Si conclude, nel più improbabile dei modi, la stagione di Jacopo Luchini e del team di parasnowboard, impegnato nella Coppa del Mondo 2020. Qui, tutta la storia.
L’AMAREZZA DI LUCHINI
Si chiude così la stagione di Jacopo Luchini e di tutto il team azzurro, impegnato nelle ultime gare della Coppa del Mondo 2020 di parasnowboard.
La squadra, chiamata a difendere i colori italiani nelle finali di Coppa del Mondo in Norvegia, aveva già raggiunto la fredda terra nordeuropea, a causa del blocco dei voli in partenza ed in uscita dall’Italia. Gli azzurri sono stati così costretti ad affrontare un viaggio in trasferta di 2500km a bordo di un pulmino. Arrivati, esausti, in Norvegia, gli organizzatori dell’IPC, International Paralimpic Committee, ha comunicato la decisione alla delegazione azzurra e non solo (coinvolti anche i team di Austria, Iran, Cina e Corea del Sud): gli atleti non avrebbero potuto partecipare alle gare delle finali di Coppa del Mondo, come da indicazione del ministero della sanità norvegese.
Gli azzurri sono stati posti di fronte alla più nota delle scelte: 14 giorni di quarantena forzata o l’immediato rientro in patria. Il team italiano ha deciso di tornare a casa. Il più amareggiato, sicuramente, è Jacopo Luchini, il cui sogno di vincere la sfera di cristallo è pressoché sfumato. Luchini, a tre gare dal termine, era in testa alla graduatoria assoluta di Coppa del Mondo, oltreché di quella della specialità di banked slalom. Il rider toscano non avrà modo di giocarsi la vittoria sino alla fine.
La domanda che viene lecito porsi è specialmente una: perché l’IPC non ha deciso di posticipare od annullare le finali di Coppa del Mondo? Un quesito al quale, almeno ad ora, non si riesce a dare una risposta.
IL POST DELLA NAZIONALE ITALIANA PARALIMPICA
Per dovere di cronaca, si riportano, integralmente, le dichiarazioni fatte dalla Nazionale Italiana Paralimpica Snowboard e riportate dalla FISIP (Federazione Italiana Sport Invernali Paralimpici), in un post sulla loro pagina ufficiale Facebook.
“Purtroppo la nostra stagione finisce inaspettatamente il giorno prima delle finali di coppa del Mondo in Norvegia. Dopo aver incassato l’annullamento dei voli e aver deciso di affrontare 2500 km in furgone, appena entrati in stanza dell’hotel stanchi morti, ci è stato comunicato che non avremmo potuto partecipare alle gare (come noi l’Austria) e che avremmo dovuto scegliere se rientrare in Italia o rimanere in quarantena in Norvegia. Gettiamo così la concreta possibilità di vincere le coppe del mondo con Jacopo che attualmente è in testa sia nel Banked Slalom che nella Generale e al terzo posto nello Snowboardcross a 3 gare dalla fine. Siamo partiti per prendere 3 coppe di cristallo ed invece torniamo con le valigie da disfare e una grande delusione. Abbiamo capito che la nostra patria sta soffrendo e vogliamo rientrare anche se sappiamo di non poter far nulla. Il nostro “lavoro” che è prima di tutto una passione, è quello di tenere alto il nome dell’Italia nel mondo attraverso lo snowboard. Non sarebbe servito a nulla ma volevamo vincere per noi, per il tricolore e per voi. Non ci è stato nemmeno permesso di provarci. Ci tengo a precisare che nessuno ci ha discriminato (fin ora) a partire dai locali che abbiamo frequentato per rifocillarvi nel viaggio (sempre mostrando orgogliosamente il tricolore della divisa) l’hotel di arrivo, IPC e tantomeno le altre nazionali che hanno mostrato solidarietà e dispiacere nell’apprendere ciò che stava accadendo. Voglio ringraziare FISIP che ci ha sostenuto e supportato in tutto. Questa volta non abbiamo vinto, ma non abbiamo nemmeno perso! Chi vincerà la coppa se la goda perché adesso l’Italia farà il culo al Virus, e l’anno prossimo si riprenderà cio che le spetta!”
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