Tappa-monstre per il Tour de France, coi migliori che si attaccano sui Pirenei: a Peyragudes vince Tadej Pogacar, marcato a vista da Jonas Vingegaard. Molto staccati tutti gli altri big. Domani l’ultima sfida sui Pirenei. 

TOUR DE FRANCE, 17A TAPPA: POGACAR BEFFA VINGEGAARD, VITTORIA SLOVENA A PEYRAGUDES

“Ma cosa vuoi che succeda in 129km?”. Alzi la mano chi non l’ha pensato, guardando il percorso odierno del Tour de France, tenendo magari spenta la tv e perdendosi una tappa iconica, nei 129.7km da Saint Gaudens a Peyragudes con 4mila metri di dislivello. Cinquanta km di calma piatta e poi si sale: prima con l’Aspin (12km al 6.5%), poi proseguire con Hourquette d’Ancizan (8.2km al 5.1%), Col de Val Louron-Azet (10.7km al 6.8%) e arrivare a Peyragudes dopo 8km al 7.8%, con la pendenza che sale costantemente e un infernale ultimo tratto al 13-16%. Frazione a ritmo folle, con scatti e controscatti continui in avvio: partono Pinot (FdJ) e Lutsenko (Astana), inseguiti da un gruppetto nutrito che comprende anche Ciccone, Simmons, Uran, Bardet, Teuns, la maglia a pois Geschke e il giovane Leknessund. L’UAE, che ha perso anche Majka ed è rimasta con due soli gregari “attivi” (Hirschi è in ritardo di condizione), però non lascia andare i fuggitivi e li tiene a portata di “sparo”, col super-lavoro di Bjerg sulle prime due salite.

L’accelerazione decisiva arriva però col cambio della guardia, quando McNulty si porta in testa sul Col de Val Louron-Azet e fa esplodere il gruppo maglia gialla. Man mano che si prosegue, cadono a gruppo tutti i rivali di Pogacar e Vingegaard: da Yates a Gaudu, da Quintana a Thomas, ultimo a mollare lasciando solo McNulty coi due favoritissimi, con questo terzetto che diventa la testa della corsa quando riprende Leknessund (DSM). Lo sloveno tasta il terreno attaccando quando si scollina dalla penultima salita, ma Vingegaard risponde presente e allora si riaspetta McNulty per tirare in discesa e sulle prime rampe di Peyragudes: rampe che vedono Thomas resistere come terzo a 1’33” e Bardet (“risorto” dopo il crollo di ieri) cedere dopo qualche km dalla sua ruota, con Quintana e un nutrito gruppetto a oltre tre minuti, e Yates in evidente difficoltà.

McNulty, Pogacar e Vingegaard proseguono insieme, con lo statunitense a scortare i duellanti di questo Tour: appare evidente che entrambi stiano aspettando il tratto (infernale) sopra il 13% con punte al 16% che arriva nei 500m finali, con Vingegaard a controllare un Pogacar in apparente difficoltà. Apparente, appunto, perchè è proprio Tadej Pogacar ad attaccare per primo nel tratto finale: Vingegaard lo sorpassa, ma il campione sloveno non molla e lo sorpassa come sulla Planche des Belles Filles, ottenendo il terzo successo di tappa e recuperando 4” con l’abbuono. Arriva a 32” un eroico McNulty, cede 2’07” Thomas che si conferma la terza forza della Grande Boucle precedendo Lutsenko (2’34”) e Bardet (2’38”): più staccato Gaudu (3’27”), che precede il terzetto composto da Quintana, Vlasov e Meintjes (3’32”), con Mas a 3’43” e Yates sprofonda a 8’59”.

TOUR DE FRANCE: POGACAR “ROSICCHIA” QUATTRO SECONDI. LA CLASSIFICA

Lo sprint finale e la vittoria di tappa regalano a Tadej Pogacar un mini-vantaggio di quattro secondi su Vingegaard, che resta maglia gialla con 2’18” sullo sloveno. Tour a due perchè il terzo, Geraint Thomas, ora si trova a 4’56” e ha un ampio margine sui rivali per l’ultimo gradino del podio. Quintana resta infatti quarto a 7’53”, con soli quattro secondi su Gaudu (7’57”), precedendo Bardet (9’21”), Meintjes (9’24”), Vlasov (9’56”), Yates che scivola a 14’33” e Mas che chiude la top-10 con 16’35” di ritardo.

Domani l’ultima chance per fare il vuoto in salita, con la tappa finale sui Pirenei nei 143.2km da Lourdes ad Hautacam: dopo un avvio “soft” si affrontano l’Aubisque (16.4km al 7.1%), il Col de Spandelles (10.3km all’8.3%) e l’ascesa finale, da 13.6km al 7.6%. Se Pogacar vorrà ribaltare il Tour, dovrà farlo qui: a questa tappa seguiranno una volata (venerdì), la cronometro da 40km (sabato) e la passerella a Parigi (domenica).

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Marco Corradi
31 anni, un tesserino da pubblicista e una laurea specialistica in Lettere Moderne. Il calcio è la mia malattia, gli altri sport una passione che ho deciso di coltivare diventando uno degli Azzurri di Gloria. Collaboro con AlaNews e l'Interista

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