Da questa edizione, le qualificazioni ai mondiali di basket non si terranno in estate bensì durante la stagione sportiva seguendo il modello calcistico. Molti i giocatori “costretti” a rinunciare all’impegno della nazionale per poter giocare con il proprio club, tra questi anche l’azzurro Gigi Datome che ha spiegato la scelta in un post su Facebook.
IL CONFLITTO FIBA-EUROLEGA
Chi segue il basket, e in particolare chi segue quello europeo, ricorderà che un po’ di tempo fa il rapporto tra FIBA ed Eurolega, che già non era dei migliori, è peggiorato quando l’istituzione cestistica mondiale ha deciso di far partire in Europa una propria Champions League, che idealmente avrebbe dovuto sostituire l’Eurolega. Il problema della competizione tra le due è nulla in confronto alle minacce che la FIBA ha avanzato alle varie federazioni al cui interno c’erano squadre che non erano per niente interessate a lasciare l’Eurolega per questa nuova coppa: l’organo avrebbe sospeso le nazionali di quei paesi non facendoli partecipare all’Europeo del 2017. Queste minacce hanno creato il panico nel panorama cestistico con tante federazioni che erano molto più restie nello scendere a compromessi, cosa che la Federazione Italiana ha fatto dopo un breve tiro e molla. Per fortuna, in vista degli Europei si era rimandato il tutto con la FIBA che non ha potuto far nulla alle federazioni con club che sceglievano l’Eurolega secondo una sentenza del tribunale che assolveva quest’ultima.
IL RIFIUTO DI DATOME
Qualche mese fa la FIBA ha continuato a distanza il braccio di ferro con l’Eurolega annunciando che le qualificazioni ai Mondiali si sarebbero tenute durante la stagione. Il calendario “studiato” dall’organo cestistico prevede partite a ridosso di gare di Eurolega e campionati nazionali mettendo, di fatto, i giocatori davanti ad un bivio: nazionale o club. Purtroppo, l’orgoglio che si prova nell’indossare la canotta della propria nazionale questa volta deve essere messo da parte. Una gran fetta di giocatori comincia a confermare che avrebbero rinunciato a tale impegno per poter stare con il club, unica fonte di guadagno per un cestista. Ebbene sì, non si può rischiare di andare in nazionale e infortunarsi se in cambio c’è sostanzialmente il nulla cosmico. La FIBA sapeva bene a cosa stesse andando incontro facendo questa scelta assurda ma ha mantenuto la sua linea dura, senza ascoltare minimante club e giocatori. Le ripercussioni di questa pazzia la subiscono proprio quei giocatori che darebbero tutto anche in nazionale ma che non possono affatto permettersi di stancarsi ulteriormente tra campionato ed Eurolega. Uno di quelli che ha rifiutato la chiamata è Gigi Datome che ha spiegato anche la sua indiscutibile decisione di non partecipare alle qualificazioni ai Mondiali del 2019 con l’Italia. Dispiace per la sua assenza nell’Italia in quanto è un perno fondamentale ma i motivi sono molto comprensibili.
https://www.facebook.com/GigiDatome/posts/1519971214752430
ANCHE L’NBA DICE NO
Quando la FIBA aveva annunciato del radicale cambiamento che stava per arrivare, l’NBA aveva risposto che non avrebbe assolutamente permesso che i suoi giocatori, europei e non, potessero andare a giocare le partite con la propria nazionale durante la regular season. Quindi: Italia senza Gallinari e Bellinelli, Spagna senza i fratelli Gasol, Slovenia senza Dragic e così via. Tutti i protagonisti delle proprie nazionali automaticamente tagliati fuori dall’NBA stessa. Ovvio che non vogliano rischiare che qualcuno si faccia male così come non possono trovarsi con i roster delle squadre decimati per via delle qualificazioni ai Mondiali. Il discorso si allarga quindi anche ai giocatori statunitensi con il Team USA che si presenterà alle qualificazioni con giocatori di G-League (una sorta di lega minore collegata all’NBA dove giocano coloro che non hanno avuto spazio in prima squadra) e Jeff Van Gundy in panchina al posto di Gregg Popovich, il vero coach della nazionale a stelle e strisce che è però impegnato con i San Antonio Spurs durante la stagione.
IL FONDO DEL BARILE
Gigi Datome è molto chiaro: “I giocatori devono essere coinvolti, non dico per decidere ma perlomeno per avere dei feedback sui programmi futuri. Ma c’è sempre stato totale menefreghismo a riguardo, eppure in campo andiamo noi”. La presa di posizione della FIBA è soltanto controproducente non solo perché adesso si troverà ad organizzare delle qualificazioni ai mondiali senza giocatori di rilievo ma anche perché mette in cattiva luce il basket oltre che sè stessa. Zero dialogo, zero interesse. Tra l’altro, in tutto questo, chi va a perderci è soltanto la FIBA mentre l’Eurolega ne esce più che vincitrice. La FIBA crede di avere il coltello dalla parte del manico ma in realtà ce l’ha dalla parte della lama. Questa decisione sembra più una punizione autoinflitta dopo gli errori degli ultimi tempi. Probabilmente hanno raschiato il fondo del barile e, se proviamo ad immaginare, uno scenario peggiore non esiste (seppur si dica che al peggio non c’è mai fine). Dopo aver dannegiato in malo modo l’immagine del basket, bisogna trovare una soluzione che aggrada tutti e bisogna trovarne una il prima possibile, magari parlando finalmente ad un tavolo senza avere pretese su niente.