Stessa storia, stesso posto, undici anni dopo. Venezia e Trento sono di nuovo una contro l’altra, di nuovo in finale, ma se nel 2006 il traguardo era la salita in B-1, questa volta in palio c’è lo scudetto. Ancora il Taliercio e ancora coach Buscaglia, alla sua seconda esperienza con le Aquile, la prima era proprio in quel 2006 quando, dopo un periodo a Mestre, si siede sulla panchina di Trento e porta la sua squadra a giocarsi la finale per l’Eccellenza dopo la promozione in B-2. Venezia favorita e fattore campo che vede gara-1 in casa dei lagunari, le coincidenze, per chi ci crede, sono davvero molte. Undici anni fa a festeggiare la salita in Eccellenza era stata la Reyer, quest’anno la mano è ancora tutta da giocare e ci si siede al tavolo dei playoff a partire da questa sera.
COME ARRIVA VENEZIA
La squadra di coach De Raffaele ha dimostrato di essere una pretendente al titolo già a partire dalla regular season, chiusa al secondo posto dietro Milano, mentre in Europa è arrivata fino alle Final Four di Champions League. Percorso un po’ più travagliato invece nei playoff, con Pistoia passata per 3-1 e una semifinale ad alto dispendio energetico con Avellino. Contro la Scandone Venezia si trova sotto 1-2 e deve espugnare per ben due volte il PalaDelMauro per arrivare a giocarsi la finale scudetto e chiudere 4-2 la serie.
Le risorse della Reyer: a far girare il gioco della squadra di De Raffaele ci ha spesso pensato spesso Haynes, risolutivo anche con i tiri dalla distanza, la sua media punti di 13.4 la dice lunga. Meglio del play americano solo Peric che in questi playoff ha viaggiato su una media di 14 punti a partita e se qualcuno può essere destinato fare la differenza a un certo punto della serie è proprio l’ala croata. Da non sottovalutare poi un ritrovato Batista, il centro ex Milano è stato fondamentale sia sotto il tabellone sia in fase di attacco in gara 6 con Avellino. Tonut e Filloy invece sono gli uomini in più di De Raffaele da far subentrare a gara in corso per cambiarne le sorti.
COME ARRIVA TRENTO
A differenza di Venezia la squadra di coach Buscaglia è la Cenerentola di questa finale. In campionato la partenza è stata complicata con un inizio stagione di assestamento, il ritorno invece ha dimostrato la fase di crescita della squadra che è riuscita ad inanellare una serie impressionante di vittorie e strappare il quarto posto nell’ultima partita di regular season. Ai playoff si presenta con Baldi Rossi, Moraschini e Marble infortunati, ma non ha problemi a passare i quarti contro Sassari e completa il capolavoro contro i campioni in carica di Milano. Il Forum sembra la nuova casa delle Aquile e la finale vede Trento passare 4-1 con ben 3 vittorie davanti al pubblico dell’Olimpia.
Le risorse della Dolomiti: la forza della squadra di Boscaglia sta proprio in questo, nell’essere squadra. Punto di forza la difesa, una delle migliori di questi playoff che ha subito una media di 70 punti a partita, meno bene a canestro, ma di volta in volta varia l’uomo partita che può fare la differenza è rendere il collettivo di Trento difficile da prevedere. Sutton resta il miglior realizzatore, ma anche Hogue e Gomes possono diventare pericolosi, con Craft caposaldo della regia. Shields è arrivato per i playoff e tamponare la situazioni infortuni, ma l’ala americana si è dimostrata più preziosa del previsto anche come assist forniti ai compagni. Cuore e anima della squadra Folley.
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