Ad aggiudicarsi Le Olimpiadi invernali 1988 è Calgary, prima città Canadese a ospitarli. L’Italia si presenta con 77 atleti, 55 uomini e 22 donne, tra loro Alberto Tomba, che diventa una superstar a livello mondiale con le due vittorie nello slalom. Per la prima volta vanno in scena tre nuovi sport, per questa edizione ancora a scopo dimostrativo: curling, freestyle e short track.

 Le Olimpiadi invernali 1988, disputate a Calgary

 

L’ITALIA AI GIOCHI OLIMPICI 1988

Le Olimpiadi di Calgary 1988 vedono una forte personalità in Manuela Di Centa, che fa parlare di sè prima della partenza per gli accordi stipulati con la Federazione italiana in merito alla gestione della sua salute, esclusiva dell’atleta. La fondista azzurra però non sembra trovare la stessa grinta in gara. La delusione maggiore arriva nella 10km di fondo, con Manuela che chiude ventesima, mentre è sesta nella 20km, miglior risultato di sempre nel fondo azzurro, ma ancora lontano da una medaglia. Alberto Tomba vince due ori e conquista la simpatia del pubblico con la sua personalità dirompente, oro che sfugge invece a De Zolt nella 50km. Nella staffetta 4×10 sfumano le possibilità di medaglia dopo una gara che ha visto gli azzurri addirittura primi nella prima frazione, mentre Johann Passler scrive una pagina di storia con una doppietta nel biathlon, individuale e staffetta.

DUE ORI PER TOMBA LA BOMBA

Ci sono personaggi incredibili sulle nevi canadesi, impossibile non citare il debutto della Giamaica nel bob, le gesta dei quattro atleti e del loro allenatore verranno poi raccontate nel film “Cool Runnings” della Disney e Eddie “Eagle” Edwards nel salto con gli sci, che diventa uno dei beniamini dell’edizione per i suoi scarsissimi risultati. E’ però un carabiniere di Bologna lo spirito delle Olimpiadi invernali 1988. Alberto Tomba arriva a Calgary dopo una rocambolesca medaglia di bronzo nello slalom gigante ai mondiali del 1987 e una doppia vittoria a novembre al Sestriere, speciale e gigante. Le possibilità di medaglia azzurre sono alte, ma è anche la prima Olimpiade a cui partecipa Tomba e nessuno può sapere come si comporterà. Il battesimo è il SuperG, la tattica è quella di affrontare la prima parte del tracciato con prudenza per poi spingere in seguito, ma Alberto fa tutto il contrario ed esce alla terza porta. Non è quella però la gara che interessa allo sciatore bolognese. Tomba è il dominatore assoluto dello slalom gigante e due giorni dopo, per lo speciale, riesce a fermare addirittura il Festival di Sanremo che il 27 febbraio interrompe la finale per collegarsi con le nevi di Nakiska. Nella seconda manche la “Bomba” è inarrestabile, aggredisce la pista senza sbavature e ferma il cronometro a 1’39”56, ma si deve da aspettare. Deve ancora scendere il tedesco Worndl, l’attesa è snervante e il primo della classe sembra non sbagliare nulla mentre scende deciso tra i pali. Qualche sbavatura però c’è e i 6 centesimi di distacco dall’italiano lo dimostrano. Alberto Tomba è oro anche nello speciale.

IL MEDAGLIERE DELLE OLIMPIADI INVERNALI 1988

Sono 5 le medaglie che l’Italia conquista alle Olimpiadi invernali di Calgary 1988. Il doppio oro di Alberto Tomba nello slalom, l’argento di Maurillio De Zolt nella 50km di fondo e il doppio bronzo nel biathlon portano gli azzurri al decimo posto del medagliere olimpico. Il biathlon ha la sua occasione a Calgary 1988 per farsi scoprire dal grande pubblico. La doppia vittoria di Tomba quasi oscura l’impresa di Johann Passler nel biathlon, protagonista di una grande rimonta sul terzo posto, strappato al sovietico Tchepikov, con il tempo di 57’10”1, ma il distacco dalle prime due posizioni è davvero minimo e il pensiero va a quei due minuti di penalità dovuti agli errori nel tiro. È comunque una medaglia eccezionale, che si ripete a pochi giorni di distanza, quando insieme ai compangi di squadra Werner Kiem, Gottlieb Taschler e Andreas Zingerle arrivano terzi  alle spalle di Unione Sovietica e Germania Ovest. Nel complesso, un risultato quindi migliore rispetto a quello ottenuto alle Olimpiadi invernali di Sarajevo 1984.

Simone Lo Giudice
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