29 medaglie, una storia lunghissima e tanti protagonisti: da Thoeni a Tomba, lo sci alpino azzurro ha ottenuto sempre grandi risultati alle Olimpiadi invernali, ed è una delle specialità più longeve del programma a cinque cerchi. Qui troverete tutte le nostre storie ed interviste su questa disciplina storica.

Lo sci alpino alle Olimpiadi invernali

L’ITALIA DELLO SCI ALPINO ALLE OLIMPIADI INVERNALI

Lo sci alpino fa il suo esordio alle Olimpiadi nell’edizione di Garmisch-Partenkirchen nel 1936, anche se solo con la combinata (divisa, a differenza dei tempi moderni, in due giorni), ma è coi Giochi di St.Moritz 1948 che si arriva ad una prima formulazione dello sci alpino olimpico come lo conosciamo ai giorni nostri: il programma a cinque cerchi, infatti, vede l’ingresso della discesa libera e dello slalom speciale, mentre dovremo aspettare Oslo 1952 per lo slalom gigante e Calgary 1988 per il più tecnico Super-G. L’epopea dello sci alpino azzurro alle Olimpiadi ha inizio nel 1952, quando arriva la prima medaglia, l’oro di Zeno Colò nella discesa libera. E proprio Colò sarà il primo protagonista di una disciplina che, nel corso degli anni, ci ha visto sfornare campioni ad ondate più o meno regolari, anche se le ultime stagioni hanno mostrato qualche difficoltà nelle discipline tecniche (soprattutto nello slalom femminile). Da Colò in poi, l’Italia ha visto arrivare 30 medaglie (13 d’oro), con nomi, su tutti quelli di Alberto Tomba e Debora Compagnoni, che sono rimasti scolpiti a fondo nella storia.

I PROTAGONISTI AZZURRI DELLO SCI ALPINO OLIMPICO

Come dicevamo in precedenza, Zeno Colò è stato il primo medagliato azzurro alle Olimpiadi invernali (insieme a Giuliana Minuzzo) col suo oro nella discesa libera di Oslo, ma sono tanti i protagonisti dello sci alpino a cinque cerchi per l’Italia. Potremmo fare molti nomi, ma ci sentiamo di citare Gustav Thoeni (oro a Sapporo 1972 nel gigante, e doppio argento nello slalom tra 1972 e 1976), Piero Gros (oro nello slalom a Innsbruck) ed Isolde Kostner, doppio bronzo a Lillehammer 1994 (discesa e Super-G) ed argento a Salt Lake City 2002 (sempre nella discesa), oltre a quel Christof Innerhofer che ha centrato una splendida doppietta a Sochi 2014, col bronzo nella super-combinata e l’argento nella discesa libera. Ed infine, nel più classico dei dulcis in fundo, le due leggende dello sci alpino olimpico italiano: stiamo parlando, ovviamente, di Alberto Tomba e Debora Compagnoni, i maggiori plurimedagliati azzurri. Alberto Tomba si è conquistato il suo posto nella storia col doppio oro nello slalom gigante (Calgary 1988-Albertville 1992), ma non vanno scordati anche l’oro nello slalom speciale del 1988 ed i due argenti nella stessa disciplina, arrivati nelle due edizioni seguenti: per quel che riguarda la Compagnoni, invece, storico il suo oro nel Super-G di Albertville, il primo dell’Italia a cinque cerchi in questa disciplina, ma non dimentichiamoci delle sue fantastiche vittorie nel gigante (doppio oro 1994-1998) e dell’argento nello slalom a Nagano ‘98. Insomma, una batteria nutrita di campioni, che speriamo possa arricchirsi costantemente com’è successo sin qui.

Alberto Tomba alle Olimpiadi di Lillehammer '94

Alberto Tomba, una delle assolute leggende dello sci alpino italiano

IL MEDAGLIERE DELLO SCI ALPINO ITALIANO ALLE OLIMPIADI INVERNALI

30 medaglie, con alcune edizioni che sono state parecchio prolifiche ed i già citati Tomba e Compagnoni che ne portano a casa rispettivamente 5 e 4 a testa: l’Italia è ufficialmente tra le big dello sci alpino, col 5° posto nel medagliere complessivo a testimoniare la bontà dei risultati della spedizione italiana alle Olimpiadi invernali. 30 medaglie dicevamo, che potevano essere 32 se solo le due vittorie del già citato Thoeni nella combinata (Sapporo 1972-Innsbruck 1976) fossero state contate nel programma olimpico: non è stato così, con le gare che venivano disputate durante le Olimpiadi, ma dal 1956 al 1984 valevano solo per il Mondiale, e così lo sci alpino italiano si ferma a 13 ori, 9 argenti e 8 bronzi alle Olimpiadi invernali. Un bottino di tutto rispetto, che può essere ritoccato già nel 2018, coi Giochi di Pyeongchang 2018 e le speranze riposte sul duo Paris-Innerhofer e su quello Goggia – Brignone.

Simone Lo Giudice
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