Josef Cerny (CCC) vince la diciannovesima tappa. La frazione è stata accorciata dopo la protesta dei corridori per le condizioni meteo giudicate troppo pericolose.

Josef Cerny (fonte profilo Twitter Giro d’Italia)

A Morbegno la partenza della tappa non s’ha da farsi. E non si farà. Parafrasando la celebre richiesta dei bravi a Don Abbondio ne “I Promessi Sposi”, si potrebbe riassumere quanto accaduto oggi al Giro d’Italia. Una sorta di rivolta di parte dei corridori ha animato la diciannovesima giornata di gara quando ancora la corsa non aveva preso il via. Tutta colpa della distanza di 258 chilometri ritenuta eccessiva dai “rivoltosi”, specialmente a causa del freddo e delle cattive condizioni climatiche. Dopo un acceso dibattito con la direzione gara ecco il ribaltone: percorso accorciato fino a 124,5 km con la partenza anticipata ad Abbiategrasso. Ma il patron del Giro Mauro Vegni promette azioni legali nei confronti dei ribelli.

FESTA

In una giornata resa nebulosa da un clima invernale e dalle polemiche brilla la luce dell’azione di Josef Cerny. Il corridore ceco della CCC entra nella fuga di giornata composta da Simon Clarke (EF Pro Cycling), Sander Armée (Lotto Soudal), Jacopo Mosca (Trek-Segafredo), Simon Pellaud (Androni Giocattoli Sidermec), Victor Campenaerts (NTT Pro Cycling), Giovanni Carboni (Bardiani-CSF-Faizanè), Nathan Haas, il tedesco Marco Mathis (Cofidis), Iljo Keisse (Deceuninck-Quick-Step), Etienne Van Empel (Vini Zabù-Brado) e Alex Dowsett (Israel Start-Up Nation). Il percorso resta quasi interamente pianeggiante, ma la velocità sostenuta dagli attaccanti fa comunque una discreta selezione. Ai meno 21 l’azione decisiva promossa dallo stesso Cerny che fa il vuoto, guadagnando circa 40 secondi. Sembra un tentativo velleitario, ma il passista ceco non si scompone e resiste al tentativo di rientro degli attaccanti rimasti nel finale di Asti. Seconda posizione per Victor Campenaerts davanti a Jacopo Mosca.

STACCATI

E il gruppo maglia rosa? I favoriti decidono di non attaccare. L’unica squadra decisa a rendere dura la corsa è la Bora Hansgrohe che cerca subito di limare sui fuggitivi, prima di alzare bandiera bianca a causa anche della mancata collaborazione di altre formazioni. Sbuffa infuriato Peter Sagan (Bora Hansgrohe) che vede così sfumare anche l’ultima chance per riaprire definitivamente la lotta per la conquista della maglia ciclamino, ormai quasi aritmeticamente assegnata a favore di Arnaud Demare (FDJ). Uscita di scena la Bora Hansgrohe, si pone in avanti la Sunweb della maglia rosa Wilco Kelderman che scandisce un ritmo piuttosto blando, terminando a 15′ dal vincitore di tappa. Spettacolo assente in una giornata uggiosa. Le polemiche, invece, sono destinate ad accumularsi come l’acqua della pioggia battente della mattinata di Morbegno.

Federico Mariani
Nato a Cremona il 31 maggio 1992, laureato in Lettere Moderne, presso l'Università di Pavia. Tra le mie passioni, ci sono sport e scrittura. Seguo in particolare ciclismo e pallavolo.

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