Mauro Schmid conquista l’undicesima tappa del Giro d’Italia. Egan Bernal si conferma sempre più leader indiscusso della corsa rosa, mentre a sorpresa crolla Remco Evenepoel, che perde terreno rispetto alla testa della classifica.

Polvere e spettacolo. La Perugia-Montalcino non delude le attese e incorona due corridori. Il primo è lo svizzero Mauro Schmid, che fa felice la Qhubeka Assos conquistando la prima vittoria per la formazione africana in questa edizione del Giro d’Italia. Il secondo è Egan Bernal. La maglia rosa finalizza l’ottimo lavoro della Ineos Grenadiers e stende tutti gli avversari con una serie di accelerazioni devastanti. Di fronte allo strapotere del colombiano sono in tanti a uscire ridimensionati. Chi esce dalle ossa rotte da questa tappa è Remco Evenepoel: il belga perde due minuti e rimbalza indietro in classifica generale.

La tappa

Si intuisce presto che sarà una giornata favorevole alla fuga. Sono undici i corridori che riescono a evadere dal gruppo maglia rosa e guadagnano oltre 10′. Al termine degli strappi finali, restano in due, Schmid e Alessandro Covi. La volata premia lo svizzero, irresistibile negli ultimi metri, ma all’italiano del team UAE Emirates va riconosciuta la grande generosità. Dietro, invece, la corsa si infiamma sullo sterrato. Tra i big chi accusa le principali difficoltà è Evenepoel che si stacca una prima volta per poi rientrare sul gruppo. È solo un’illusione. Gli ultimi 20 km diventano una sofferenza unica per il corridore belga della Deceuninck che perde le ruote e assiste impotente alla recita sontuosa di Bernal. È lui, il capitano della Ineos Grenadiers, ben assistito dalla squadra, a infiammare gli sterrati con devastanti accelerazioni che scavano il solco. Sull’ascesa finale è la EF Education First a provare a fare selezione per Hugh Carthy. Saltano tra gli altri anche Vincenzo Nibali e Giulio Ciccone (Trek Segafredo). Negli ultimi 3 km ci provano Emanuel Buchmann (Bora Hansgrohe) prima e Aleksandr Vlasov (Astana) dopo. Bernal non ci sta: segue il corridore dell’Astana, saltandolo via con un contropiede di pura potenza, e infine collabora con il tedesco quasi fino agli ultimi metri, quando riparte nuovamente. Il Giro ha trovato il suo padrone. Solo le montagne possono fermare il sogno di un ragazzo nato nello stesso giorno di Marco Pantani.

Federico Mariani
Nato a Cremona il 31 maggio 1992, laureato in Lettere Moderne, presso l'Università di Pavia. Tra le mie passioni, ci sono sport e scrittura. Seguo in particolare ciclismo e pallavolo.

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