE Team Formolo (UAE Team Emirates) Sánchez (Astana) Schillinger (Bora Hansgrohe) Wurf (Ineos) Stannard (Mitchelton Scott) Edmond (Mitchelton Scott) Roux (Groupama FDJ) Van Den Berg ( EF Pro Cycling) Peters ( AG2R La Mondiale) Wiśniowski (CCC) Goossens (Lotto Soudal) Van Der Sande (Lotto Soudal) Marcjiski (Lotto Soudal) e G. Martin (Cofidis) Périchon (Cofidis) Erviti (Movistar). Il loro tentativo si esaurisce sulle prime rampe dell’Angliru. Come un potente serpente costrittore, il mostro delle Asturie inizia a soffocare i corridori lungo i suoi tornanti, simili a spire. Al posto della forza bruta, la mitica salita spagnola ha dalla sua la pendenza del 10% di media, con punte al 23% disseminate lungo i 13 chilometri finali. La Movistar fatica, mentre in testa al gruppo si rivede Chris Froome (Ineos) al servizio del capitano Carapaz. Il britannico mette in fila il gruppo dei big prima che la Jumbo Visma della maglia rossa Roglic si porti in testa a dettare il proprio infernale ritmo. Il gruppo dei migliori perde continuamente elementi fino a rimanere con una decina di uomini. Ai meno 4 attacca Enric Mas (Movistar) e il suo affondo fa male a Daniel Martin (Israel Start-Up Nation) che va in affanno, ma riesce a limitare i danni. Roglic non fa una piega: attende la mossa di Carapaz, anche se l’ecuadoriano rimane alla sua ruota. Ai meno 2, però, il re del Giro 2019 decide di fare sul serio e piazza un’accelerazione devastante che mette sulle ginocchia la maglia rossa. A salvare Primoz ci pensa l’eccezionale compagno di squadra Sepp Kuss. Aleksandr Vlasov (Astana), Carapaz e Carthy riprendono Mas in testa e all’ultimo chilometro attacca proprio il corridore della EF Education First che si invola verso la vittoria di giornata. Richard paga la fatica negli ultimi metri e sul traguardo dell’Angliru transitano in seconda e terza posizione Vlasov e Mas a 16″. Poco male per il sudamericano che si gode il ritorno in vetta alla classifica.