Dopo l’exploit di Tjanjin (successo nel torneo di doppio), la tennista romignola ha conquistato il suo primo torneo singolare della sua “nuova” vita sportiva.
L’elogio della follia. Di quella dei suoi detrattori, convinti che non sarebbe mai più tornata. Ma anche della follia “sana” di Sara che da quando è riscesa sul cemento, dopo la squalifica, sa solo vincere. Dopo il doppio di Tjanjin, l’Errani ha sbancato anche Suzhou, vincendo il torneo singolare. Una vittoria che la proietta nelle prime 150 del mondo e che consente all’ex Chichi di scalare un centinaio di posizioni in poche settimane.
Che semifinale!
A Suzhou per Sara Errani è stata un’altalena di emozioni. Facili i sedicesimi di finale con l’americana Elie (sconfitta dall’italiana con doppio 6-3), più ostici gli ottavi dove sono serviti tre set per superare l’israeliana Glushko (6-2, 6-7, 6-2). Quarti di finale sul velluto grazie al netto 2-0 rifilato alla cinese Zhang (6-2, 6-1). E poi è arrivato il clou del torneo. La semifinale con la giapponese Nara, a ridosso della centesima posizione mondiale, è stata di fatto una finale anticipata: perso il primo set 3-6, l’Errani si è rimboccata le maniche, ancora una volta, e ha avuto la meglio con un doppio 6-3. Nella finale non c’è stata storia: 2-0 alla cinese Guo, che ha conquistato appena un game in tutta la partita. Per Sara Errani è il decimo titolo individuale in carriera: non ne vinceva uno dal febbraio 2016, quando ai Dubai Tennis Championships ebbe la meglio sulla ceca Barbara Strycova, anche allora con un netto 2-0 (6-0, 6-2).
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