Biathlon, Coppa del Mondo 2021. La stagione ha visto la Norvegia assoluta protagonista, con Tiril Eckhoff e Johannes Boe capaci di conquistare la Sfera di cristallo in campo femminile e maschile. Quella dell’Italia è stata un’annata difficile, in cui, però, non sono mancate le gioie. Né ottimi spunti da cui ripartire.

Il quartetto dei big-four azzurri e i tecnici della Nazionale festeggiano il secondo posto nella staffetta mista di Nove Mesto (fonte: pagina Facebook ufficiale di Lukas Hofer)

Biathlon, Coppa del Mondo 2021: una stagione all’insegna della Norvegia

Si è conclusa, settimana scorsa, la Coppa del Mondo di biathlon 2021. Un’edizione molto particolare, segnata dalla congiuntura sanitaria globale, tra assenza di pubblico, location e spostamenti limitati e cambi di regolamento, con molte più gare “scartabili”. Ma anche dal grande spettacolo, tra gare avvincenti, duelli all’ultimo poligono, conferme, innumerevoli sorprese e una nazione capace di monopolizzare la classifiche generali e di specialità.

La Norvegia, in particolare, è stata l’assoluta protagonista del massimo circuito IBU, l’International Biathlon Union. La squadra Norge, infatti, ha conquistato sia la Coppa del Mondo femminile, con Tiril Eckhoff, sia quella maschile, con Johannes Thingnes Boe. Quest’ultimo è giunto alla terza Sfera di cristallo consecutiva, nonostante l’agguerrita concorrenza del giovane connazionale Sturla Holm Laegreid, il miglior under-25 del circuito maschile. Che, alla prima, vera, stagione in Coppa del Mondo, non solo si è giocato la conquista della classifica generale, fino all’ultima gara, ma è anche riuscito a vincere le Coppe delle specialità inseguimento e individuale.

Johannes Thingnes Boe festeggia la vittoria della classifica generale della Coppa del Mondo 2021 (fonte: pagina Facebook ufficiale di Johannes Boe)

In campo maschile, oltre alla classifica per nazioni e quella della staffetta, la Norvegia si è inoltre imposta nella specialità sprint, sempre con Johannes Boe, e in quella della partenza in linea, con il maggiore dei fratelli Boe, Tarjei, completando un clamoroso en plein. Solo sfiorato in campo femminile, dove però, ugualmente, ha nettamente dominato Tiril Eckhoff.

La neo-detentrice della Sfera di cristallo, la prima in carriera, è riuscita a riscattare al meglio il secondo posto dello scorso anno, quando chiuse alle spalle dell’azzurra Dorothea Wierer in classifica generale. Eckhoff, oltre che nella generale, ha trionfato anche nelle classifiche delle specialità sprint e inseguimento. Due format in cui la nordica ha conquistato, rispettivamente, sette vittorie in dieci gare e sei successi in otto prove. In totale, la leader del circuito, in ventisei gare stagionali in singolar tenzone, ha chiuso diciassette volte sul podio, di cui tredici sul gradino più alto. La Norvegia si è inoltre imposta nella classifica per nazioni del settore femminile, aggiudicandosi, con la giovane Ingrid Tandrevold, la Coppa della partenza in linea.

A smarcarsi dal dominio Norge è stata la Svezia, che ha messo in bacheca la Coppa della staffetta femminile, complice anche un’ottima forma nella prima parte della stagione; ma anche l’austriaca Lisa Theresa Hauser e l’azzurra Dorothea Wierer, aggiudicatesi ex equo la Coppa della specialità individuale.

Tiril Eckhoff in posa con la Sfera di cristallo, il massimo trofeo del circuito IBU (fonte: pagina Facebook ufficiale di Tiril Eckhoff)

La stagione dell’Italia: i successi di Wierer e Hofer, le difficoltà della preparazione, le delusioni dei Mondiali e la crescita degli azzurri

Al di là del successo di Wierer nella Coppa della specialità individuale, la stagione dell’Italia è stata assai complicata. Condizionata dalle difficoltà occorse al gruppo FISI in fase di preparazione, quando un focolaio Covid ha impedito ad azzurre e azzurri di allenarsi al meglio nel momento topico della pre-stagione. Biatlete e biatleti italiani sono quindi giunti al primo appuntamento stagionale, a Kontiolahti, con una condizione non certo ottimale. Ritrovata, con difficoltà, nel corso della prima parte della stagione; dunque ripersa alla vigilia dei Mondiali di Pokljuka 2021, chiusi dall’Italia senza medaglia.

Nonostante le difficoltà, la Nazionale ha conquistato, nel corso della Coppa del Mondo di biathlon 2021, undici podi, conditi da due vittorie. Una a firma Dorothea Wierer, impostasi, ennesima dimostrazione di classe e talento, nella prima gara della stagione, la 15km di Kontiolahti. L’altra grazie a Lukas Hofer, al secondo successo in carriera nella sprint di Östersund.

Wierer e Hofer, le due punte di diamante del biathlon italiano, hanno apposto il proprio sigillo in dieci degli undici piazzamenti azzurri: la campionessa di Anterselva, oltre alla vittoria nell’individuale finlandese, è salita sul podio nella partenza in linea di Hochfilzen, oltre che nelle sprint di Oberhof, Nove Mesto e Östersund; mentre la stella di San Lorenzo di Sebato, oltre al successo in Svezia, è andato a podio nella sprint di Nove Mesto e nell’inseguimento di Östersund; nonché nella staffetta maschile di Oberhof, con Thomas Bormolini, Tommaso Giacomel e Dominik Windisch, e nella mista in Repubblica Ceca, con il rodato quartetto formato dai big-four azzurri Hofer, Windisch, Wierer e Lisa Vittozzi. Quest’ultima, terza nella prima sprint di Nove Mesto, unico acuto stagionale, in campo individuale, della sappadina. Che ha definito la stagione recentemente conclusasi «una delle più dure della mia carriera».

Lisa Hauser e Dorothea Wierer con la Coppa della specialità individuale (fonte: pagina Facebook ufficiale IBU Biathlonworld)

Al netto delle delusioni (complici anche molti piazzamenti in top-five, senza podi) e delle difficoltà, l’Italia ha avuto anche alcune note liete.

In primis, la crescita dei classe Duemila Didier Bionaz e Tommaso Giacomel, che alla prima stagione di Coppa hanno rimarcato quanto di buono fatto vedere nell’ultimo scampolo della scorsa annata. Allo stesso modo, il classe Novantuno Thomas Bormolini ha proseguito nel proprio percorso di crescita, chiudendo al quarantaquattresimo posto in classifica generale, miglior piazzamento in carriera. Incoraggianti anche le prove di Michela Carrara e Irene Lardschneider; capaci, entrambe, di trovare la miglior gara in carriera nella sprint dei Mondiali di Pokljuka, chiusa, rispettivamente, al ventitreesimo e ventiquattresimo posto. La nipote di Pieralberto Carrara si è inoltre ritagliata un posto nel quartetto della staffetta femminile.

La Nazionale azzurra, in vista della ventura stagione olimpica, dovrà ripartire da quanto di buono emerso nel corso della stagione: dalla classe e dalla costanza di risultati di Hofer e Wierer, punte di diamante del movimento; dalla tenacia di Vittozzi; dalla solidità di Windisch e Bormolini; dall’enorme potenziale dei giovanissimi Bionaz e Giacomel; e dalla crescita di Carrara e Lardschneider. In attesa dell’arrivo delle nuove leve azzurre.

Se la stagione dell’Italia sarà una mera “delusione”, oppure la tappa di un percorso di crescita e rinnovamento della squadra, dipenderà dalla reazione della Nazionale azzurra. Che, nonostante le difficoltà, ha comunque chiuso in doppia cifra alla voce “podi”, aggiudicandosi contestualmente una Coppa di specialità. A dimostrazione che il gruppo che brillò nelle ultime due stagione s’è tutt’altro che spento.

La festa azzurra per il podio di Lukas Hofer nella sprint di Nove Mesto (fonte: pagina Facebook ufficiale di Lukas Hofer)

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Niki Figus
Giornalista pubblicista. Naufrago del mare che sta tra il dire e il fare. Un libro, punk-rock, wrestling, carta e penna.

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