La nona tappa della Vuelta parla italiano: Damiano Caruso la vince con un attacco perentorio da lontano. Sorride Roglic, che allunga su tutti i rivali eccetto Enric Mas: primo cedimento per Bernal, affondano Vlasov e Landa.

VUELTA, 9A TAPPA: ASSOLO DI DAMIANO CARUSO E VITTORIA ITALIANA

Dopo la volata che ha premiato Fabio Jakobsen, la Vuelta riparte da una frazione di montagna, che va a precedere il riposo ad Almeria: 188km da Puerto Lumbreras all’Alto de Velefique, con tre salite agevoli intorno al 3-4% di pendenza prima dell’ascesa finale, 13.2km al 6.4% medio, ma con punte al 15%. Una nuova occasione per muovere la classifica, ma il grande protagonista è un corridore che aveva già perso terreno nel tentativo di aiutare il suo capitano, Mikel Landa: la vincerà infatti Damiano Caruso, con un’azione coraggiosa e solitaria. Ritmo elevatissimo nel gruppo, che inizialmente si spezza in più tronconi prima del via della fuga vera e propria, che comprende una decina di corridori: all’attacco Calmejane (Ag2r), Caruso (Bahrain), Madrazo (Burgos), Amezqueta (Caja Rural), Le Gac e Molard (FdJ), Stannard (BikeExchange), Bardet e Tusveld (DSM), Elissonde (Trek) e Majka (UAE). La fuga viene mandata ben oltre i quattro minuti, e sul Collado Venta Luisa si muove Damiano Caruso, che attacca addirittura a 73km dall’arrivo: il gruppo, tirato da Pidcock, accorcia a 1’50” sull’italiano, che però pedala veramente forte e non solo stacca tutti i compagni d’azione, ma resiste anche al possibile rientro del plotone tirato da Sivakov per INEOS. Si scollina con Damiano che ha 1’53” sugli ex compagni d’azione (Amezqueta, Bardet, Tusveld e Majka) e 2’25” sul gruppo, che si rialza in seguito grazie al passo controllato della Jumbo-Visma, che ha tutto l’interesse a far andare la fuga. Damiano Caruso continua dunque a spingere, e all’attacco dell’ascesa conclusiva ha oltre cinque minuti sul gruppo, e tre minuti sugli inseguitori, sui quali è rientrato da dietro Bouchard.

L’ascesa verso l’Alto de Velefique è un assolo per Caruso, che sa di essere imprendibile, ma continua a spingere per guadagnare il più possibile nonostante la fatica che incombe. Gli ex compagni di fuga vengono pian piano riassorbiti, perchè nel gruppo si lotta per provare a scalfire la leadership di Roglic. Primo attacco di Adam Yates, con Lopez e Kuss, mentre lo sloveno rientra con una “frullata” portandosi dietro Mas: affonda Landa, cede Aru e rimane nel gruppo appena dietro Ciccone, con Bernal in difficoltà. Yates ci riprova, ma viene poi fermato per aiutare il colombiano: mossa suicida di INEOS, che sacrifica la sua miglior punta per un Bernal in crisi. E così, Mas e Roglic guadagnano su tutti i rivali. Damiano Caruso vince la tappa, come sull’Alpe Motta, con 1’05” su Roglic (6” d’abbuono) e 1’06” su Mas (4” d’abbuono): a 1’44” Jack Haig, Miguel Angel Lopez e Adam Yates, liberato dal suo co-capitano. Perde 2’07” Mader, 2’10” invece per Bernal e Ciccone: bene anche Kuss e Kruijswijk, che dopo aver lavorato per Roglic arrivano a 2’40”. Affonda Vlasov, che arriva a 3’48” con Aru e Grossschartner. Sprofondano Landa e Guillaume Martin, staccati di 5’20”: qualcosa non ha funzionato nella Vuelta del basco, che si è ritrovato ad essere superato nelle gerarchie da Haig e Caruso. Male anche Carapaz, che chiude a nove minuti.

VUELTA: LA CLASSIFICA ALLA VIGILIA DEL GIORNO DI RIPOSO

Alla vigilia del giorno di riposo della Vuelta, il margine di Primoz Roglic si allunga, con Enric Mas che si dimostra l’unico rivale credibile. Lo sloveno guida con 28” sul corridore della Movistar, che ha anche il terzo classificato, quel Miguel Angel Lopez che insegue a 1’21”: seguono Haig (1’42”), Bernal (1’52”), Yates (2’07”), Ciccone (2’39”), Kuss (2’40”), Grossschartner (3’25”) e De la Cruz (3’55”): 14° Fabio Aru a 4’36”, precedendo Damiano Caruso che col calo finale non riesce ad entrare nella top-10 (ma prende la maglia a pois) e si trova a 5’37” dalla vetta, appena davanti a Landa (5’45”). Domani si riposa ad Almeria, per poi ripartire martedì con una frazione da finisseur.

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Marco Corradi
31 anni, un tesserino da pubblicista e una laurea specialistica in Lettere Moderne. Il calcio è la mia malattia, gli altri sport una passione che ho deciso di coltivare diventando uno degli Azzurri di Gloria. Collaboro con AlaNews e l'Interista

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