Un argento, ma qualche delusione di troppo: ecco il borsino del nostro sci di fondo ai Giochi di Pyeongchang. Il commento di Federico Pellegrino sullo sci di fondo italiano.
Bene, ma non benissimo. L’Italia dello sci di fondo ha chiuso i Giochi di Pyeongchang 2018 con una medaglia d’argento e poco altro. Proprio per questo hanno lasciato il segno le parole dell’unico medagliato azzurro in questa disciplina, Federico Pellegrino nella sprint maschile, rilasciate al termine della finale di team sprint.
PYEONGCHANG 2018: LE DICHIARAZIONI DI FEDERICO PELLEGRINO
“Noi siamo rimasti orfani di una generazione e oggi ci troviamo a doverci costruire da soli, con le nostre sole forze […] Si è pensato solo a chi dovesse vincere e vinceva, e non a chi dovesse emergere per sostituire gli atleti più anziani. Rimanere ancorati al passato non è molto utile, oggi abbiamo atleti ed atlete molto giovani che sentono il peso del paragone col passato. Queste cose contano al termine di un’Olimpiade, sono elementi da prendere in analisi senza fermarsi ai risultati conseguiti in termini di medaglie portate a casa”: parole forti quelle di Federico Pellegrino, rilasciate al termine della finale di team sprint, disputata al fianco di Dietmar Nöckler, nella quale gli azzurri non sono andati oltre il quinto posto. Parole che trovano fondamento alla luce dei mediocri risultati conseguiti dalla delegazione azzurra in Corea del Sud.
GLI UOMINI
Medaglia di Federico Pellegrino nello sprint e quinto posto nel team sprint a parte, ai maschietti altrove non è andata affatto bene: ha deluso moltissimo la staffetta 4×10 km (formata da Federico Pellegrino, Maicol Rastelli, Francesco De Fabiani, Giandomenico Salvadori), che non è andata oltre il 7° posto. Poche soddisfazioni dai 50 km tecnica classica (il migliore è stato Giandomenico Salvadori 16°), dallo skiathlon (miglior risultato azzurro Francesco De Fabiani 20°) e dai 15 km tecnica libera (miglior piazzamento per Mirco Bertolina 44°).
LE DONNE
La situazione peggiora se guardiamo il movimento femminile, ben lontano dai fasti di Stefania Belmondo e Manuela Di Centa, dominatrici a Salt Lake City 2002. Le tre azzurre impegnate nello sprint (Gaia Vuerich, Lucia Scardoni, Greta Laurent) non sono andate oltre i quarti di finali. Cammino interrotto anche per la coppia Elisa Brocard-Gaia Vuerich, che non si è qualificata alla finale dello sprint a squadre. Ce l’ha messa tutta Elisa Brocard per difendere il nome dell’Italia dello sci di fondo: suoi infatti i migliori piazzamenti azzurri nelle altre tre gare (29^ nei 10 km tecnica libera, 27^ nei 30 km tecnica classica, 26^ nello skiathlon). Unico vero “acuto” quello della staffetta 4×5 km, che ha chiuso la gara in nona posizione.
PROSPETTIVE?
Difficile prevedere quello che potrà accadere nei prossimi quattro anni. Una crescita dirompente del movimento femminile è tutto sommato da escludersi considerando il suo status attuale. Più facile prevedere soddisfazioni per Federico Pellegrino e per il talento Francesco De Fabiani. L’Italia dello sci di fondo riparte comunque da una medaglia e molto dubbi. Bisognerà rimboccarsi le maniche e lavorare tanto per tornare ai vertici in questa disciplina.
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