La quarta tappa della corsa dei due mari è stata vinta da Alexej Lutsenko, davanti a Primoz Roglic e Adam Yates, sempre più leader della classifica generale

L’ha vinta, persa e poi rivinta. Alexej Lutsenko (Astana) è stato il grande protagonista della quarta tappa della Tirreno-Adriatico. Una frazione che sembrava saldamente nelle sue mani prima di incappare in due cadute, una delle quali a meno di duemila metri dal traguardo, che rischiavano seriamente di compromettere la sua gara. Allo sprint, però, ha avuto ragione lui. Battuto Primoz Roglic (Jumbo-Visma), sempre più convincente nella sua dimensione da big. Terza piazza per Adam Yates, solido e sicuro con la sua maglia azzurra di leader della classifica mondiale. Per il gemello di Simon, la tappa odierna è un importante passo in avanti verso il successo finale.

BRIVIDO

Senza respiro. La quarta tappa della corsa dei due mari viene vissuta ad una velocità esasperata, specialmente pensando al tipo di percorso da affrontare, con tanti saliscendi nella prima parte e strappi durissimi nel finale. Insomma, un valido test in vista della Milano-Sanremo che si svolgerà sabato prossimo. Ad animare la corsa ci pensa una fuga piuttosto consistente dal punto di vista numerico. Gli attaccanti della prima ora sono Nans Peters (Ag2r La Mondiale), Mirco Maestri (Bardiani-CSF), Marcu Burghardt (Bora-hansgrohe), Joey Rosskopf (CCC Team), Krists Neilands (Israel Cycling Academy), Luis Mas (Movistar), Giovanni Visconti (Neri-Selle Italia), Jenthe Biermans (Katusha-Alpecin), Rob Power (Team Sunweb), Jasper Stuyven (Trek-Segafredo). Tuttavia, il gruppo degli uomini di classifica non si scompone e tiene sotto controllo i fuggitivi. È una tappa piena di colpi di scena. Il primo lo regala Geraint Thomas: il re del Tour de France 2018 preferisce ritirarsi. Poi, ai meno 50, le condizioni imperfette del manto stradale seminano il panico nel gruppo e fioccano le cadute. Paura per Boswell (Katusha) e Dillier (Ag2r La Mondiale), rimasti a terra doloranti. In testa, tentano un ulteriore allungo Mas e Peters, ma il gruppo dei big annulla il ritardo e mette fine all’avventura dei fuggitivi. Ai meno 37 si infiamma ulteriormente la tappa: Lutsenko (Astana) attacca e fa il vuoto, mentre alle sue spalle si forma un gruppo di inseguitori che comprende anche la maglia azzurra Adam Yates (Mitchelton Scott). I più attivi tra i contrattaccanti sono Davide Formolo (Bora Hansgrohe), Simon Clarke (Education First) e Benoot (Lotto Soudal) si lanciano all’inseguimento, mentre i big si marcano, nonostante un iniziale tentativo di Tom Dumoulin di portarsi sulla ruota del kazako della Astana. Si staccano Vincenzo Nibali (Bahrain Merida) e Thibaut Pinot (Groupama FDJ). La cavalcata di Lutsenko si fa sempre più interessante con il trascorrere dei chilometri: il suo vantaggio supera infatti i 30 secondi. Il margine continua a dilatarsi e nessuno tra gli uomini di classifica sembra avere intenzione di forzare il ritmo. Chi prova a muoversi è Formolo che ai meno 15, sulla durissima salita dei Cappuccini, attacca, marcato a uomo da Jakob Fuglsang (Astana), bravo nei panni di stopper per aiutare il compagno in avanscoperta. Brividi per Lutsenko, che sbaglia in curva, tira dritto e finisce lungo il mucchio di foglie a bordo strada. Il kazako riesce comunque a ripartire. Nonostante lo spavento, il corridore dell’Astana non si ferma ed implementa il proprio vantaggio. Alle sue spalle, si scatena la bagarre. Primoz Roglic (Jumbo-Visma), Adam Yates e Fuglsang fanno il vuoto e si lanciano all’inseguimento del leader. Ai meno 2, la corsa si riapre: cade Lutsenko ed i tre inseguitori lo raggiungono. Sembra la beffa delle beffe, ma il kazako si rifà in volata, regolando Roglic e Yates, sempre più capoclassifica.

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Federico Mariani
Nato a Cremona il 31 maggio 1992, laureato in Lettere Moderne, presso l'Università di Pavia. Tra le mie passioni, ci sono sport e scrittura. Seguo in particolare ciclismo e pallavolo.

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