Le Olimpiadi 1900, le seconde della storia e le prime lontano dalla Grecia (in onore del barone De Coubertin), ci regalano storie bellissime ed incredibili: dai successi di Conte e Trissino, all’oro ‘’fantasma’’ di Brusoni. Tutte le storie olimpiche di quest’edizione.
L’ITALIA AI GIOCHI OLIMPICI 1900
Le Olimpiadi di Parigi 1900, le seconde della storia, hanno visto l’Italia cogliere i suoi primi successi a livello internazionale: sono state la scherma, l’equitazione ed il ciclismo le discipline protagoniste delle vittorie azzurre, con un totale di 5 medaglie riconosciute dal CONI, tre d’oro e due d’argento. E questa puntualizzazione sul fatto che la cinquina è riconosciuta dal CONI è doverosa, dato che per il CIO l’Italia in quell’edizione dei Giochi Olimpici ha raggiunto solo quota 4 medaglie: l’oggetto del contendere è l’oro di Enrico Brusoni, riconosciuto anche a livello nazionale solo nel 1999. Le Olimpiadi 1900, infatti, per il budget esiguo fornito dal CIO, erano state inserite a mò di attrazione all’interno dell’Esposizione Universale, ed ancora oggi si discute su quali gare siano state disputate effettivamente e non a puro scopo dimostrativo. Una delle gare ‘’contese’’ è proprio quella di Enrico Brusoni, capace di portare a casa uno storico successo in una disciplina, la corsa a punti sui 5km, che faceva il suo esordio proprio a Parigi: l’azzurro aveva dominato, ma è morto nel 1949 senza che il suo oro fosse riconosciuto a livello nazionale ed internazionale. Brusoni dunque, per il CONI, rientra tra le 5 medaglie azzurre (l’Italia si piazza ottava nel medagliere), facendo il paio con gli ori di Antonio Conte (sciabola per maestri) e Gian Giorgio Trissino (salto di potenza in alto, equitazione), poi argento nel salto di potenza in lungo: il secondo argento, invece, era arrivato da Santelli, sempre in quella sciabola per maestri che vide Conte trionfare a Parigi 1900.
GIAN GIORGIO TRISSINO E ANTONIO CONTE: NON QUELLI CHE PENSATE VOI
Quello del 1900 era uno sport diverso, dilettantistico e capace di assegnare una medaglia anche ai maestri d’armi, e non solo agli atleti: in quest’ottica nasce la vittoria di Antonio Conte, primo medagliato assoluto della scherma azzurra, dotato tra l’altro di un cognome che rievoca ricordi calcistici. Nessuna parentela per lui col futuro giocatore e allenatore della Juventus, ma la stessa mentalità vincente, che lo porterà ad essere un ottimo atleta ed un grande maestro d’armi (un suo allievo vincerà l’oro nella gara per atleti): è lui il grande protagonista di Parigi 1900 per l’Italia, insieme ad un altro atleta dal cognome e dalla discendenza a dir poco curiosi.
Stiamo parlando di Gian Giorgio Trissino, ed anche in questo caso il nome inganna: il conte vicentino, diretto discendente del noto poeta e linguista e rampollo di quella famiglia nobile, sarà con Conte il protagonista di quest’Olimpiade, che passerà alla storia anche per le sue insolite omonimie. Trissino, richiamato in fretta e furia per rimpiazzare il suo maestro Caprilli, al quale fu impedita la partenza per lo scioglimento delle Camere (era un militare), vinse infatti l’oro nel salto in alto e l’argento nel salto in lungo dell’equitazione, ed entrò a suo modo nella storia.
Antonio Conte e Gian Giorgio Trissino: due insolite omonimie per due grandi atleti, che risultano tra i primi ad aver reso grande l’Italia sportiva ai Giochi olimpici.
IL MEDAGLIERE DELLE OLIMPIADI 1900
Mai come in questo caso, il medagliere di un’edizione olimpica ha premiato la nazione di casa: Parigi 1900 ha infatti visto svettare la Francia, capace di centrare 101 medaglie, con 26 ori, e doppiare gli Stati Uniti, fermi a quota 47 davanti alla Gran Bretagna, che arriva a 30 medaglie. Quest’edizione dei Giochi, com’era già capitato nel 1896 e capiterà nel 1904, vedrà anche partecipare una squadra mista composta da atleti di nazioni variegate, che chiuderà quarta nel medagliere: per l’Italia, come dicevamo, un’edizione di spessore, che ci ha visto centrare 5 medaglie. Tre ori, due argenti e l’8° posto complessivo nel medagliere di Parigi 1900, appena alle spalle di quella Germania che si fermò a quota 8 podi.