Basket, NCAA. Davide Moretti, con i suoi Red Raiders, sarà il primo italiano nella storia a giocare le Final Four della NCAA, le finali del campionato universitario di pallacanestro.
Non solo NBA…
A marzo, negli Stati Uniti, “c’è” un solo sport: il basket. E no, non è quello NBA. Ma quello della NCAA, la National Collegiate Athletic Association, l’associazione che raggruppa circa mille trecento college e istituti universitari dell’intero suolo statunitense. A marzo, negli Usa, è tempo di March Madness. Letteralmente: “la Follia di Marzo”. Ovvero la fase finale del torneo del basket universitario americano. Secondo la rivista Forbes, l’ottavo brand sportivo con il maggior giro d’affari al mondo, dietro solo a colossi come le Olimpiadi Estive e quelle Invernali, i Mondiali di calcio ed il Super Bowl, davanti al Kentucky Derby, alla totalità degli eventi motoristici e, persino, alle NBA Finals. In assoluto, uno degli eventi (televisivi) più seguiti oltreoceano: basti considerare che ogni anno la CBS, che ne detiene i diritti, sborsa per l’esclusiva circa un miliardo di dollari.
E quest’anno, per la prima volta nella storia, protagonista delle Finals (in programma sabato 6 aprile le due semifinali, lunedì 8 le finali) sarà un italiano, Davide Moretti, leader dei Red Raiders di Texas Tech University.
Davide Moretti, un italiano in NCAA, con vista NBA
Michigan State, Virginia, Texas Tech e Auburn sono le magnifiche quattro, le finaliste del torneo NCAA. E tra gli assoluti protagonisti c’è, appunto, Davide Moretti, al secondo anno con i Red Raiders, alla prima avventura nelle Finals.
Classe ’98, bolognese cresciuto nelle giovanili del Pistoia Basket 2000 affianco del padre-allenatore Paolo Moretti, dopo le esperienze italiane con la Stella Azzurra Roma, con il Pistoia Basket (con cui, di ritorno, oltre al debutto in Serie A, vinse il campionato under-17) e l’Universo Basket Treviso, Davide è emigrato nel college basket USA. Diventandone subito un protagonista. Contribuendo alla vittoria “texana” della regular season della Big XII, conference tra le più ostiche, firmando una stagione praticamente perfetta. Numeri alla mano: 50% dal campo, il 40% da tre e il 90% ai liberi. Impreziosita da una straordinaria prestazione contro Gonzaga, nella finale dell’Elite Eight vinta 75-68, arricchita da 12 punti, di cui 8, decisivi, negli ultimi quattro minuti. In linea con dei playoff praticamente eccellenti: 12 punti di media, 48,5% dal campo, 33,3% da tre e l’84,6% ai liberi.
E se è vero che, fino a ieri, per il prossimo Draft, la ventura infornata di talenti nella NBA, si parlava di “Zion Williamson più altri ventinove”, dopo l’uscita di Duke forse qualcuno sarà pronto a ricredersi. E a chiamare l’azzurro.
Sulle orme di papà Paolo
Buon sangue non mente, quello Moretti. Davide, infatti, è figlio d’arte, di Paolo, neo-coach di Pistoia e già grandissimo protagonista nel nostro campionato. In campo: a Bologna tre scudetti e una Supercoppa con la Virtus, una Coppa Italia ed una Supercoppa con la Fortitudo, e Verona, una Coppa Italia. E in panchina: miglior allenatore di A1 nel 2014 con Pistoia. Ma anche con la maglia della Nazionale: due ori ai Giochi del Mediterraneo, un oro europeo under-22 e, soprattutto, una medaglia d’argento agli Europei 1997. Quando l’Italia di coach Ettore Messina fu sconfitta dalla corazzata jugoslava di Obradovic, Bodiroga e Danilovic.
E se per papà Paolo una nuova avventura sulla panchina di Pistoia è appena iniziata, così sembra per Davide quella negli Stati Uniti. La prossima tappa, sabato notte contro i Michigan State Spartans, è certa, le successive, invece, sono tutte da scrivere.
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