Il colombiano della Movistar sta vivendo un momento estremamente delicato. Le voci di una rottura con i compagni di squadra si accompagnano ad un rendimento disastroso che getta pesanti interrogativi sul futuro del vincitore del Giro 2014.

Nairo “El Condor” Quintana, re della tappa odierna

Un anfiteatro, la Porta d’Arles, la Tour Magne e svariati monumenti d’epoca romana. Senza dimenticare uno dei capolavori d’età romana: il Ponte del Gard. Dati tutti questi reperti storici ed archeologici, non sorprende che Nimes sia stata considerata la “Roma francese”. I resti delle infrastrutture sono testimonianze inequivocabili della grandezza dell’Impero più grande del Vecchio Continente, il simbolo di una decadenza avvenuta in modo tanto graduale quanto rumoroso. Le rovine, stavolta, hanno assistito al declino sportivo di Nairo Quintana. Il ciclista colombiano sembra aver imboccato un tracollo irreversibile. Da mina vagante al Tour de France 2013 ad ombra di sé stesso: il Condor è irriconoscibile.

CONTROFIGURA

Sono passati sei anni dall’esplosione sulle strade francesi, ma anziché migliorare Nairo è andato sorprendentemente in calando. I segnali di una leggera flessione erano arrivati nell’estate 2017, con lo scalatore insolitamente apatico e mai protagonista. In molti hanno pensato che fosse tutta colpa delle fatiche di un Giro d’Italia corso da protagonista e concluso al secondo posto dietro Tom Dumoulin. In fondo, nemmeno dodici mesi prima, Quintana si era tolto il lusso di battere nientemeno che Chris Froome sulle strade della Vuelta in un confronto epico. Una vittoria che sembrava sancire il grande volo del Condor, pronto a cambiare piumaggio con il passaggio da giovane di enormi qualità, peraltro ostentate nel vittorioso Giro 2014, a protagonista credibile. Ed invece l’impresa spagnola è stata l’ultimo arrembaggio vincente. Poi il piazzamento in Italia ed il crollo in Francia. La situazione non è migliorata nella stagione seguente, con un Tour de France vissuto all’ombra dei grandi, con un solo successo di tappa a mitigare l’amarezza di un ottavo posto in classifica generale. Alla Vuelta è arrivato al punto di fare da gregario per Alejandro Valverde, incapace di resistere alle folate di Simon Yates ed Enric Mas. Quest’anno, il motivetto non è cambiato ed ha assunto tappa dopo tappa i connotati di una via crucis senza fine. Incapace di reggere il passo di avversari e compagni, Quintana è sembrato arrendersi a quelle salite che un tempo aspettavano i suoi scatti brucianti. E come se non bastasse, ha perso le ruote del gruppo anche in pianura. Impotente e svuotato: il Condor sembra improvvisamente invecchiato, privo della forza alare che lo ha reso temibile. Il vento non è più un amico a cui appoggiarsi, ma un ostacolo ed un motivo di sofferenza.

SQUADRA

Oltre alle vicende della strada, Nairo sta vivendo un momento difficile anche in squadra. Alejandro Valverde non ha usato parole tenere nei suoi confronti, affermando che sul Tourmalet non avrebbe avvertito nessuno della sua debolezza fisica, lasciando che il forcing della squadra lo affondasse. Inoltre, il campione del mondo si è lasciato andare a frecciate più dolorose, arrivando persino a mettere in discussione la competitività di Quintana in questo momento della carriera. Mikel Landa non è stato più gentile, lasciando intendere di non contare sull’aiuto del colombiano, quasi si stesse parlando ormai di un corridore giunto ad una fase irrimediabilmente calante. Il divorzio dalla Movistar si fa sempre più vicino. Con buone probabilità, lo attende il team Arkea, squadra ambiziosa e pronta a sorprendere. Forse, la miglior occasione possibile per dimostrare a tutti che il Condor non ha smesso di volare in

Federico Mariani
Nato a Cremona il 31 maggio 1992, laureato in Lettere Moderne, presso l'Università di Pavia. Tra le mie passioni, ci sono sport e scrittura. Seguo in particolare ciclismo e pallavolo.

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