Le Olimpiadi di Tokyo 2022 stanno per concludersi e lo sguardo si sposta inevitabilmente al prossimo evento sportivo mondiale, le Olimpiadi invernali di Pechino 2022. il Segretario Generale del Coni Carlo Mornati spiega la situazione e le preoccupazioni

Fonte Foto: www.coni.it

Come riportato dal sito adnkronos, il Segretario Generale del CONI Carlo Mornati ha parlato a Casa Italia durante le Olimpiadi ancora in corso a Tokyo. Dopo aver espresso gioia e orgoglio per i risultati fino ad ora raggiunti dalla spedizione azzurra, Mornati ha espresso un pensiero anche sulle prossime Olimpiadi invernali di Pechino 2022, dicendo: “I Giochi di Pechino 2022? È complicato, la Cina è chiusa non solo per noi ma per tutti. Sarà molto difficile fare quello che abbiamo potuto fare in Giappone. Non ci sono voli, c’è la quarantena per andare e tornare. Le due federazioni dello sci e del ghiaccio dovrebbero andare per fare i Test event a due mesi dai Giochi. Lo Sci non vorrebbe andare ad oggi. Se si deve fare la coppa del mondo nessuno può andare. Se non cambiano regole di ingaggio, con questo protocollo non va nessuno”.

Poi in riferimento al lavoro fatto fino ad ora: “Con estrema soddisfazione posso dire che dietro ogni medaglia, o ogni atleta, c’è una piccolissima particella di Coni direttamente o indirettamente”. “Abbiamo lavorato 5 anni con le federazioni. Le performance sono fatte di millesimi, millimetri. Se penso al 470 Nacra 17 la caratterizzazione dei foil sono state fatte con l’Istituto, le due medaglie della marcia hanno fatto un progetto congiunto Coni-Fidal pilota per l’acclimatamento. Jacobs è venuto a Roma per stare all’Istituto, usare la strumentazione del Paolo Rosi, grazie a Dio lo sport è molto onesto, o si vince o si perde, e i risultati si vedono”.

Sul Presidente Malagoò: “Malagò ci ha dato carta bianca nel ripensare un modello nel 2014, portando i centri del Coni sotto la supervisione della preparazione olimpica. Siamo partiti da un profondo processo di riflessione, puntando tutto sulla preparazione olimpica, tra centro di preparazione e Istituto di medicina sportiva, veri e propri asset: ma il modello doveva essere portato a compimento qui a Tokyo. È stato un banco di prova molto importante, e come modello operativo-gestionale funziona. Un metodo d’approccio che è bello vederlo realizzato anche per chi non ha vinto. Il nostro obbiettivo è la trasversalità. Parlare di marginal game è normalità per gli anglosassoni ma noi abbiamo lavorato orizzontalmente invece che verticalmente”.

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