Taekwondo: Mauro Sarmiento, prima medaglia olimpica azzurra nella disciplina a Pechino 2008 (argento) e bronzo a Londra 2012. Ecco la sua storia.

Mauro Sarmiento esulta a Londra 2012

MAURO SARMIENTO: DAL CALCIO AL TAEKWONDO PER CASO

Casoria, periferia di Napoli. Il 10 aprile 1983 nasce Mauro Sarmiento, il primo medagliato olimpico italiano nel taekwondo.

Il piccolo Mauro cresce con il mito di Maradona, delle sue giocate strabilianti. Da grandissimo tifoso del Napoli, il suo sogno è quello di giocare a calcio e di imitare il suo idolo, l’idolo di una città intera malata di questo sport. Da bambino gioca in uno dei tanti campetti intorno casa, ma il papà fa il vigile urbano e non può portarlo agli allenamenti. Un suo collega gli consiglia di fargli provare il taekwondo: un maestro della disciplina ha una palestra proprio sotto casa sua. Da quel momento tutto cambia: Mauro Sarmiento intorno ai dieci anni conosce lo sport che gli cambierà la vita, portandogli gloria e successi agonistici, e anche l’amore.

Inizia con qualche piccola gara, fino al primo campionato Juniores, dove arriva terzo. All’inizio Mauro Sarmiento non è convinto, inizia a praticare il taekwondo controvoglia, ci mette molto a imparare la disciplina. Ma il talento naturale c’è e viene notato durante uno stage a Pozzuoli: arriva così la prima convocazione in Nazionale, fino ad arrivare alla chiamata di trasferimento a Roma per diventare un professionista a tutti gli effetti. Ma Mauro è troppo legato alla sua famiglia e alla sua terra e non si qualifica per Atene 2004.

Alto 1.98m e 80 kg di peso – sua categoria di combattimento –, in molti notano il suo talento, che deve però essere coltivato: Mauro Sarmiento si allena fino a 4 volte al giorno, con rigore e disciplina, impegnandosi ma ricordandosi sempre anche di divertirsi. Lo sport deve piacere, e il taekwondo gli insegna lealtà, correttezza, trasparenza, educazione e decisione.

Mauro Sarmiento diventa caporal maggiore dell’esercito. Galeotto fu il taekwondo: per la moglie Veronica Calabrese, anche lei taekwondoka, è una grande sofferenza quando il marito gareggia. Sentimento ricambiato da Mauro: meglio essere in prima persona sul tatami.

Per caricarsi, mantiene il legame con la sua terra: una canzone su tutte, “Non mollare mai” di Gigi D’Alessio, e se non è l’ultimo dei neomelodici, è sicuramente musica napoletana.

Per gli amici è “O’ luong”, per la famiglia è “Maurì”. E per l’Italia sportiva è una grande scoperta.

MAURO SARMIENTO E IL SUO DOPPIO SOGNO OLIMPICO

Il 2008 è un anno magico per Mauro Sarmiento. Vince la medaglia di bronzo agli Europei e parte per le Olimpiadi di Pechino.

Lì realizza un sogno meraviglioso quanto inaspettato: arriva fino in finale nella sua categoria -80 kg, dove raccoglie l’unica sconfitta dall’iraniano Hadi Saei e si mette al collo l’argento, la prima medaglia olimpica azzurra nel taekwondo, divenuto sport ufficiale dei Giochi da Sydney 2000.

Il 1° settembre 2008 a Roma Mauro Sarmiento viene insignito dal Presidente della Repubblica del titolo di Ufficiale Ordine al merito della Repubblica Italiana.

Mauro Sarmiento con l’argento di Pechino 2008

Le vittorie e le soddisfazioni per Mauro Sarmiento non finiscono qui. Nel 2010 vince l’oro ai Mondiali Militari e il 2 luglio 2011, nel torneo di qualificazione di Baku in Azerbaigian, conquista la possibilità di partecipare alle Olimpiadi di Londra 2012.

Un sogno olimpico vissuto sin dal primo giorno. Mauro Sarmiento parte da solo alla volta della capitale britannica soltanto per prendere parte alla cerimonia di apertura dei Giochi: durante la sfilata con Russo, Occhiuzzi e Avola sfoggia un tricolore goliardico con la scritta “Benvenuti al sud”. Rientra in Italia per ripartire successivamente e disputare le sue gare in programma al termine della seconda settimana delle Olimpiadi.

Il 10 agosto 2012 Mauro Sarmiento riesce a salire per la seconda volta consecutiva sul podio olimpico, conquistando la medaglia di bronzo.

Mauro Sarmiento con il bronzo di Londra 2012

Il taekwondoka continua a essere un punto fermo della disciplina in Italia, con nuovi ruoli e nuovi compiti, un esempio e un’ispirazione per tutti i giovani che vogliono approcciare lo sport con impegno e allegria.

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Giornalista, onnivora di cultura a 360º. Lavoro nel campo dei media, in particolare nel mondo dell'informazione e social. Lo sport è una delle mie tante passioni, coltivata sul campo, sui libri e sullo schermo.

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