ferrariDue grandi beffe e due grandi soddisfazioni: da un lato l’Italia vive una giornata da tregenda, con l’ennesima medaglia sfumata per Vanessa Ferrari alle Olimpiadi (e, per di più, nell’ultima gara della sua carriera) ed un quarto posto bruciante, ed il fallimento della coppia della vela formata da Bissaro e Sicouri nella Medal Race della classe Nacra 17, dall’altro invece può gioire per le sue squadre: il Settebello passa infatti il turno ed è in semifinale (affronterà la Serbia), mentre Lupo e Nicolai portano il beach italiano in finale con un match mostruoso! Insomma, una giornata di luci ed ombre per i colori azzurri, con il ”nulla di fatto” anche nel nuoto di fondo e nella 10km maschile.

Andiamo dunque ad analizzare nel dettaglio tutti i risultati degli azzurri in quest’undicesima giornata olimpica!

CANOA- Un tracollo sorprendente: Carlo Tacchini era reduce da una grande semifinale nel C1 1000 ma, per sua stessa ammissione, non ne aveva più. Ecco spiegato dunque l’8° ed ultimo posto in una gara nella quale Tacchini non è stato mai in palla: per lui l’arrivo ad addirittura 19 secondi dal primo, fermandosi addirittura per qualche frazione di secondo nel finale.

NUOTO DI FONDO- Dopo l’argento di ieri di Rachele Bruni, tutti gli occhi erano puntati sulla 10km maschile, che andava a chiudere un programma del fondo che definire esiguo è riduttivo (”tagliate” rispetto ai Mondiali la 5km, la 25km ed il team event), e vedeva in acqua i nostri Simone Ruffini e Federico Vanelli: e la gara non ha tradito le attese, venendo animata per 8,5km dalla lucida follia dell’australiano Poort, che ha tentato la fuga immediatamente dopo il via con un ritmo assurdo, superando il minuto di vantaggio e crollando appunto al km 8,5. Dopo aver ripreso l’australiano, il gruppo ha dato il via ad una gran bagarre che ha portato a dei risultati sorprendenti e ”gomitate” per prendere posizione a non finire: oro all’olandese Veertman (doppietta per gli oranje), argento a Giannotis e bronzo al fotofinish per il francese Olivier dopo la squalifica di Burnett. Per l’Italia, 6° Ruffini e 7° Vanelli, coi due che sono stati protaginisti nel finale, ma sono stati beffati proprio al fotofinish.

ATLETICA- Il programma dell’atletica iniziava molto presto, con le qualificazioni mattutine del salto con l’asta: una gara che ha fatto vittime illustri (la brasiliana Murer), e che ha visto uscire anche la nostra Sonia Malavisi. Per l’azzurra il 21° posto complessivo (passavano in 12) e tre errori a 4.55, dopo aver superato all’ultima prova la quota di 4.45. Di seguito ecco le batterie dei 200, che regalano la qualificazione a sorpresa del quattrocentista Matteo Galvan: l’azzurro è fortunato e trova una batteria molto lenta, nella quale Gatlin vince con 20.43 e lui può qualificarsi da secondo con 20.58. Un tempo col quale normalmente sarebbe eliminato, e questo destino è toccato invece a Davide Manenti e Fausto Eseosa Desalu: 20.51 e 34° tempo per il primo, 20.65 e 49a piazza per il secondo, in un pomeriggio illuminato dallo scioltissimo 20.28 di Bolt (che frena dopo 100-120m). Nella serata brasiliana (poco dopo le 2 italiane), invece, termina l’avventura di Yadisleidy Pedroso ed Ayomide Folorunso nei 400 ostacoli: le due azzurre escono infatti in semifinale, chiudendo rispettivamente 5a e 7a nelle proprie gare. Per la Folorunso un peggioramento rispetto a ieri ed il tempo di 56.37 (è il 19°), per la Pedroso invece il nuovo record personale in 55.78 (12° tempo) ed una magra soddisfazione.

TUFFI- Termina in semifinale la corsa di Michele Benedetti nel trampolino da 3m, dopo una gara folle e mai così ricca d’errori: l’azzurro conduce una prova regolare, con un punteggio sempre a ridosso dei 70 punti, ma sbaglia il 5° tuffo, con un bruttissimo ingresso in acqua ed un punteggio di 39.50 (fioccano i 4) che alla fine è decisivo per la sua eliminazione. E pensare che, nonostante quell’errore, prima dell’ultima serie Benedetti era ancora nei 12, a causa delle svariate topiche altrui: malissimo infatti Zakharov, ultimo con un bruciante zero, mentre Laugher si salva solo con l’ultimo tuffo ed elimina per 2.10 punti proprio Benedetti, che chiude 13°. Alle 23.30 la finale, con qualche errore in meno e l’oro al cinese Cao Yuan davanti a Laugher ed Hausding.

LOTTA GRECO-ROMANA- Eliminazione con colpo di scena per Daigoro Timoncini nella categoria 98kg della lotta: l’italiano perde 5-2 nell’incontro contro l’armeno Aleksanyan ed esce subito. Anzi no, perchè dopo un combattimento duro e senza storia, il nostro entra nel girone di ripescaggio proprio grazie alla qualificazione in finale di Aleksanyan: contro il rumeno Alexuc-Ciurariu, però, ecco la nuova sconfitta per 3-0, e la fine dell’esperienza a Rio 2016.

VELA- Una giornata abbastanza interlocutoria per l’Italia della vela, che vede nuovamente sfumare la seria possibilità di andare a medaglia: le Medal Race non portano bene agli azzurri, che bruciano una nuova possibilità di podio (com’era successo con la Tartaglini nella RS:X) nella classe mista Nacra 17. Il team composto da Bissaro e Sicouri, infatti, era 2° dopo le scorse regate, ma disputa una gara disastrosa, viste le premesse: per di più di metà gara i nostri sono infatti ultimi, salvo poi rimontare e chiudere al 7° posto, piazzamento che non basta per la medaglie e ci fa scivolare al 5° posto nella generale. Nelle altre classi, invece, risultati altalenanti: Conti-Clapcich chiudono le regate della 49er FX al 6° posto nella generale (6°-4° e 7° posto nelle gare odierne) e volano in Medal Race, mentre l’opportunità sfuma all’ultimo per Tita e Zucchetti nella 49er maschile. Gli azzurri infatti ad un certo punto della giornata erano in corsa per la regata conclusiva (dopo il 7° ed il 10° posto nelle prime due regate, erano 11mi), ma hanno buttato via tutto col 19° posto nella regata 12, che li ha fatti scivolare al 14° in generale: un piazzamento, il 19° posto che è quello raggiunto da Berta e Sinno nella generale della 470 femminile. Disastrosa la prova delle azzurre, con due ultimi posti nelle tre regate odierne ed una lunga serie di risultati negativi a determinare una classifica che è tutt’altro che nobile.

NUOTO SINCRONIZZATO- ”Sweet dreams” come colonna sonora, ed un 6° posto complessivo che viene confermato: le azzurre Linda Cerruti e Costanza Ferro fanno bella figura anche nel programma libero del sincro duo, con 92.3667 punti che vanno a sommarsi ai 90,4412 di ieri. 182,8079 punti complessivi dunque, che valgono il 6° posto finale in una finale che vede sul podio Russia, Cina e Giappone.

 

GINNASTICA ARTISTICA- Il programma della ginnastica vedeva una sola finale tinta d’azzurro, quella del corpo libero con Vanessa Ferrari che andava a caccia della personale rivincita, dopo la beffa di Londra: una rivincita che non è arrivata, dato che l’azzurra, che veniva da un ottimo risultato nelle qualificazioni e chiudeva quest’oggi la sua carriera  (che durava dal 2005), è arrivata nuovamente al 4° posto. Fatale per Vanessa, che pure aveva fatto un esercizio pressochè perfetto, una leggera imprecisione al momento della chiusura dell’esercizio, penalizzata in modo eccessivo dai giudici che, di contro, hanno dato un gran punteggio all’esercizio senza particolari picchi della britannica Tinkler: bronzo alla Gran Bretagna con 14.933, mentre la Ferrari chiude con la medaglia di legno e 14.766. Una nuova delusione per l’azzurra, che chiude la sua carriera a 26 anni da compiere (a novembre) e senza medaglie olimpiche in una finale che vedeva impegnata anche Erika Fasana: per l’altra italiana il 6° posto con 14.533 ed un buon esercizio, nella gara in cui la Biles ha stravinto il suo quarto oro davanti alla connazionale Raisman.

PALLANUOTO- Il Setterosa chiama, il Settebello risponde: la pallanuoto resta una delle grandi certezze dell’Italia sportiva, e di un paese che è l’unico a portare entrambe le squadre nella semifinale olimpica. Anche i ragazzi di Campagna, infatti, centrano l’obiettivo dopo una grande gara contro la Grecia: per gli azzurri un netto 9-5 con una grande prestazione di squadra ed il ruolo da anchorman per il portierone Tempesti, il Buffon ”acquatico”. Ed ora in semifinale ci attende la Serbia, per un tabellone a forte spinta balcanica, che vede dall’altro lato la sfida tra la favorita Croazia ed il Montenegro.

BEACH VOLLEY– Una medaglia inattesa, ma altrettanto meritata: la semifinale ottenuta da Daniele Lupo e Paolo Nicolai rappresentava già il miglior risultato azzurro nel beach volley olimpico, ma i nostri ragazzi, quinti a Londra e rientrati in gara solo al ripescaggio, ci tengono a riscrivere continuamente la storia: 2-1 in rimonta alla seconda coppia russa (avevano già battuto Liamin e Barsuk ai quarti) ed è finale per l’oro contro i fortissimi brasiliani Alison Cerutti e Bruno Schmidt. Un match che si disputerà alle 4.59 italiane nella notte tra giovedì e venerdì, ma che non sarebbe esistito senza l’ennesima grande rimonta di una coppia ormai abituata a sorprenderci: dopo aver eliminato Ranghieri-Carambula negli ottavi e gli altri russi nei quarti, Lupo e Nicolai si ripetono in un match difficile soprattutto per la grande statura di Semenov, oltre 2,10m. Gli azzurri soffrono nel primo set, perso 21-15 con due decisioni contestate ed un’assurda lite tra gli arbitri per un punto che doveva essere nostro e ci viene tolto, ma si riprendono nel 2°: Lupo e Nicolai hanno infatti preso le misure e mettono spesso in difficoltà gli avversari, ottenendo un meraviglioso 21-16 che ci porta al tiebreak. Ed è il tiebreak a condurre l’Italia intera all’apoteosi: Lupo-Nicolai lottano punto a punto, vanno in vantaggio, vengono ripresi e tornano avanti, fino al fortissimo punto del 15-13 di Daniele Lupo che vale la finale e la sconfitta del duo Krasilnikov-Semenov, imbattuto sin qui.

Ci giocheremo l’oro col Brasile in una finale inattesa e per questo bellissima: il beach italiano è almeno d’argento, per un sogno che nessuno immaginava prima del ripescaggio vinto da questa coppia che non molla mai.

E così questo è ciò che è successo nella giornata odierna, e vi lasciamo così col racconto di questa semifinale da antologia: appuntamento a domani col nuovo resoconto della giornata azzurra, nella speranza di dovervi raccontare qualche medaglia di prestigio…

Marco Corradi
31 anni, un tesserino da pubblicista e una laurea specialistica in Lettere Moderne. Il calcio è la mia malattia, gli altri sport una passione che ho deciso di coltivare diventando uno degli Azzurri di Gloria. Collaboro con AlaNews e l'Interista

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