A Planica, Slovenia, è stata scritta un’altra pagina di storia di questa disciplina e la firma a margine è la solita, quella di Jarl Magnus Riiber, sempre più signore della combinata. Per il Cannibale delle nevi il successo ottenuto nel trampolino piccolo si aggiunge a quelli conquistati a Seefeld 2019 e Oberstdorf 2021.
Il sigillo d’oro messo a segno in quest’edizione, però, ha qualcosa di diverso, di nuovo, di leggendario. Il giovane norvegese, infatti, era assente dal circuito da più di un mese a causa del riacutizzarsi di problemi fisici che ormai sembravano averlo costretto ad un imminente forfait. Invece, grazie ad un pronto recupero, si è presentato come da programma al via della kermesse, non sapendo esattamente quali sarebbero state le sensazioni fisiche in gara e non potendo, oltretutto, comparare le sue prestazioni con quelle degli avversari. In realtà la comparazione c’è stata, ma da parte di tutti gli altri rispetto alla sua prestazione monstre, fin dal trampolino.
Nella prima parte di gara, infatti, l’unico ad impensierirlo è stato il nipponico Ryota Yamamoto, autore di un magnifico salto dal trampolino. Il Cannibale però ha accelerato subito nel fondo, rendendosi protagonista di uno sprint già nel primo intertempo che ha lasciato sul posto il giapponese. La gara dei “terrestri“, invece, è stata per così dire vinta dal tedesco Julian Schmid, vera sorpresa di questa stagione, secondo al traguardo. Dietro di lui è poi giunto l’austriaco Franz Josef Rehrl, di gran lunga il migliore tra gli atleti di Vienna, al netto di una prestazione, inaspettatamente disastrosa, di Johannes Lamparter, solo 17° nel salto con un gesto tecnico da dimenticare, e alla fine mestamente 11°, fuori dalla top ten, dopo il segmento di fondo. Oltre al classe 2003 a deludere sono stati anche Jens Luraas Oftebro e Geiger, nemmeno lontanamente sui livelli prestazionali della Coppa del Mondo.
Nelle file azzurre si segnala l’incoraggiante e solida gara di Alessandro Pittin che ha recuperato nel fondo dal 22° posto, giungendo poi 13° davanti ad avversari che nei pronostici della vigilia venivano ampiamente dati a medaglia. In 20° posizione finale è poi giunto Samuel Costa, seguito da Aaon Kostner, 28°, e Iacopo Bortolas, 33°.