Nicolò Melli da due stagioni è co-autore della più lieta tra le favole del basket europeo, quella della piccola cittadina tedesca di Bamberg: ma cosa riserva la prossima stagione all’ala azzurra?
BAMBERG: LA RIVOLUZIONE SILENZIOSA
George Bernand Shaw disse che non ci sono segreti meglio custoditi di quelli che tutti conoscono. In questo senso, cestisticamente parlando, per capire la “rivoluzione silenziosa” in atto nel Vecchio Continente, bisogna passare dalle terre tedesche.
Bamberg, sorta su sette colli e attraversata dal fiume Regnitz, è una piccola cittadina cattolica di settanta mila abitanti situata nel cuore della Germania, a 70km da Norimberga. Patrimonio dell’Unesco non bombardato durante la Seconda Guerra Mondiale, capitale tedesca della birra con più di settanta stabilimenti in città, la “Freak city”, dalle parole della band Polock, deve il proprio soprannome alla locale passione per la pallacanestro.
Il borgo della Bavaria, infatti, respira, tra una Rauchbier (la birra affumicata specialità locale) e l’altra, vive delle imprese della Brose Baskets. Dall’arrivo, undici anni fa, dell’attuale proprietario Michael Stoschenk, la squadra tedesca ha infatti vinto ben otto campionati tedeschi, quattro Coppe di Germania e cinque Supercoppe, diventando anche la prima squadra tedesca a entrare nella top-sixteen della Eurolega. Attualmente allenata da Andrea Trinchieri (per lui, in tre anni non ancora conclusisi, in bacheca due campionati, una Coppa di Germania e una Supercoppa), Bamberg può contare sui servigi anche d’un altro italiano: Nicolò Melli.
L’azzurro di Reggio è sbarcato in terra teutonica nel luglio del 2015, alla scadenza del proprio contratto con l’Olimpia Milano, squadra con cui s’era legato nel 2010, dopo le giovanili, il debutto e le stagioni in prima squadra nella “sua” Pallacanestro Reggiana. Ala di 2.05m per 107kg, Nicolò Melli a Bamberg ha finalmente, dopo le difficoltà delle ultime stagioni milanesi, trovato la propria dimensione, diventando un giocatore fondamentale nel sistema di coach Trinchieri, decisivo sia a livello nazionale che europeo. L’azzurro, infatti, in questa stagione ha migliorato tutte le proprie statistiche: in Eurolega, di cui è stato ben due volte giocatore del mese nell’ultimo anno, ha viaggiato con una media di 11.5 punti e 7.4 rimbalzi, che gli hanno valso il secondo quintetto, votato da tifosi ed addetti ai lavori.
UN’ESTATE DA FREE AGENT TRA GERMANIA, TURCHIA E STATI UNITI
Le sue prestazioni e la sua maturità hanno riacceso l’interesse, all’apparenza da qualche tempo sopito, di alcune squadre NBA: dai New York Knicks agli Utah Jazz, dai Phoenix Suns ai Brooklyn Nets, dagli Houston Rockets ai Miami Heat, fino ai San Antonio Spurs. Nicolò Melli, infatti, è già da qualche anno in orbita NBA: nel 2013, ancora giocatore dell’Olimpia, fu chiamato oltreoceano per sostenere un tryout con Detroit Pistons, Milwaukee Bucks e Minnesota Timberwolves, non venendo tuttavia selezionato al draft.
Attualmente, pare che l’azzurro, il cui contratto con il Bamberg è in scadenza, rendendolo free agent quest’estate (dunque libero, nel caso volesse, di trovarsi un’altra sistemazione), sia intenzionato a firmare con il Fenerbahçe (con cui, secondo la Gazzetta, avrebbe già raggiunto un accordo), vincitrice dell’ultima Eurolega, in cui milita Luigi Datome, suo compagno in nazionale e grande amico.
Se davvero l’accordo con il Fenerbahçe dovesse tramutarsi in realtà, per Nicolò Melli sarebbe un’occasione più unica che rara di competere ai massimi livelli cestitici europei, potendo contare su una compagine in grado d’essere costantemente competitiva ad alti livelli (nelle ultime tre edizioni dell’Eurolega si è sempre classificata tra i primi quattro club), a differenza d’un Bamberg che a livello internazionale non ha mostrato la stessa incisività che gli ha permesso di monopolizzare le ultime stagioni in Germania. L’ala azzurra, miglior rimbalzista difensivo nell’ultima avventura europea, avrebbe, dunque, la possibilità di testare la propria maturità e i propri progressi in una squadra zeppa di talento, ma anche di arricchire il proprio bagaglio tecnico e conoscitivo sotto le indicazioni di coach Željko Obradović, allenatore molto stimato sia da giocatori che addetti ai lavori, da questa e dall’altra parte dell’oceano. E, perché no?, tentare poi il grande passo: la NBA.
In questo senso, la “svolta turca” del nazionale italiano sarebbe l’ennesimo espediente per mettersi alla prova, come giocatore e come persona, e d’altronde, nel basket (come in altre circostanze), non esiste altro modo per migliorarsi. L’ennesimo segreto ben custodito, che Melli pare conoscere.
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