Quest’oggi alle 13 si giocava Italia-Inghilterra, match valido per le semifinali dei Mondiali Under-20: andiamo a scoprire come si sono comportati gli azzurri di Alberico Evani, chiamati a raggiungere la finale.

Mondiali Under-20

MONDIALI UNDER-20: L’ITALIA CROLLA ALLA DISTANZA, INGHILTERRA IN FINALE

Era un bellissimo sogno, e si è interrotto sul più bello: l’Italia di Evani capitola nel momento peggiore, quando era chiamata a raggiungere una finale che sarebbe stata ampiamente meritata e tentare di scrivere la storia. E invece, in finale ci va l’Inghilterra, grazie a un secondo tempo di rara intensità contro un avversario in totale apnea fisica: gli azzurri, reduci dai supplementari contro lo Zambia, non ne hanno più già all’inizio della ripresa, e adottano una tattica conservativa che si rivelerà fatale (quand’anche deleteria). E dire che l’Italia era partita meglio, sbloccando subito il match con un’azione pregevole: Mandragora batte velocemente la punizione, Pessina aziona Favilli che si gira e smarca uno scatenato Orsolini, bravo a fulminare Woodman con un tiro preciso e imparabile. 1-0 per l’Italia, che presenta Dimarco tra i titolari al posto dello squalificato Pezzella (espulso dalla VAR contro gli africani), e insolitamente si abbassa parecchio subito dopo la rete: una mossa inspiegabile per i ragazzi di Evani, che erano soliti pressare alto l’avversario, ma che diverrà chiara in seguito. Fatto sta che l’Inghilterra inizia ad attaccare, forte anche di una freschezza maggiore, e sfiora il pari all’11’: Lookman fa spiovere un pallone insidioso, Dowell s’inserisce e spara alto da due passi. L’Italia fa male in ripartenza e ha due occasioni con Dimarco, ma è ancora l’Inghilterra a sfiorare la rete con Solanke, murato al 43′ da un monumentale Zaccagno: il primo tempo dunque finisce con l’1-0 azzurro, ma sin dalle prime battute della ripresa si capisce che l’Italia non può reggere tutto il match. E infatti, puntualmente, arriva l’assedio britannico, agevolato dall’ingresso in campo dello scatenato Sheyi Ojo, attaccante classe 2000 del Liverpool: è proprio lui a sfiorare la rete al 54′, mentre poco dopo tocca a Kenny impensierire Zaccagno con un diagonale che esce di pochissimo. L’Italia non c’è più, va in totale apnea e prende continui buchi a sinistra, complice la fine della benzina per Panico, che non aiuta più Dimarco (preso costantemente in mezzo tra Lookman e Ojo): Evani lo capisce e inserisce Ghiglione, ma la toppa dura pochi istanti. Dopo aver sfiorato la rete con Ojo (Zaccagno para alla Garella), infatti, l’Inghilterra pareggia con Solanke, lasciato totalmente solo dalla nostra difesa dopo che Zaccagno era prontamente intervenuto sul tiro-cross di Ojo: l’1-1 scatena ulteriormente gli inglesi e dà la botta psicologica all’Italia, che non riesce più ad uscire dalla sua metà campo, e tra l’altro ha in porta uno Zaccagno infortunato alla coscia, che non riesce neppure più a rinviare e lascia l’incombenza a Coppolaro: resistere è impossibile, e allora ecco il 2-1 di Lookman che chiude di fatto il match. Evani prova a inserire prima Vido e poi Bifulco per pareggiare, ma all’87’ finisce tutto: Solanke tira una bomba dalla distanza, Zaccagno si distende come può per l’infortunio e riesce solo a sfiorare leggermente, subendo il 3-1 finale. L’Inghilterra, che già aveva ottenuto un record approdando alle semifinali dopo 24 anni, vola alla finale contro il Venezuela, mentre l’Italia dovrà giocarsi una triste finale 3°-4° posto contro l’altra delusa di giornata: il tabellone infatti ci metterà di fronte (domenica alle 8.30) all’Uruguay, che ci aveva battuto 1-0 nel girone con un rigore contestato, ed è uscito proprio ai rigori contro la forte Vinotinto allenata da Dudamel. Un match tra nazionali in cerca di riscatto, che daranno tutto per evitare di conquistare il cucchiaio di legno.

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Marco Corradi
31 anni, un tesserino da pubblicista e una laurea specialistica in Lettere Moderne. Il calcio è la mia malattia, gli altri sport una passione che ho deciso di coltivare diventando uno degli Azzurri di Gloria. Collaboro con AlaNews e l'Interista

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