Nella giornata di ieri si è conclusa la stagione della Coppa del Mondo di sci alpino: ecco il bilancio della CdM azzurra, che ci ha fatto assistere a un fantastico Dominik Paris, ma non solo.
CDM SCI ALPINO: DOMINIK PARIS TRASCINA LA SQUADRA MASCHILE
La stagione della Coppa del Mondo dello sci alpino si è conclusa ieri, con la vittoria di Clement Noel nello slalom delle finali di Soldeu, ed è giunto il tempo di tracciare dei bilanci. L’Italia chiude a quota 23 podi in CdM: dieci vittorie, sette secondi posti e sei terzi posti, ai quali si aggiungono le tre medaglie dei Mondiali di Are (oro, argento, bronzo). Nel complesso è una buona stagione, che però ha avuto un protagonista assoluto al maschile: Dominik Paris è stato il volto del 2018-19 italiano. Senza un paio di gare sbagliate in avvio di stagione, Domme si sarebbe addirittura giocato il podio nella CdM generale, per come ha chiuso la sua annata. L’altoatesino con la passione per il canto e la velocità pura (anche fuori dalle piste) ha letteralmente dominato la seconda parte di stagione della velocità, chiudendo con numeri strepitosi: oro in Super-G ai Mondiali, sette vittorie (tre doppiette) e tre terzi posti, per un totale di 950pti che valgono il 4° posto nella generale di CdM. Dominik Paris conquista anche la Coppa di Super-G, la prima Coppa di specialità della sua carriera, sfiora quella di discesa (2° per 20pti) e l’anno prossimo sarà il favorito in entrambe le discipline: Domme ha grinta, carattere e talento, e sa trovare traiettorie inesplorate dagli altri e ”creare” velocità come pochi. 10 podi sui 13 al maschile sono suoi, ma va menzionato anche Christof Innerhofer: Inner, mestamente 4° ai Mondiali, chiude con tre secondi posti, calando nella seconda metà di stagione. Tra gli altri, promosso Tonetti che ormai (purtroppo) è l’uomo dei quarti posti, bocciate invece nel complesso le squadre di slalom e gigante: per gli azzurri qualche exploit con Razzoli, De Aliprandini e Vinatzer, ma null’altro. Tanta, troppa discontinuità, che di fatto ci ha reso una nazione periferica nelle discipline tecniche: basti pensare che in slalom il più costante è stato Stefano Gross, che ha corso tutto il 2018-19 col legamento crociato sfilacciato. Per il resto, Moelgg ha combattuto coi problemi alla schiena e con lo scorrere del tempo, e i giovani non sono stati all’altezza: ci sarà da lavorare.
CDM SCI ALPINO 2018-19: CALO (COMPRENSIBILE) AL FEMMINILE
La stagione dello sci alpino al femminile è stata tutt’altro che facile. La sfortuna ha colpito le azzurre, che hanno pian piano perso pezzi: Federica Brignone ha subito un infortunio nella preparazione ed è partita a rilento, concentrandosi inizialmente sul gigante per ritrovare il feeling e ottenendo risultati nelle altre discipline solo a fine stagione. In tutto, per Federica, due vittorie, un secondo posto e due terzi posti, con la 6a piazza in CdM (764pti) e la Coppa di combinata, assegnata con l’unica gara nella ”sua” Crans Montana: difficile fare meglio quando perdi 40 giorni sugli sci nella fase in cui ”si costruiscono le vittorie”. Stagione complicata anche per Sofia Goggia, che è dovuta ripartire da zero dopo l’infortunio d’inizio stagione: la bergamasca è rientrata in tempo per i Mondiali svedesi, conquistando l’argento in Super-G e chiudendo con una vittoria e due secondi posti. Anche qui, era difficile fare meglio, com’era difficile fare meglio per un’Italia falcidiata dagli infortuni: Brignone e Goggia hanno ottenuto in tandem otto podi, a cui si aggiungono il 2° posto di Delago in Val Gardena e il 3° di Bassino a Plan de Corones. Dieci podi dunque per le ragazze: 3 vittorie, 4 secondi posti e tre terzi posti. Era difficile fare meglio, con una squadra decimata nella velocità e uno slalom senza talenti: quest’anno si è chiusa la carriera di Chiara Costazza, emblema di un’Italia che fatica tra i pali stretti. E, nel complesso, possiamo dire che l’Italia è promossa: sono state poste le basi per crescere ulteriormente nel 2019-20, e qualche talento inizia a sbucare. Vinatzer e Della Mea, se cresceranno mentalmente, saranno due talenti del futuro, Delago è già da podio, senza commettere errori: la preoccupazione è sempre la stessa, per una velocità maschile che ha il solo Emanuele Buzzi come ricambio. Vedremo cosa succederà in futuro.
CDM SCI ALPINO: HIRSCHER PIÙ UMANO, SHIFFRIN INARRESTABILE. IL BORSINO DEI BIG
Anno dopo anno, Mikaela Shiffrin è sempre più ”il mostro delle nevi”. Lo diciamo in senso buono, perchè ci ricordiamo di quella ragazzina che arrivò a vincere l’oro mondiale a 15 anni, e assistiamo ora al netto dominio di una campionessa: pur avendo qualche passo falso e cedendo in varie occasioni a Vlhova (cinque vittorie), MikaMania ha vissuto un 2018-19 da ricordare e da record. Coppa del Mondo generale vinta con ampio margine, successi nelle Coppe di slalom, gigante e Super-G: mai nella storia un’atleta aveva vinto in slalom e Super-G nello stesso anno, mai nella storia un’atleta aveva vinto 17 gare nella stessa stagione. Mikaela Shiffrin ha ottenuto entrambi i record, chiudendo a 2204 punti (-210 dal record di Tina Maze) nonostante la già citata grande crescita di Petra Vlhova e arrivando a 60 successi in CdM a soli 23 anni. La sensazione che ci dà, in ogni disciplina (perchè ha vinto in ogni disciplina, altro record), è sempre la stessa: se Shiffrin si trova bene sulla neve ed è mentalmente ”focalizzata”, vince sempre.
Dominio Shiffrin e Vlhova in crescita al femminile, Hirscher ”umano” al maschile: l’austriaco ha vinto l’ottava Coppa del Mondo generale consecutiva, conquistando anche le Coppe di slalom e gigante, le specialità in cui ha sostanzialmente ottenuto tutti i suoi punti. Abbiamo però visto anche un ”nuovo” Hirscher, che dai Mondiali in poi a nostro avviso è calato più a livello mentale che fisico: in alcuni casi ha faticato per nevi ”nemiche” (fatica sul morbido, vedi Soldeu), in altri non è proprio stato in partita, sprecando le prime manches e costringendosi a epici tentativi di rimonta dal rischio totale, con annessi salvataggi ”alla Tomba”. Dall’Hirscher dominatore della prima parte di stagione, a un Hirscher più umano, che è stato sconfitto da Pinturault, Kristoffersen (cresciuto, soprattutto in gigante) e Noel, oltre che da un migliorato Zenhaeusern: ha vinto ugualmente la CdM con un bel vantaggio, ma ha fatto preoccupare l’Austria intera. Perchè, dai Mondiali in poi, il dominatore dello sci ha iniziato a rilasciare dichiarazioni sibilline sul possibile ritiro, l’ultima ieri: ”Mi prenderò due settimane per riflettere sul futuro. Voglio iniziare a passare più tempo con mio figlio”. Papà Hirscher spingerà al ritiro il dominatore Hirscher? La sensazione è che questo pensiero covi nella mente del buon Marcel da inizio 2019, e che mese dopo mese l’idea-ritiro stia prendendo piede: d’altronde, Hirscher aveva come grandi stimolo quello di battere il record di Stenmark (86 vittorie), ma quando Shiffrin in un anno passa da 43 a 60 successi, lo stimolo inizia a svanire. Il re si ritirerà a 30 anni? Lo scopriremo, ma certamente ha mostrato un volto diverso da gennaio in poi: ne hanno beneficiato Kristoffersen&co, che sotto sotto sperano di non trovarselo di fronte l’anno prossimo.
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