Primoz Roglic si prende la sua rivincita nei confronti della sfortuna, vincendo e dominando la cronometro delle Olimpiadi di Tokyo 2020 con una prova magistrale, nella quale è sembrato assolutamente imbattibile. Lo sloveno precede Dumoulin e Dennis: Ganna 5°, il podio sfuma per 1”8.
OLIMPIADI TOKYO 2020, CICLISMO: ROGLIC DOMINA LA CRONO, GANNA 5°
Una cronometro dominata, su un percorso che dà vita a una prova strepitosa e spettacolare. Chissà se gli organizzatori delle Olimpiadi di Tokyo 2020 se l’aspettavano così, la cronometro che rappresenta il momento della rinascita di Primoz Roglic alla vigilia della Vuelta e dopo l’infortunio al Tour de France. Il percorso non è da specialisti, ma estremamente vallonato: una salita iniziale al 4%, un’altra a metà percorso intorno al 5% e il tratto che porta verso l’ingresso del Fuji International Circuit, con punte al 10%: nei 22.1km del giro intorno al circuito, da percorrere due volte, i tratti da specialisti ricoprono sì e no un terzo del totale. Uno scenario che sfavorisce Filippo Ganna, che terminerà giù dal podio, esalta i passisti scalatori e fa volare Primoz Roglic, che fa la differenza in salita e mantiene il margine nei tratti veloci.
I 44.2km che portano l’oro della cronometro in Slovenia iniziano con protagonisti di minor cabotaggio: Remco Evenepoel va in crisi sulla salita, in virtù di una scelta sbagliata dei rapporti, e viene battuto per 2”5 da Uran, con Bettiol a una ventina di secondi da loro. Il meglio deve ancora venire, e arriva a partire dalle 8.55 circa: tutti i big e i favoriti alle medaglie partono in sequenza e si sfidano nei vari intermedi. Ai 9.7km, Ganna guida con mezzo secondo su Roglic, 3” su Dumoulin, 4”5 su Kung e van Aert, 8” su Cavagna e 9” su Kung. Nel tratto in salita, Roglic passa tutti, e a metà percorso (22.1km) guida con 8”3 su Dumoulin, 8”7 su Ganna, 9”2 su Dennis, 10” su van Aert e 15” su Kung. Ci sono dunque quattro atleti in 1″7 a giocarsi argento e bronzo alle spalle dello sloveno, e la cosa assurda è che questo distacco rimarrà per tutta la cronometro, rimescolando regolarmente gli addendi nel prosieguo della gara.
Primoz Roglic scappa via: 30” su Dumoulin ai 31.8km, 42” ai 37km, 1’01” all’arrivo. Lo sloveno è talmente in trance agonistica e non convinto di vincere la cronometro che percorre 500m in più, prima di venire fermato da un addetto al percorso che gli corre letteralmente dietro urlando. Roglic è talmente teso che non esulta finchè non arriva Ganna: non ci sorprenderemmo di scoprire, in seguito, che abbia corso senza sapere i distacchi, pensando solo a sè stesso. Rientrerebbe nel personaggio. Ma l’oro, anche se lui non ci vuole credere, è suo senza appello: Roglic chiude in 55’04”, rifilando 1’01”94 a Dumoulin e 1’03”90” a Rohan Dennis. Il solo fatto che vengano riportati i centesimi, solitamente bollati a usanza folkloristica, deve farvi capire come sia stata tirata questa cronometro: il quarto, Kung (+1’04”32), realizzerà a breve di essere giù dal podio per 42/100 e ne sarà distrutto. Di fatto, è il tempo di uno spostamento di borraccia. Il quinto, Filippo Ganna (+1’05”74), è giù dal podio per 1”8 e lontano 3”8 dall’argento. Pippo ha disputato una crono da campione del mondo qual è, ma è stato ovviamente frenato dai vari tratti in salita (mai quanto van Aert, 6° a 1’40” ed esploso nel secondo giro): guadagnava in piano, perdeva nelle ascese e si è giocato lì il podio. La vittoria finale, quella no, non era in discussione: un Roglic imbattibile si prende l’oro, e ottiene un meritato successo. Un campione umano, entusiasmante nei suoi picchi e nei suoi fallimenti, tendente alla sfiga paperinesca e ciclica, che francamente risulta difficile non apprezzare.
La storia di Roglic che vince a venti giorni dal ritiro al Tour è, però, solo il secondo highlight di questa cronometro: Dumoulin aveva smesso a inizio anno, distrutto dall’eccessiva pressione mediatica e dai prodromi di una depressione che gli aveva fatto odiare la bicicletta. Si è rimesso in gioco, ricaricato, a metà maggio e ha preparato l’Olimpiade per arrivare a un argento che rappresenta una favola a cinque cerchi. Oro a Roglic, argento a Dumoulin, bronzo a Dennis e Ganna 5° e beffato: sorride invece Bettiol, 11° a 2’33” dopo una grande cronometro.
CICLISMO, OLIMPIADI TOKYO 2020: LA CRONOMETRO FEMMINILE
Giornata di cronometro anche al femminile, ed anche qui arriva un dominio assoluto. Sull’unico giro del percorso intorno al Fuji International Circuit, Annemiek van Vleuten (argento nell’individuale in linea) distrugge la concorrenza come solo le campionesse sanno fare. Tempo di 30’13” per la veterana olandese, con 56” sulla svizzera Reusser e 1’01” su Anna van der Breggen, amica e rivale. 10a Elisa Longo Borghini, mai in gara per qualcosa in più di un piazzamento con 2’47” di ritardo dalla vincitrice.
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