Una gara assurda, con una fuga partita al km 0 e arrivata al traguardo, regala la terza medaglia all’Italia: Elisa Longo Borghini bissa il bronzo di Rio 2016 e si prende la medaglia (dello stesso colore) anche a Tokyo. Il racconto della sua gara.

Elisa Longo Borghini trionfa a Tarragona (foto Gazzetta.it)

OLIMPIADI TOKYO 2020, CICLISMO: ELISA LONGO BORGHINI CENTRA IL BRONZO!

Arriva dal ciclismo su strada, la terza medaglia azzurra. Arriva da una gara semplicemente assurda, la terza medaglia azzurra ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020. Elisa Longo Borghini è bronzo nel ciclismo su strada, e in una prova in linea che definire surreale è dir poco: l’azzurra bissa il bronzo di Rio in una prova ricca di colpi di scena, e sale sul podio delle Olimpiadi per la seconda volta in carriera.

La gara in linea femminile è, di fatto, la brutta copia di quella al maschile. Su un percorso “mutilato”, senza il Fuji e il temutissimo Mikuni Pass e con soli 136km, l’Olanda compie il suicidio tattico perfetto, non correndo da squadra. La fuga parte al km zero, ed ha in Anna Kiesenhofer (Austria), Omer Shapira (Israele) e Anna Plichta (Polonia) le sue figure principali: sono queste tre a resistere in testa dopo lo Yamanaka Pass, e il gruppo lascia fare. Le fuggitive arrivano così a 11 minuti di vantaggio senza apparente opposizione: tutti si aspettano che tiri l‘Olanda, ma le oranje pensano ognuna alla propria immagine con la medaglia d’oro e non alla squadra.

E così, la fuga procede come se niente fosse nella Caporetto tattica del gruppo intero. Kiesenhofer attacca le rivali e compagne d’azione, le stacca e s’invola in solitaria: van Vleuten prova il contropiede, ma non guadagna nulla sulla battistrada e viene ripresa. Ci prova Labous, con lo stesso esito: ai -17km il gruppo è ancora a cinque minuti dalla leader, e il destino della corsa è segnato. La pedalata di Kiesenhofer, ex triatleta che interruppe la sua carriera sportiva per gli studi e la laurea, si appesantisce e diventa man mano marmorea, ma l’oro non può sfuggirle: all’ingresso sul circuito del Fuji, reso iconico dal duello tra Lauda e Hunt e dal film “Rush”, l’austriaca ha ancora 2’50” e inizia ad assaporare il successo.

Dietro succede di tutto: Plichta e Shapira vengono riprese e van Vleuten si muove, mentre Elisa Longo Borghini parte in contropiede. Le due fanno il vuoto, van Vleuten è argento a 1’07” e Longo Borghini bronzo a 1’29”. L’azzurra bissa così il bronzo di Rio 2016, e l’Italia ha ora una medaglia di ogni colore in attesa della scherma e delle possibili medaglie dal judo: l’oro di Vito dell’Aquila, l’argento di Luigi Samele, il bronzo di Elisa Longo Borghini.

Marco Corradi
31 anni, un tesserino da pubblicista e una laurea specialistica in Lettere Moderne. Il calcio è la mia malattia, gli altri sport una passione che ho deciso di coltivare diventando uno degli Azzurri di Gloria. Collaboro con AlaNews e l'Interista

Potrebbero anche piacerti...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *