Ieri si è concluso il Giro rosa, che ha visto trionfare l’olandese Annemiek van Vleuten, grande dominatrice della corsa: il bilancio del grande appuntamento del ciclismo al femminile.

Giro rosa

Fonte foto: bicitv.it

GIRO ROSA: ANNEMIEK VAN VLEUTEN, UNA VITTORIA DA DOMINATRICE ASSOLUTA

Partenza soft e chiusura in crescendo, fino ad arrivare a un autentico dominio incontrastato in salita e nella classifica generale: Annemiek van Vleuten prosegue nella sua crescita, e dopo aver conquistato il titolo mondiale a cronometro e La Course by Tour de France nel 2017, fa suo il Giro rosa in un’edizione che porta la sua firma indelebile. Troppo forte per le avversarie l’olandese nata a… Vleuten, che è ricordata anche per la spaventosa caduta in discesa a Rio 2016, oltre che per il terzo posto nell’edizione 2017 del Giro e per i risultati recenti: la sua corsa era iniziata in maniera soft, e poi l’ha vista conquistare tre delle ultime quattro tappe grazie a una condizione fisica sontuosa. Il Giro rosa è scattato da Verbania, con una cronosquadre vinta dalla Sunweb (van Dijk prima maglia rosa), e poi ha visto vincere Kirsten Wild a Ovada, Jolien d’Hoore nelle volate di Corbetta e Piacenza e Ruth Winder a Omegna. Nella 6a tappa, con arrivo a Gerola Alta, ecco le prime salite, e l’attacco di Amanda Spratt, che ha vinto la tappa e fatto sua la maglia rosa, ma il meglio doveva ancora venire ed è arrivato con la cronoscalata di 15km che portava alle Dighe di Campo Moro. Qui è iniziato il dominio dell’olandese, che ha distrutto la concorrenza imponendo un ritmo folle in salita e infliggendo 2’29” alla seconda classificata: van Vleuten ha fatto sua la maglia rosa, l’ha mantenuta nel ”giorno tranquillo” che ha visto vincere Marianne Vos a Breganze e poi ha distrutto definitivamente i sogni delle avversarie nella tappa regina. La nona tappa vedeva le ragazze iscritte arrivare sul Monte Zoncolan, affrontato per la prima volta nel Giro rosa e dal versante durissimo di Ovaro: l’attacco della van Vleuten è arrivato sul punto più duro della salita, e l’ha vista infliggere 40” ad Ashleigh Moolman-Pasio e 2’54” alla Spratt, sua compagna di squadra nella Mitchelton-Scott al femminile. Non contenta del bis, l’olandese ha fatto tris vincendo anche nella tappa conclusiva a Cividale del Friuli e aumentando il vantaggio. La classifica generale la vede trionfare con 4’12” sulla Moolman-Pasio e 6’30” sulla Spratt, con Brand, Guarnier, Ludwig, Niewiadoma, Merino Cortazar, Santesteban e Longo Borghini (10a a 13’47”) a completare la top-10. Il successo della van Vleuten è il secondo consecutivo per l’Olanda, dopo quello della van der Breggen, ma soprattutto è il sesto successo oranje nelle ultime otto edizioni: solo Abbott (2013) e Guarnier (2016) hanno spezzato l’egemonia. Completando il quadro, oltre alla maglia rosa della van Vleuten, che fa sua anche la ciclamino, abbiamo la maglia verde (scalatrici) per Amanda Spratt, la maglia bianca per Sofia Bertizzolo e la maglia blu di miglior italiana per Elisa Longo Borghini.

GIRO ROSA: LUCI (POCHE) E OMBRE PER L’ITALIA

L’anno scorso Elisa Longo Borghini aveva chiuso al secondo posto lottando per la vittoria finale, e ripetendo le proprie grandi prestazioni anche nella kermessa de La Course by Tour de France, quest’anno invece resta a bocca asciutta e con una grande delusione: l’azzurra non è mai stata in gara per la vittoria finale, e ha chiuso al 10° posto con un distacco che sfiora i 14 minuti dalla vincitrice. Longo Borghini è l’unica italiana nella top-10, ha vestito la maglia blu di miglior azzurra, ma certamente non sarà soddisfatta delle sue prestazioni. E ha da recriminare anche l’Italia ciclistica al femminile, che ha perso il confronto con l’Olanda: le oranje hanno vinto cinque tappe (e vestito la maglia rosa per sei giorni su dieci: uno per van Dijk e Brand, quatro per van Vleuten) e la classifica finale, le azzurre invece sono rimaste mestamente a secco. È un giro parzialmente positivo solo per i piazzamenti in volata di Marta Bastianelli e Giorgia Bronzini, spesso in top-5, e per le fughe e le buone prestazioni di Alice Maria Arzuffi. Per il resto, c’è tanto da correggere da qui al 2019, anche perchè si arrivava a questo Giro dopo il doppio oro ai Giochi del Mediterraneo di Elena Cecchini (cronometro) ed Elisa Longo Borghini (prova in linea). Nel prossimo Giro forse andrà meglio, e forse ci sarà anche Letizia Paternoster, assente perchè impegnata negli Europei Under-23 e in alcune prove necessarie per completare la sua crescita.

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Marco Corradi
31 anni, un tesserino da pubblicista e una laurea specialistica in Lettere Moderne. Il calcio è la mia malattia, gli altri sport una passione che ho deciso di coltivare diventando uno degli Azzurri di Gloria. Collaboro con AlaNews e l'Interista

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