La corsa a tappe più importante della Spagna inizia domani con la cronometro a squadre Salinas de Torrevieja-Torrevieja di 18 km. Tanti i big in cerca di conferme o di riscatto dopo i tanti appuntamenti della stagione. L’ultimo Grande Giro diventa un esame da non fallire.
Settembre, è tempo di esami. Gli studenti tornano sui banchi, siano quelli delle scuole superiori o dell’università. Ogni giorno diventa prezioso per preparare quello che per molti è il test più atteso dell’anno. Anche il ciclismo vive con trepidazione gli ultimi scampoli di agosto prima di tuffarsi nei mesi conclusivi della stagione. Domani, con una cronosquadre di 18 km, scatta la Vuelta di Spagna, il terzo Grande Giro stagionale, la gara che offre conferme e redenzioni, delusioni e bocciature. Basti pensare a quanto accaduto un anno fa, quando le salite spagnole premiarono la crescita di Simon Yates, dimostrando che le magie sulle strade del Giro d’Italia non erano semplici meteore. Al contrario, le stesse asperità tanto favorevoli nel 2016 si rivelarono l’inizio della grande crisi di Nairo Quintana, uno dei big attesi al riscatto in questa edizione priva di tanti protagonisti delle ultime stagioni. Non ci sarà la maglia rosa Richard Carapaz, acciaccato per una caduta rimediata nell’avvicinamento alla Vuelta. Assente anche il giovane trionfatore al Tour de France, Egan Bernal. Assisteranno alla gara da spettatori anche Tom Dumoulin, neoacquisto della Jumbo-Visma, ed il duo del team Ineos composto da Geraint Thomas e Chris Froome. Ma lo spettacolo non mancherà, complice anche un percorso particolarmente variegato. La Vuelta ha in ciascuna delle 21 tappe un giudice severo che valuterà la preparazione dei candidati. I maestri più severi? Sicuramente l’Alto de Los Machucos, il Puerto di Acebo e l’Alto de la Cubilla, salite dure e selettive. L’ideale per una corsa scoppiettante.
I BIG
Ci sono studenti speranzosi, motivati dalla possibilità di fare l’ultimo scalino verso la laurea. In Spagna tanti sognano di trionfare per la prima volta in un Grande Giro. Primoz Roglic è il favoritissimo per il successo finale, ma deve dimostrare di aver assimilato la mezza bocciatura sulle strade italiane a maggio, quando si presentò da asso pigliatutto e concluse con un terzo posto strappato con tenacia e determinazione. Il compagno Steven Krujswik è altrettanto motivato, ringalluzzito dal podio al Tour de France. Inoltre, incombe lo spauracchio di Dumoulin su entrambi: un motivo in più per ben figurare, conservando così uno spazio da prima punta nel 2020. Miguel Angel Lopez, invece, è un ottimo scolaro. Ha talento, si impegna alacremente per essere il primo della classe. Eppure, nonostante le premesse, finora non ha mai dominato. È stato tra i migliori, ma non il migliore. Stavolta, il colombiano ha deciso che la salita sul terzo podio in un Giro di tre settimane deve avvenire sul gradino più alto. Il Sud America spera anche in Rigoberto Uran ed Esteban Chaves, due mine vaganti capaci di clamorosi tonfi e miracolose risalite. Per “Rigo” l’età inizia a pesare, mentre il Colibrì deve dimostrare di poter fare ancora classifica come nel 2016, quando spaventò anche Vincenzo Nibali al Giro. E poi ci sono anche gli studenti in cerca di una promozione dopo un’annata trascorsa senza grandi guizzi. Nairo Quintana è indubbiamente l’allievo più confuso. I black out nelle interrogazioni che contano si susseguono con inattese rinascite. Un leit motiv che ormai dura da due stagioni. Il flop al Tour potrebbe essere un punto di non ritorno; di conseguenza, il Condor è atteso al riscatto per evitare l’ennesima bocciatura.
QUI ITALIA
C’è grande attesa anche per gli azzurri in gara. Fabio Aru cerca certezze dopo l’operazione in primavera e l’ottima prova alla Grande Boucle. Il sardo sembra aver intrapreso la strada della risalita dall’incubo materializzatosi durante il 2018. Proprio le strade spagnole segnarono indelebilmente il suo calvario fatto di prestazioni deludenti ed una forma carente, spingendolo a “rifiutare” con onore la convocazione per i Mondiali di Innsbruck. Stavolta Fabio corre per ritrovare sé stesso e quella forza in salita che gli ha permesso di trionfare proprio alla Vuelta, quattro anni fa. Insieme a lui ci sarà Matteo Fabbro, giovane promessa del ciclismo azzurro. Resistente e duttile, il giovane corridore proveniente dal Cycling Team Friuli può sorprendere. C’è grande attesa per Davide Formolo, neocampione italiano, anche lui chiamato ad una prova importante: sarà finalmente in grado di lottare per i piani alti della classifica? Il dualismo interno con Rafal Majka può essere uno stimolo importante. Anche Gianluca Brambilla è pronto a farsi valere, stimolato dall’ottima stagione della Trek Segafredo. Insomma, anche nel finale di stagione gli azzurri hanno le carte in regola per far sognare i propri tifosi.