La NBA, la National Basketball Association, il campionato di pallacanestro più competitivo del mondo, si trova a “metà” della propria stagione: ad un mese dall’All Star Game si comincia a tirare le somme. Come stanno andando Los Angeles Clippers e Atlanta Hawks rispettivamente, le squadre in cui militano le due stelle dell’Italbasket, Danilo Gallinari e Marco Belinelli?
NBA: AD UN MESE ESATTO DALL’ALL STAR WEEKEND
La regular season NBA, la stagione regolare della lega professionistica di pallacanestro più competitiva al mondo, entra nel vivo. Manca solo un mese, infatti, al “weekend delle stelle”, l’All Star Weekend, dove si esibiranno, da venerdì a domenica, i migliori giocatori del campionato statunitense. Annunciati oggi, i capitani delle squadre (ovvero i giocatori più votati dal pubblico globale) rappresentanti i migliori giocatori di Est ed Ovest, che si affronteranno domenica 18 febbraio nell’All Star Game, saranno, rispettivamente, LeBron James (Cleveland Cavaliers) e Stephen Curry (Golden State Warriors). Mentre in quintetto, oltre ai sopracitati, partiranno, per la Eastern Conference, Kyrie Irving (Boston Celtics), Demar Derozan (Toronto Raptors), Giannis Antetokounmpo (Milwakee Bucks) e Joel Embiid (Philadelphia 76ers); per la Western, James Harden (Huston Rockets), Kevin Durant (Golden State Warriors), Anthony Davis (New Orleans Pellicans) e Jimmy Butler (Minnesota Timberwolves).
Quanto alla stagione, le squadre al vertice rimangono Boston Celtics (34-11) e Golden State Warriors (37-9), ancorché alle prese con gli infortuni. I primi, già orfani di Gordon Hayward, dovranno sopperire alle momentanee mancanze di Marcus Smart e, soprattutto, Kyrie Irving; i secondi, anch’essi, anche se per poco, privi di Andre Iguodala e Draymond Green. Primi inseguitori: Toronto Raptors (30-13), forse all’ultima chiamata, e Cleveland Cavaliers (26-17), tre vittorie e nove sconfitte nelle ultime dodici partite, a est; Houston Rockets (30-12), probabilmente la franchigia più divertente delle trenta, e San Antonio Spurs (30-16), la squadra più vincente dell’ultimo ventennio in tutti e quattro i maggiori campionati professionistici americani, a ovest.
LOS ANGELES CLIPPERS ED ATLANTA HAWKS: UNA STAGIONE IN UNA SETTIMANA
Atlanta Hawks e Los Angeles Clippers, le squadre di Marco Belinelli e Danilo Gallinari: i risultati settimanali delle due franchigie rappresentano alla perfezione la loro stagione. I primi, da ormai inizio anno, sono in seria difficoltà. Ultima nella Eastern Conference, Atlanta detiene il peggior record della lega, 13-31, a pari merito con Orlando Magic e Sacramento Kings. Il record, tuttavia, ancorché dalla squadra non trabocchi certo talento, non rappresenta affatto il “valore nominale” della franchigia. Un esempio su tutti, esplicativo sia della settimana, che della stagione degli Hawks, è la partita contro i San Antonio Spurs, vinta dalla franchigia georgiana 102-99. Sicuramente non una partita come le altre, visto che coach Mike Budenholzen dal 1996 al 2013 ha seduto affianco di Greg Popovich in Texas; così per Marco Belinelli: in nero-argento al suo primo titolo NBA. La stella dell’Italbasket, nella vittoria contro la sua ex squadra, ha segnato 10 punti (4/6 dal campo, 2/2 da 3 punti), 2 rimbalzi, una rubata ed un plus/minus di +6 (il migliore con quello di Ilyasova: +10 dall’altro dei suoi 20 punti).
Gli Atlanta Hawks hanno dimostrato che possono compete con una franchigia talentuosa ed organizzata; tant’è che in settimana tre sono state le vittorie (Denver, San Antonio e New Orleans), cui s’è aggiunta una sconfitta (la non irresistibile Brooklyn). Il problema, come dimostra il 110-105 contro i Nets, è la continuità, basti pensare che Belinelli e compagni arrivavano da cinque sconfitte in sei partite. Rimediare alla stagione incorso sembra non tanto difficile, quanto impossibile: pensare al futuro diventa, dunque, necessario. Di certo più rassicurante che guardare al presente.
Un discorso differente meritano invece i Los Angeles Clippers. Gli angeleni, infatti, già alle prese con i problemi tecnici legati alla dipartita di Paul e alla convivenza tra Jordan e Griffin, sono stati vittima di pesanti infortuni. Tutt’ora risultano out, oltre a Danilo Gallinari, DeAndre Jordan, Patrick Beverley, Austin Rivers e C. J. Williams. Unica nota positiva: il ritorno di Milos Teodosic, in grado di far cambiare passo alla squadra. I Clippers, infatti, in settimana, hanno battuto: Golden State Warriors, Sacramento King (in casa e in trasferta), Houston Rockets e Denver Nuggets, portando a sei il computo delle vittorie consecutive. Impressionanti, in particolare, i successi contro i campioni i carica, i Warriors, 125-106 sulla baia (in una partita contrassegnata dalle assenza in entrambe le compagini), e i Rockets, 113-102 a L. A., per i quali si parla già d’una probabile finale a Ovest.
Ancorché siano tornati in zona playoff, il 23-21 vale a Los Angeles la sesta posizione, i Clippers hanno molti problemi; uno tra i principali ha un nome ed un cognome: “Danilo Gallinari”. Il Gallo, il cui talento non è minimamente in discussione, sta vivendo una delle più brutte stagioni della sua carriera. A metà stagione, l’azzurro ha giocato appena undici partite, in nessuna delle quali, complice sia l’infortunio alla mano che quelli post-azzurro, ha potuto esprimersi al meglio. I numeri sono impietosi, oltre che bugiardi: 34,5% dal campo a fronte d’un 41,8% in carriera; 25,8% da tre a fonte di 36,7%. Certamente è improprio, tralasciando le condizioni fisiche di Danilo, paragonare due campioni tra loro sproporzionati per numero di partite, eppure queste sono le cifre, tra cui, per altro, spiccano il 97,2% stagionale ai liberi, oltre ad una media 2,5 assist a partita (la migliore in carriera).
I Clippers, un po’ perché questo è da inizio stagione il loro destino, un po’ perché in corso d’opera lo è diventato, sono un cantiere aperto. Soprattutto se si considera che gli obiettivi di inizio stagione non guardavano tanto ad un approdo ai playoff, quanto più all’arrivo in finale di Conference: difficile prevederlo, allo stato attuale. Anche se, a questo punto, almeno dal punto di vista di Danilo Gallinari, basterebbe giocarli. Possibilmente in condizione.
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