Nairo Quintana, Tom Dumoulin, Vincenzo Nibali e Thibaut Pinot. Questo è il poker di campioni che si è contraddistinto in questo Giro d’Italia 2017. Andiamo a scoprire come si sono comportati in questa 19a tappa.

Thibaut Pinot ha vinto la 19a tappa

IL FILM DELLA 19a TAPPA

Tappa della verità. Dopo quanto accaduto nelle ultime 24 ore, c’era grande attesa per la Pordenone-Asiago di 190 km, con l’ascesa al Monte Grappa e la Foza come ultimo GPM. Dopo tante emozioni c’è una sola sentenza: questo è il Giro d’Italia più pazzo di sempre, il più incerto della storia. La tappa attuale ribadisce questa sensazione. Le energie sono poche e, di conseguenza, mancano le grandi azioni da lontano. Sul Grappa Ilnur Zakarin mette la sua Katusha a tirare e ad imprimere un ritmo elevatissimo. Dumoulin sembra risentirne, ma nessuno ha le forze per scattare. Si arriva fino a Foza con un gruppo piuttosto nutrito. La fuga di giornata viene tenuta sempre sotto controllo e la coppia in avanscoperta composta da Teuns e Devenyns non riesce a guadagnare più di tanto. Sull’ultima salita, attaccano Zakarin e Pozzovivo, imitati poco dopo da Nibali e Quintana. La Maglia Rosa non sembra offrire grande collaborazione allo Squalo di Messina e così permettono a Pinot e ad un affaticato Dumoulin di rientrare. Il francese della FDJ tenta un nuovo allungo e viene seguito dal siciliano e dal colombiano. L’olandese non riesce a tenere le ruote degli avversari, ma trova in Jungels e Mollema validi alleati per non andare alla deriva. La fuga viene presto neutralizzata, con il tandem Zakarin-Pozzovivo in testa, seguiti dal terzetto Nibali-Pinot-Quintana e dal gruppo Dumoulin. Una volta scollinati, i tre contrattaccanti si portano sulla coppia davanti, tenendo l’olandese volante a 30”. La farfalla di Maastricht riesce a recuperare parte del distacco, anche se non riesce a rientrare sui primi. Vince allo sprint Thibaut Pinot, davanti a Zakarin e Nibali. Quintana è quinto al traguardo, ma conserva la Maglia Rosa.

SESTETTO D’ASSI

Mai un Giro d’Italia era stato così incerto alla vigilia dell’ultima tappa. Mai era accaduto di avere sei ciclisti racchiusi in un minuto e mezzo e con le stesse chance di vincere la corsa rosa, almeno sulla carta. Nairo Quintana è in testa, ma domani rischia di non salire sul podio finale. Difficile per un corridore con il suo fisico riuscire a mantenere un margine di sicurezza su un terreno congeniale a passisti dalla corporatura più massiccia. I 39” di vantaggio su Vincenzo Nibali non sono un gap così semplice da gestire. Lo Squalo lo sa, fiuta l’odore del sangue, ma sa di non essere il predatore principale. Thibaut Pinot è dietro di soli 4” al messinese e sembra in forma smagliante, come testimoniano le ultime tappe. Neppure il campione francese a cronometro può dormire sonni tranquilli, perché staccato di 10” c’è la farfalla di Maastricht, Tom Dumoulin, vincitore dell’altra cronometro del Giro. Ma l’olandese avrà veramente risentito della terza durissima settimana di gara? Ed Ilnur Zakarin non ha alcuna chance, lui che a cronometro si sa difendere molto bene ed è apparso in grande condizione? Sicuramente, sulla carta, pare essere messo meglio di Domenico Pozzovivo, vera rivelazione di questo Giro, ma penalizzato dal fisico minuto in un esercizio così particolare come quello della lotta contro il tempo. Teoricamente, Dumoulin e Pinot sono i grandi favoriti, con Nibali e Zakarin possibili outsider. Più complesso per Quintana e Pozzovivo. Ma l’ultima cronometro, si sa, è imprevedibile. I sei eroi sono pronti per la battaglia finale. Il trofeo senza fine aspetta sul palco di Milano un solo vincitore.

FORMOLO DA TOP TEN

Una rivelazione di questo Giro è Davide Formolo. Il corridore classe 1992 ha dimostrato di avere migliorato notevolmente la propria resistenza in salita e la gestione della corsa in generale. Manca l’esperienza e, forse, un briciolo di lucidità nei momenti decisivi. Il ragazzo, comunque, ha talento da vendere. Forse, è solo questione di tempo per assistere alla sua definitiva esplosione.

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Federico Mariani
Nato a Cremona il 31 maggio 1992, laureato in Lettere Moderne, presso l'Università di Pavia. Tra le mie passioni, ci sono sport e scrittura. Seguo in particolare ciclismo e pallavolo.

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