Il gioco del tennis è pronto a mutare pelle. Il Ceo dell’Atp Chris Kermode ha spiegato quali saranno le novità. Alle Next Gen Finals di novembre la sperimentazione delle nuove regole.

Alle Next Gen Atp Finals del prossimo novembre verrà testata la fruibilità televisiva del nuovo tennis

Il tennis è pronto a cambiare. In occasione degli Internazionali di Roma, gli alti quadri di questo sport hanno spiegato quali saranno i cambiamenti la cui sperimentazione sarà tangibile con mano alle Next Gen Atp Finals del prossimo novembre a Milano (che vedranno impegnati i migliori giocatori under-21 del circuito). Alla conferenza stampa esplicativa hanno preso parte anche il presidente della Federtennis Angelo Binaghi e il segretario generale del CONI Roberto Fabbricini. Quali saranno i cambiamenti? E soprattutto: si tratterà di un rinnovamento o di un’innovazione?

Il presidente di Federtennis Angelo Binaghi presente alla conferenza stampa

Le nuove regole: set ridotti e partite al meglio dei cinque

Il cambiamento più drastico riguarderà il numero dei game di ciascuno set: diventeranno 4 con eventuale tie-break sul 3-3. Per velocizzare le partite verranno anche abolite le situazioni dei vantaggi sul 40 pari: ai giocatori basterà fare un punto solo (anziché due consecutivi come funziona oggi, ndr) per aggiudicarsi il game; e sarà il giocatore alla risposta a decidere da quale parte rispondere nel punto che assegnerà il game. L’ultimo cambiamento sostanziale, infine, che di fatto metterà tutti i tornei sullo stesso piano sarà quello riguardante il numero dei set totali che occorrerà vincere per aggiudicarsi il match: si giocherà alla meglio dei cinque, come già accade nei quattro tornei del Grande Slam (Australian Open, Roland Garros, Wimbledon, US Open). Altri cambiamenti riguarderanno: la durata più breve del riscaldamento (si inizierà cinque minuti dopo l’ingresso in campo del secondo giocatore), l’eliminazione del let sul servizio (saranno validi anche i servizi che dovessero colpire il net, come già accade nei Challenger), l’utilizzo dello shot clock (non dovranno trascorrere più di 25 secondi tra il gioco di un punto e l’altro) e la richiesta di un solo time out medico a partita per ogni giocatore. Un ultimissimo tabù che la nuova normativa vuole infrangere riguarda il pubblico: a parte a coloro che siedono a ridosso delle due linee di fondocampo, a tutti gli altri spettatori saranno concesso muoversi liberamente nell’impianto anche durante lo svolgimento del gioco.

Fare silenzio durante ogni singola fase di gioco è da sempre uno dei dogmi del torneo di Wimbledon

Le ragioni del cambiamento: più innovazione che rinnovamento

“Il tennis è come la vita: bisogna essere in grado di porre in essere un’evoluzione graduale di fronte ai cambiamenti che avvengono nella società”: così Chris Kermode, Ceo dell’Atp, ha giustificato la scelta di cambiare le regole del tennis, sport che fino ad oggi aveva sempre fatto della tradizione il suo punto di forza. Nel mondo dell’intrattenimento sportivo, in cui il calcio gode di una fruibilità ancora incontrastata, il tennis prova a entrare a gamba tesa e per farlo cerca di velocizzarsi: in questo senso vanno letta sia la proposta di abbassare il numero di game necessari per la vittoria di un set che quella di abolire le situazioni dei vantaggi sul 40 pari. Chi ne beneficerà? Sicuramente la fruibilità televisiva di questo sport, che si andrebbe meglio a incastonare nei palinsesti. Ben poco ne beneficerà invece la sua essenza. Gli alti quadri dell’Atp stanno tramando alle spalle di ciò che in realtà dovrebbero amare di più: il tempo del tennis fatto, se necessario, anche di game interminabili nei quali solo i veri appassionati intravvedono le peculiarità di uno sport che è testa, fatica e pazienza. Il prossimo novembre a Milano non andrà in scena nessun rinnovamento, bensì un’innovazione, dettata da ragioni economiche che tradiscono la storia. Come spesso capita nella nostra società.

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Simone Lo Giudice
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