Oggi la campionessa del nuoto italiano Federica Pellegrini compie 29 anni. Un compleanno segnato dal successo ai Mondiali di Budapest 2017, ennesima perla di un’atleta che ha saputo rigenerarsi dopo le critiche degli ultimi anni.
La capacità di vincere, di cadere, di rivincere non è apprendibile. C’è chi se la porta dentro e ha il dono di tramandarla ai contemporanei, e magari ai posteri. Chi meglio di Federica Pellegrini rappresenta il mito dell’araba fenice? Ha spiccato il volo, ha perso quota, è morta bruciata dalle critiche negli ultimi anni, è rinata dalle sue stesse ceneri nelle acque di Budapest poco più di una settimana fa. Una storia che va aldilà dello sport, un esempio per tutti.
La precocità olimpica, l’attitudine mondiale
Un colpo di fulmine, il senso della predestinata. Fu quello che gli italiani, sportivi e non, pensarono quando la 16enne Federica Pellegrini vinse ad Atene 2004 la medaglia d’argento nei 200 metri stile libero alla sua prima Olimpiade. Un trionfo diventato d’oro appena quattro anni dopo a Pechino 2008, dove la nuotatrice veneta conquistò il gradino più alto del podio a vent’anni esatti. Un successo che Fede bissò nei Mondilali di Roma 2009: oro sia nei 200 m che nei 400 m sl, la stessa doppietta che due anni dopo sarebbe arrivata alla kermesse mondiale di Shanghai 2011. Nell’anno immediatamente precedente alle Olimpiadi di Londra 2012, le prime senza medaglie per la Pellegrini (5^ nei 200), insuccesso che la critica mette subito all’indice. Ma l’attitudine mondiale di Federica sembra immune dal rumore dei nemici, trovando conferme negli argenti di Barcellona 2013 e di Kazan 2015, più di trecento giorni prima della sua seconda Olimpiade senza medaglie. A Rio 2016 la Pellegrini chiude appena fuori dal podio: cinque giorni dopo il suo 28esimo compleanno, arriva 4^ nei suoi 200 e muore, bruciata dalla critiche dei suoi ex osannatori. Il resto è storia recente: l’americana Ledecky, trionfatrice ai Giochi brasiliani, che perde terreno, Fede la supera e chiude davanti a tutte. Poi gli occhialini e la cuffia che volano via, le mani che si sfogano contro la sua acqua in un’esultanza liberatoria. La stampa che ne celebra le lodi, la stessa che ne aveva precocemente organizzato il “funerale” sportivo.
Un esempio per tutti
Sentiamo parlare di Fede da 13 anni: è un dato di fatto. E ne sentiamo parlare per una ragione ben precisa: ha saputo conquistarsi la nostra attenzione. Lo ha fatto con la passione, con tanta dedizione, con un immenso talento. Nel giorno del suo 29esimo compleanno la vogliamo ringraziare e sentiamo anche il dovere di chiederle scusa a nome di altri. A nome di chi considera un 5° o, peggio, un 4° posto un risultato deludente alle Olimpiadi, preso dalla cecità del risultato a tutti i costi. Quando si definisce Federica Pellegrini un “mito” lo si fa con cognizione di causa. Lei, fenice dentro, ci ha insegnato che credere in noi stessi e tapparsi le orecchie sono armi preziose per vincere le nostre battaglie, quotidiane e di lungo periodo. Grazie Campionessa per essere quella che sei: la dimostrazione che volere è potere, e tutto il resto non conta.
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