L’accensione del particolare braciere olimpico ha dato ufficialmente il via alle Olimpiadi invernali di Pechino 2022. Il racconto della cerimonia d’apertura, tra spettacolo e modernità.
OLIMPIADI INVERNALI PECHINO 2022: IL RACCONTO DELLA CERIMONIA D’APERTURA
Spettacolo e modernità sono le parole chiave della cerimonia d’apertura delle Olimpiadi invernali di Pechino 2022. Il teatro è lo stesso del 2008, lo stadio “Bird’s Nest” della capitale cinese, ammantato dal freddo invernale (-9) e con una buona presenza di pubblico: sono 3mila i figuranti, per una cerimonia che sulla carta doveva essere molto breve e invece toccherà le due ore e mezza. Si parte con un messaggio d’augurio all’anno della Tigre, iniziato il 1° febbraio, e poi scatta il conto della rovescia per l’inizio della cerimonia: da 24 a zero, 24 come i mesi dell’anno cinese e come le edizioni delle Olimpiadi invernali. Scorrono immagini della Cina, e poi si comincia: nelle fasi iniziali della cerimonia domina il verde della primavera, simbolo benaugurante che rappresenta anche il primo “quadro” di questa cerimonia. Uno stuolo di fili d’erba mossi dal vento, attorno ai quali volano delle farfalle: un soffio di vento sparge i semi e forma la parola “Spring”, primavera per l’appunto. Pochi istanti, e lo scenario cambia: i 56 rappresentanti dei gruppi etnici che compongono la Cina portano in scena la bandiera, che viene issata alla presenza di Xi Jinping e del presidente del CIO Bach.
Ed è qui che assistiamo alla parte più emozionante dello spettacolo: sul palco viene rievocato lo scorrere dell’acqua del Fiume Giallo, che poi si ghiaccia andando a comporre un blocco di ghiaccio (realizzato con una complessa tecnologia 3D) su cui vengono ricordate tutte le edizioni dei Giochi invernali fino ad arrivare a Pechino. Degli hockeisti entrano in scena e colpiscono, a mò di porta, il blocco di ghiaccio con un disco virtuale che lo va di fatto a rompere: pian piano assistiamo alla formazione dei cinque cerchi olimpici, che vanno poi a sormontare la porta d’ingresso da dove arriveranno gli atleti. La sfilata può cominciare, con 91 nazioni e 2861 atleti coinvolti: si parte dalla Grecia e poi alla via così, seguendo l’alfabeto cinese e attraversando nazioni inattese e/o dotate di costumi folkloristici. Manca Tonga, ma c’è l’atleta delle Samoa Americane a rievocare il costume tradizionale della nazione oceanica. Ed ancora, la “prima” della Nigeria, gli atleti del Madagascar, dell’Arabia Saudita e di Trinidad (paesi che non ti aspetteresti nella versione invernale), varie nazioni con un solo rappresentante, la 6a Olimpiade di Sarah Schleper nel Messico e la storia un po’ italiana della Thailandia: il paese asiatico schiera infatti nello sci alpino l’italianissimo Nicola Zanon, nativo di Cles.
L’Italia esce per penultima, proprio prima della Cina: la nostra portabandiera è Michela Moioli e la nostra divisa fa discutere, anche più di quella di Tokyo. Dei 118 atleti azzurri, solo una cinquantina sfilano, ma traspare tutto l’entusiasmo delle Olimpiadi. E, subito dopo, la Cina a chiudere la sfilata degli atleti. Il “quadro” seguente ricorda l’unità dei popoli e si conclude con la rappresentazione del Pianeta Terra, la nostra casa, mentre alle 14.52 tocca a Xi Jinping dichiarare ufficialmente aperti i Giochi Invernali di Pechino 2022. Seguono, come da protocollo, i discorsi del Comitato Organizzatore e di Thomas Bach (CIO), il giuramento di atleti e giudici di gara e l’innalzamento della bandiera olimpica. La Cina sorprende tutti prima con un’esibizione sulle note di “Imagine”, poi con un coro di voci bianche che canta l’inno olimpico originale in lingua greca e poi ancora col suo particolare braciere olimpico. Un altro coro di bambini va a formare un cuore con delle luci a led, che protegge a suo volta un fiocco di neve. È proprio all’interno di questo maestoso fiocco di neve (composto da dei pannelli coi nomi delle 91 nazioni partecipanti) che viene piazzata la fiaccola olimpica, portata tra gli altri da Su Bingtian (sfidante di Jacobs sui 100m), a mò di braciere. Una scelta coraggiosa, quella di non andare a comporre un braciere classico, ma di utilizzare la fiaccola stessa per simboleggiare la fragilità dell’umanità attuale e un fuoco che può spegnersi, se non verrà curato dall’uomo. Una delle tante scelte coraggiose operate dalla Cina per le Olimpiadi Invernali di Pechino 2022, volute fortemente nonostante una situazione tutt’altro che rosea a livello pandemico e internazionale.
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