La stagione NBA è appena iniziata: analizziamo l’inizio di stagione dei due cestisti azzurri impegnati nella massima lega professionistica di basket al mondo. Danilo Gallinari e Marco Belinelli affrontano un avvio antitetico: testa e coda, rispettivamente, di Western e Eastern Conference.
BASKET, NBA: UNA SETTIMANA DI PALLACANESTRO A STELLE E STRISCE
La National Basketball League, NBA, il campionato professionistico di basket più competitivo al mondo, ha riaperto i battenti per la stagione 2017-2018 e, come sempre, lo spettacolo è assicurato.
Dopo un’estate in cui molto è cambiato, comprese le relative squadre di militanza degli azzurri Danilo Gallinari e Marco Belinelli, la lega è in fase di ridefinizione. Giudicare una stagione da ottantadue partite di regular season dopo meno di una decina di incontri è un puro esercizio di stile; tuttavia, l’inizio di Los Angeles Clippers e Atlanta Hawks, le squadre di Gallo e Beli, qualcosa può dirci sul destino stagionale di entrambe le franchigie.
L. A. CLIPPERS: GALLINARI IN VETTA ALLA WESTERN CONFERENCE
Los Angeles è sinonimo di terremoti e telenovela: entrambi, cestisticamente parlando, hanno caratterizzato la pre-season dei Clippers. La squadra è cambiata per dieci quindicesimi: Chris Paul se n’è andato sbattendo la porta, in aperto contrasto con coach Doc Rivers, il quale, per altro, ha visto ridurre, con l’arrivo d’una nuova dirigenza (che comprende, tra gli altri, la leggenda Jerry West), il proprio ruolo “manageriale”.
Danilo Gallinari è, dunque, giunto in terra californiana come l’uomo da cui ripartire, insieme a Blake Griffin e DeAndre Jordan, le due colonne della squadra. L’azzurro, alla decima stagione nella NBA, è, infatti, il giocatore finora più utilizzato da Rivers, multiforme ed in grado di permettere al proprio allenatore un’ampia gamma di scelte offensive e difensive. 18.9 tentativi, 9.8 da due (41,7%), 9.0 da tre (29.5%) e 4.3 liberi (95,3%) per 100 possessi, per un totale di 20.3 punti, 7.4 rimbalzi e 4.1 assist: ecco il nuovo Gallinari versione L. A. Clippers (al netto d’una mano tutt’altro che al 100%). Un giocatore, prima che talentuoso e con punti nelle mani, maturo, sotto controllo, in grado di comprendere i momenti della partita e capire ciò di cui la squadra ha bisogno.
La compagine di Steve Ballmer, d’altronde, dopo il debutto contro i Lakers (vittoria 108-92 in uno Staples giallo viola) e un inizio condito da tre vittorie (contro Phoenix, Utah e a Portland), ha incontrato le prime difficoltà. Prima contro i Detroit Pistons, sconfitta 87-95, poi contro i campioni in carica, i Golden State Warriors, 113-141. Ieri sera, tuttavia, con la vittoria 119-98 contro i Dallas Mavericks gli angeleni si sono portati al vertice della Western Conference.
In attesa di riabbracciare Milos Teodosic in playmaking, coach Rivers deve trovare la quadratura del cerchio, cercando di comprendere la propria squadra, delineando gerarchie, ruoli ed aspettative. Una cosa pare certa: Danilo Gallinari ha il peso specifico di ogni singolo penny componente i venti milioni del proprio ingaggio stagionale.
ATLANTA HAWKS: 1-7, UNA STAGIONE DIFFICILE ALL’ORIZZONTE?
Che sarebbe stata una stagione difficile lo si era capito sin da subito: che potesse, sin dal principio, sembrare quella del rebuilding, della ricostruzione, no. Gli Atlanta Hawks, la squadra di Mike Budenholzer, nel cui destino qualche anno fa si leggeva San Antonio Spurs 2.0, sono in crisi. Dopo la vittoria all’esordio stagionale, a Dallas, la franchigia georgiana ha inanellato sette sconfitte di fila, compresa quella della scorsa notte, 109-119 a Philadelphia.
I falconi sono all’ultimo posto della Eastern Conference: se le cose non dovessero migliorare risulterebbe loro conveniente, in ultima ratio, perdere di proposito, in modo tale da ottenere una scelta migliore al Draft del prossimo anno, rendendo dunque la stagione non totalmente fallimentare.
D’altro canto, l’arrivo di Marco Belinelli è stata per gli Hawks una delle poche buone notizie. Trentunenne, il più anziano nel roster, il ragazzo di San Giovanni in Persiceto s’è finora guadagnato un minutaggio (terzo più impiegato della rosa) ed un ruolo (secondo realizzatore, con Taurean Waller-Prince, con 13.8 punti a partita) di spessore. Riuscendo, inoltre, a mantenersi su buone percentuali da tre: 48,9%, 23/47 nelle prime sette gare.
Ancorché non sia iniziata nel modo migliore, la stagione di Marco è l’ennesima dimostrazione di maturità d’un ragazzo che spesso ha avuto cattivo tempismo nella scelta della squadra, ma mai è parso confrontarsi con contesti più grandi di lui. In questo senso, la stagione è appena cominciata: invertire una serie iniziale di risultati è possibile, gli Hawks 2016-2017 insegnano.
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