Il canadese ha battuto nettamente il francese ai quarti di finale del torneo parigino: in virtù di questo risultato Matteo Berrettini si è qualificato al Masters di Londra entrando nella storia
La fortuna aiuta gli audaci e Matteo Berrettini lo è stato per tutto l’arco della stagione. Il tennista italiano ha temuto il peggio dopo la sconfitta arrivata contro Jo-Wilfried Tsonga al secondo turno del torneo Parigi-Bercy: dopo quel netto 2-0 per il francese, il destino di Berrettini è finito nelle mani dei suoi colleghi. Ma tutto è bene quel che finisce bene.
GRAZIE SHAPOVALOV
Berrettini ringrazia se stesso e la buona sorte al termine di una stagione che lo ha visto crescere ed affermarsi come il miglior tennista italiano. Dopo il k.o. contro Tsonga, le probabilità di qualificarsi a Londra sembravano sempre più scarse, ma i pretendenti sono caduti uno a uno al Parigi-Bercy: Roberto Bautista Agut, David Goffin, Fabio Fognini, Diego Schwartzman, Stan Wawrinka, John Isner e Alex De Minaur. Alla fine è crollato Gael Molfils, l’unico che poteva impedire a Berrettini di qualificarsi per il torneo tra i migliori otto al mondo. Denis Shapovalov ha battuto il francese 2-0 con un doppio 6-2 ai quarti permettendo al romano di coronare un sogno.
TERZO ITALIANO DI SEMPRE
Berrettini vola a Londra dopo 12 mesi da incorniciare in cui è passato dalla posizione n°54 del ranking Atp all’ottavo piazzamento. La semifinale agli US Open persa contro Rafa Nadal è risultata decisiva per la qualificazione al Masters di fine anno, ma non è stata l’unica perla del suo 2019: a febbraio c’è stata la semifinale a Sofia, ad aprile il successo di Budapest che lo ha lanciato tra i primi quaranta al mondo. A Monaco di Baviera Berrettini ha sfiora il bis arrivando a ridosso dei primi trenta. Agli Internazionali d’Italia la rivelazione del tennis azzurro ha eliminato il “maestro” Alexander Zverev al secondo turno. Il successo di Stoccarda lo ha avvicinato alle prime venti posizioni. A Wimbledon Berrettini non ha potuto fare granché contro “sua maestà” Roger Federer agli ottavi, ma si è fatto le ossa. Poi ha tirato il fiato tornando competitivo agli US Open. A Shanghai Berrettini ha sfiorato la semifinale, a Vienna l’ha centrata: in quel momento si sono spalancate le porte della top-10. Berrettini è il terzo italiano a qualificarsi alle Atp finals: il primo è stato Adriano Panatta nel 1975 (perse tutte e tre le gare), il secondo Corrado Barazzutti nel 1978 nono a fine stagione ma qualificato al posto del “ribelle” Bjorn Borg fuori perché in polemica contro la regola che obbligava i giocatori a partecipare a un minimo di 20 tornei all’anno (anche lui Barazzuttu perse tutte e tre le partite). Berrettini proverà a fare meglio 41 anni dopo in un torneo che per la prima volta dal 1970 vedrà in campo solo participanti europei.
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