Con l’eliminazione di Paolo Lorenzi agli ottavi di finale non è rimasto nessun italiano in gara agli US Open 2017. Positiva la spedizione maschile (a parte Fognini), confermato il momento difficile del tennis femminile.
È stato bello finché è durato. La nostra spedizione agli US Open è stata resa più dolce dal ragazzone romano Paolo Lorenzi, che 35 anni si è regalato la soddisfazione di una vita: giocare gli ottavi di finale in un torneo del Grande Slam. Che voto gli dareste? E come giudichereste l’esibizione degli altri otto azzurri in gara? Ecco il nostro pagellone!
Gli uomini
Lorenzi 8,5 Il mezzo punto in più è per il coraggio che lo ha trascinato fin a qui. Non era scontato che a 35 anni suonati Paolo Lorenzi da Roma, cresciuto a pane e Challenger, arrivasse così lontano. Non aveva mai giocato il terzo turno in un torneo del Grande Slam: negli States si è regalato addirittura un ottavo di finale. Il passaggio chiave al secondo turno, dove Lorenzi ha saputo domare il lussemburghese Gilles Muller, carnefice di Nadal allo scorso Wimbledon, nonostante un inizio in salita (primo set perso al tie-break). Volessimo trovare il pelo nell’uovo, l’approccio del romano ai quattro match non è stato dei migliori: per ben tre volte infatti è andato subito in svantaggio. Non gli è riuscito il ribaltone agli ottavi, dove ha avuto la meglio l’esperto sudafricano Kevin Anderson, che aveva già giocato i quarti di finale agli US Open nel 2015. Il torneo di Paolino resta comunque da incorniciare. NON MOLLARE MAI
Fabbiano 7,5 Un voto in meno per il 28enne di San Giorgio Jonico, che mai in precedenza era arrivato sino al terzo turno di un torneo del Grande Slam. Battuto in scioltezza l’australiano Smith al primo turno, superato al secondo dopo una maratona l’altro figlio della terra dei canguri Thompson, Fabbiano si è inchinato alla superiorità di Lorenzi al terzo turno. Il suo 2017 va comunque incorniciato: oltre all’exploit degli US Open, si è regalato anche il primo turno agli Australian Open e a Wimbledon. IN CRESCITA
Travaglia 7 Sorride anche il 25enne di Ascoli Piceno, che per la seconda volta di fila si è qualificato al main draw (gli era già riuscito allo scorso Wimbledon). A Flushing Meadows si è concesso per la prima volta il secondo turno in un torneo del Grande Slam, dopo aver domato un certo Fabio Fognini nel match di esordio. Che Travaglia abbia grossi margini di crescita è fuori discussione. Siamo curiosi di capire dove potrà arrivare. Talento e carattere non gli mancano. Per l’età e i risultati che sta raccogliendo è forse la speranza migliore del nostro tennis maschile. SULLA RAMPA DI LANCIO
Giannessi 6 Ci aspettavamo qualcosa in più dal 27enne spezzino, che contro Gulbis ha fatto il minimo. È andato sotto di un set, ha vinto il secondo al tie-break, è crollato al terzo (6-2 per il lettone), si è visto sfuggire di mano il quarto. Ci aspettavamo di più perché l’azzurro è arrivato negli States da top 100, a differenza di un Gulbis scivolato oltre la posizione 200 dopo i problemi fisici dell’ultimo anno. Nl 2018 Giannessi dovrà provare a dare qualcosa in più negli altri tornei del Grande Slam dove, a differenza degli US Open (miglior risultato il secondo turno del 2016), non è mai andato oltre il secondo turno delle qualificazioni. NORMALE
Seppi 5,5 Nell’insufficienza rientra l’andamento del 33enne altoatesino nei tornei del Grande Slam successivi agli Australian Open. Andreas aveva iniziato l’anno alla grande con gli ottavi di finale sul cemento australiano contro lo svizzero Stan Wawrinka, poi si è perso. È stato eliminato al secondo turno sia al Roland Garros (dal connazionale Fognini) che a Wimbledon (dall’australiano Anderson). Agli US Open è uscito subito per mano del numero due spagnolo Bautista Agut. Adesso Andreas pensi a ricaricare le pile. Nel 2018 dovrà cercare di restare quanto meno nei primi cento (al momento è 81esimo) e si ispiri a Lorenzi come un esempio di tenacia. Ha ancora tempo per fare grandi cose. CREDICI ANDREAS
Fognini 4 Agli US Open è andato in scena “Lo sciagurato taggiasco”, una produzione FF87 (Fabio Fognini 1987). Gli insulti sessisti rivolti all’arbitro Louise Engzell, signora svedese accusata di avere “discendenze troiane”, sono il punto più basso di un 2017 in cui il fumo non ha accompagnato l’arrosto. Purtroppo Fabio è molte cose diverse: può mettere in difficoltà qualunque avversario (Andy Murray lo sa bene) e può ricadere nei soliti errori comportamentali, che nemmeno il suo nuovo coach Franco Davin sta riuscendo a estirpare. Si parlava di un Fognini diverso anche grazie alla paternità. Noi preferiamo guardare a quello che succede in campo. Il giovanissimo Travaglia lo ha cotto a fuoco lento (6-4, 7-6), lo ha illuso (3-6 per il taggiasco al terzo), se lo è mangiato (6-0 al quarto). Perché continui a farti e farci del male Fabio? Quanti vorrebbero avere la metà del tuo talento! Ma il tuo gemello cattivo sopravvive e, quando emerge, raccoglie figuracce, multe e sospensioni (pare che gli organizzatori US Open non vogliano rivedere Fabio per un po’). INCORREGGIBILE
Le donne
Schiavone 5,5 Se la 37enne milanese dovesse davvero ritirarsi a fine stagione, il suo addio agli US Open suonerebbe come una beffa di decameroniana memoria. Si era messo benissimo il match di primo turno contro l’estone Kanepi, numero 418 al mondo (6-0 per l’azzurra al primo set). Poi però è arrivata la pioggia e la sfida, interrotta e spalmata sue due giorni, è scivolata verso l’avversaria (6-4 il secondo, 6-2 il terzo). Rimane comunque positivo il 2017 di Francesca Schiavone, che lo scorso aprile ha conquistato il suo ottavo titolo in carriera sulla terra battuta di Bogotà. Ah, se solo potesse trasmettere metà della sua grinta alle azzurre della Next Gen. BISOGNEREBBE CLONARLA
Vinci 5,5 Vice-regina di questa terra appena due anni fa, la tarantina ritorna a casa con un trofeo in più. Appreso del furto subito dall’azzurra lo scorso agosto, gli organizzatori degli US Open hanno deciso di regalarle un nuovo piatto per il secondo posto a Flushing Meadows nel 2015. Il cemento americano si è rivelato però amaro: la Vinci è stata sconfitta al primo turno dalla giovane padrona di casa Sloane Stephens e, a fine partita, ha fatto intendere che a 34 anni il tennis ad altissimi livelli non è più la priorità. In fin dei conti, il suo 2017 è stato deludente: aveva iniziato come 18esima al mondo, è uscita rapidamente dalle prime 30 posizioni e, complice i deludenti risultati ottenuti nei tornei del Grande Slam (eliminata al primo turno in tutti e quattro), adesso perderà un’altra trentina di posizioni. GRAZIE LO STESSO
Giorgi 4 Niente di personale, ci mancherebbe. Il voto largamente insufficiente è dettato dall’insofferenza. Camila, non ne possiamo più di doverti aspettare. Per carità, la 25enne maceratese di origini argentine era stata sfortunata nel sorteggio: la slovacca Rybarikova, semifinalista allo scorso Wimbledon, sarebbe stata un avversario scomodo per chiunque. Ma la Giorgi in partita ci è stata ben poco e ha fatto un bel passo indietro rispetto agli ultimi Championships londinesi, dove aveva saputo impensierire al terzo turno la reginetta del Roland Garros Jelena Ostapenko. Mai come in questo momento, con la Schiavone e la Vinci vicine al ritiro e la Errani squalificata per il caso letrozolo, il nostro tennis avrebbe bisogno di una tennista come Camila: giovane e talentuosa. Il tempo è decisamente dalla sua parte, per fortuna. Non dovesse farcela a spiccare il volo definitivamente sarebbe una sconfitta per tutti. SEVERI, MA FIDUCIOSI
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