Il primo turno del World Group 2 di Fed Cup 2017. L’Italia è stata sconfitta dalla Slovacchia. La conferenza stampa del capitano Tathiana Garbin a fine partita.
Il capitano Garbin sul ko con la Slovacchia
La vittoria dell’Italia di Jasmine Paolini e Martina Trevisan nel doppio ha reso meno amaro un pomeriggio atroce. La resa di Sara Errani contro la Hantuchova e il tracollo di Francesca Schiavone hanno confermato quanto in molti sapevano: l’epoca d’oro è finita e la ripartenza sarà lenta e difficile. A fine partita, il nuovo capitano Tathiana Garbin ha detta la sua sul tracollo azzurro di Forlì: “In questi due giorni ho imparato sicuramente qualcosa, non credo mai di aver raggiunto una conoscenza totale delle cose. Dovrò imparare a conoscere ancora di più le giocatrici. Al momento conosco di più le più piccole perchè ho iniziato ad allenarle quando ho smesso di giocare. Comunque per costruire e conoscere davvero una squadra ci vuole tempo. Serve tempo e conoscenza l’una dell’altra. Devi sapere quando intervenire oppure quando lasciar perdere. Io mi sento una persona molto umile e so che c’è ancora tanto da imparare”.
La Garbin e la Schiavone
“Con Francesca c’è stata una piccola collaborazione – ha detto la Garbin – da quando ho smesso di giocare fino al Roland Garros 2011, dove lei ha raggiunto la finale. Non vedevo Francesca da molto tempo, non conoscevo certe dinamiche del suo comportamento in campo. Per questo motivo Corrado (Barazzutti, ndr) è venuto qui: voleva darmi una mano in questo senso. E’ stato con lei 13 anni e sa come va gestita in certe situazioni”.
La Garbin sulla Giorgi
Il capitano Garbin ha risposto anche alla domanda più calda, quella sul futuro di Camila Giorgi in Nazionale, squalificata dalla Federtennis per nove mesi: “Mi dispiacerebbe dover chiudere la porta, aspettiamo di capire come evolve questa situazione. Abbiamo saputo della squalifica quando eravamo insieme in Australia (in occasione degli Australian Open, ndr), quindi non c’è stata la possibilità di parlarne. Io lascio una porta aperta, nel futuro non si sa mai. Abbiamo visto quello che è successo in precedenza con Simone Bolelli, poi c’è stato un riavvicinamento con la Federazione. Spero che ci sia un riavvicinamento simile anche con Camila in futuro”.
Le intenzioni di Trevisan e Paolini
Alla conferenza stampa hanno preso parte anche le più giovani della spedizioni, Paolini e Trevisan, reduci dal successo nel doppio, dal quale le slovacche si sono ritirate in svantaggio 5-2 nel primo set. Saranno loro il futuro dell’Italia? Di che cosa avranno bisogno per potersi imporre? “Chiedo la salute – ha detto Martina Trevisan – Se hai la salute giochi serena, puoi entrare in campo e pensare solo a giocare. Non devi pensare a dover stare attenta a ogni scatto. Se avrò la salute, allora potrò iniziare a fare davvero il mio gioco”. Ci sta riuscendo Jasmine Paolini, che agli Australian Open 2017 si è spinta fino al primo turno delle qualificazioni, dove ha avuto la peggio proprio con Rebecca Sramkova, giustiziere di Errani prima e Schiavone poi in questi giorni di Fed Cup: “Mi auguro di giocare partite di alto livello con continuità. Un conto è giocarne una. Un conto è giocarne due, tre, quattro, cinque di fila: quella è un’altra cosa. Tanti fattori possono impedirti di mantenere il livello del giorno prima nel corso di un torneo. Sicuramente influisce anche l’abitudine di giocare con tenniste di alto livello”. Oggi Martina e Jasmine hanno fatto il loro esordio in Fed Cup a qualificazione ormai compromessa, lasciando comunque un’ottima impressione: “Non abbiamo provato spesso il doppio – ha detto la Trevisan – Sul campo c siamo trovate bene però, io e Jasmine ci conosciamo da tempo. Penso che continueremo con questo doppio”. Questa è una delle pochissime note positive della due giorni forlivese, da dove l’Italia di Fed Cup è uscita con le ossa rotte.
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