Dopo le fatiche in salita, il Tour de France vive una tappa interlocutoria, con continui saliscendi che potrebbero sia portare ad una fuga, che ad uno sprint a ranghi ridotti. Si verifica il primo scenario, e la vittoria va a Mads Pedersen.

TOUR DE FRANCE, 13A TAPPA: MADS PEDERSEN REGOLA I FUGGITIVI

Dopo il Granon e l’Alpe d’Huez, che hanno riscritto il copione del Tour, la Grande Boucle vive una frazione interlocutoria, nei 192.6km da Bourg d’Oisans a Saint-Etienne, che presenta tanti saliscendi, soprattutto nella seconda parte e dopo la Cote de Saint-Romain-en-Gal (6.6km al 4.5%), posta a una cinquantina di km dall’arrivo. Una tappa che sulla carta è fatta per i fuggitivi, ma potrebbe stuzzicare passisti velocisti come Matthews e Wout van Aert coi suoi 2mila metri complessivi di dislivello, destinati a mettere in difficoltà gli sprinter rimasti in gruppo. Vanno in fuga in sette, con un attacco propiziato nientemeno che da Filippo Ganna (INEOS): con lui Küng (FdJ), Jorgenson (Movistar), Mads Pedersen e Quinn Simmons (Trek), Houle (Israel) e Wright (Bahrein). 

Passisti dalla grande gamba, che spaventano il gruppo, che sembra voler giocare per la vittoria di tappa: il plotone, tirato da Lotto-Soudal e Alpecin, lascia al massimo due minuti e mezzo. E arriva a 1’15” dai fuggitivi dopo un’accelerazione dovuta al forte vento: la fuga sembra avere vita breve, ma lo scenario cambia nuovamente sui saliscendi, col margine che risale sopra i due minuti. Cade nel gruppo Caleb Ewan, faticano Sagan e Jakobsen, e sull’ultima salita il plotone si arrende alla vittoria della fuga, che supera di conseguenza i 3′ di vantaggio. Si stacca Quinn Simmons, dalla testa della corsa, e il sestetto prosegue fino all’attacco di Mads Pedersen, che approfitta di un attimo di difficoltà di Ganna per muoversi ai -12km: con lui restano Houle e Wright, col gruppetto-Ganna che perde terreno. E il terzetto che si gioca la vittoria, che va (come previsto) a Mads Pedersen: l’ex campione del mondo brucia nettamente Wright e Houle, col gruppo-Ganna a 27”. L’azzurro chiude 6°, preceduto da Küng e Jorgenson. Il gruppo maglia gialla arriva, senza patemi d’animo, a 5’45”: Wout van Aert regola il plotone e conquista altri punti per la maglia verde, precedendo Senechal e gli italiani Mozzato e Pasqualon. 

Domani si torna a salire, nei 192.5km da Saint-Etienne a Mende, ricca di saliscendi: le salite verso Cote de Saint-Just-Malmont (7.7km al 3.9%), Cote de Chataignier (2.6km al 7.3%), Cote de Grandrieu (6.3km al 4.1%) e Cote de la Fage (4.2km al 6%) preparano all’ascesa finale verso la Cote de la Croix Neuve (dedicata a Jalabert), coi suoi 3km al 10.2% e pendenze durissime. Dopo quest’ascesa, un km in falsopiano che porterà ai 1.030m di Mende. Ripartirà l’attacco a Vingegaard, dopo una giornata tranquilla per i big. 

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Marco Corradi
31 anni, un tesserino da pubblicista e una laurea specialistica in Lettere Moderne. Il calcio è la mia malattia, gli altri sport una passione che ho deciso di coltivare diventando uno degli Azzurri di Gloria. Collaboro con AlaNews e l'Interista

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