Il Giro d’Italia 2019 osserva quest’oggi il primo dei due giorni di riposo: ecco le nostre valutazioni dopo le prime nove tappe. Roglic ha dimostrato tanto, ma Nibali ha reagito al meglio. E mancano ancora le salite…
GIRO 2019, IL PUNTO SUI BIG: ROGLIC CHIAMA, NIBALI RISPONDE
Primoz chiama, Vincenzo risponde. Si può riassumere così la prima parte di questo Giro d’Italia atipico, che non ci farà assistere al primo vero arrivo in salita fino a venerdì 24, con l’inizio del trittico composto da Ceresole Reale, Courmayeur e dal ”mini-Lombardia” con arrivo a Como. Le maggiori emozioni, dunque, ce le hanno regalate la fuga-bidone che ha portato in rosa Valerio Conti e ha regalato la vittoria di tappa a Masnada, e le due cronometro. Due cronometro che di fatto sono i primi arrivi in salita, coi 2km al 9.6% del San Luca e la scalata con punte all’11% verso San Marino e il Monte Titano, due cronometro che hanno premiato uno straordinario Primoz Roglic. Lo sloveno, che l’anno scorso chiuse 4° al Tour con qualche errore dovuto alla troppa foga (buttando via un potenziale 2° posto), sembra essere nell’anno buono per provare a vincere un grande giro: ha vinto tre corse a tappe di una settimana, conquistando l’UAE Tour, la Tirreno-Adriatico all’ultimo respiro (1” su Adam Yates) e il Giro di Romandia dominando e vincendo tre tappe, e ha iniziato al meglio questo Giro. A Bologna Roglic si è contenuto nel tratto pianeggiante e ha accelerato in salita, guadagnando su ogni big, a San Marino ha ripetuto lo stesso copione: nel tratto pianeggiante aveva guadagnato 38” su Nibali e 48” su Yates, e ha chiuso con 1’05” su Vincenzo e 3’11” sul britannico, che è crollato in salita.
Primoz ha vinto due tappe, approfittando del fantozziano cambio-bici di Campenaerts ieri, e ha lanciato due importanti squilli alla concorrenza, che non vede più tra i suoi componenti Dumoulin, ritirato dopo una brutta caduta. L’unico che ha risposto ”presente” è stato Vincenzo Nibali, che si è difeso nel migliore dei modi in entrambe le cronometro ed è in grande condizione, pronto per attaccare lo sloveno in salita e provare a conquistare un nuovo Giro d’Italia. Ci attende un duello a due sulle montagne, con tanti scalatori pronti a scompaginare le carte e ”condannati” ad attaccare per rientrare davvero in lotta per conquistare la corsa rosa. Yates, Lopez e gli altri scalatori puri dovranno attaccare Roglic, che dal canto suo vorrà dimostrare a tutti che può reggere le tre settimane e vincere, mentre Nibali dovrà attaccare per andare in rosa e guadagnare un margine di sicurezza sui rivali in vista della cronometro conclusiva. Perchè la classifica dei big vede Roglic con 1’44” su Nibali, 3’46” su Yates e oltre 4′ su Lopez: vedremo cosa succederà, ci aspettiamo fuoco e fiamme in salita, e un gran duello tra il leone Roglic e la vecchia volpe Nibali.
IL GIRO DEGLI ”ALTRI”: ACKERMANN SUPER, VIVIANI ”IMBALLATO”. E CONTI…
Abbiamo parlato dei big, ma non va dimenticata la maglia rosa. Valerio Conti ha conquistato il simbolo del primato con la grande fuga e quell’attacco insieme a Masnada (a proposito, menzione d’onore per l’Androni: miglior squadra sin qui, con Cattaneo e Masnada nei venti della generale), e l’ha difesa come un leone sotto il diluvio universale: ha mantenuto la maglia per 1’50”, resistendo all’assalto di Roglic e a Giove Pluvio, e verosimilmente la terrà fino a venerdì facendosi una settimana in rosa. Non capitava da parecchio, basti pensare che l’ultimo italiano capace di fare tre giorni in rosa era stato Nibali nel 2016. Restando sugli italians, bene anche Ciccone che sta difendendo la maglia di miglior scalatore, mentre ha deluso sin qui Elia Viviani: lo sprinter sembrava arrivare al Giro in una condizione fisica simile al 2018, e invece si è trovato spesso mal ”pilotato” e con le gambe imballate. Aveva vinto una tappa ed è stato declassato, e poi al massimo ha ottenuto un 2° posto. Elia è stato una comparsa in un parco-velocisti che ha avuto un dominatore assoluto, visto anche il ritiro di Gaviria: Pascal Ackermann ha vinto due tappe, ma soprattutto ha mostrato la sicurezza negli sprint del primo Sagan e la forza del primo Kittel, dominando in volata. La maglia ciclamino, a meno di clamorosi ritiri, sembra destinata ad essere sua: vedremo se vincerà anche a Modena e Novi Ligure, nelle prime due tappe. E vedremo cosa succederà nella seconda settimana del Giro: tra sette giorni avremo le idee più chiare su chi può vincere e chi dovrà accontentarsi della top-10 o del podio.
(di Marco Corradi, @corradone91)
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