L’anno d’oro dello sport italiano prosegue. Dopo le Olimpiadi e Paralimpiadi da record, l’oro europeo del calcio e del volley femminile, tocca al ciclismo: Sonny Colbrelli sconfigge Evenepoel e completa il poker azzurro. Quattro ori a Trento e quattro titoli consecutivi nella prova in linea degli Europei!

CICLISMO, EUROPEI TRENTO: COLBRELLI D’ORO, L’ITALIA CALA IL POKER

L’estate d’oro dello sport italiano non sembra destinata a concludersi. Dopo aver stabilito i record di medaglie nelle Olimpiadi (40) e nelle Paralimpiadi (69), e dopo aver conquistato il titolo europeo nel calcio e nel volley femminile, l’Italia raggiunge il risultato massimo anche nella prova in linea degli Europei di ciclismo disputati a Trento, che si erano aperti con l’oro azzurro nella staffetta mista e si concludono con l’oro italiano nella prova in linea: Sonny Colbrelli trova il quarto oro azzurro nella rassegna (4 ori, 2 argenti, un bronzo: 7 medaglie) e il quarto consecutivo dopo quelli di Trentin (2018), Viviani (2019) e Nizzolo (2020). Chi critica l’operato di Davide Cassani, alle ultime gare come commissario tecnico (chiuderà coi Mondiali), viene dunque nuovamente smentito dai fatti: l’Italia corre alla perfezione, lotta e vince nel circuito disegnato nella zona trentina. I corridori affrontano 179km: dopo le salite di Cadine, Vezzano, Vigo Cavadine e Candriai (1.040m, punto più alto), si passa agli otto giri del circuito da 13.6km che ha nella salita verso Povo (4.7%) il suo apice.

Si inizia subito ad un ritmo elevatissimo. Francia e Belgio provano a sfibrare l’Italia e le altre nazioni: un primo attacco con Vanhoucke e i francesi Bonnamour e Paret-Peintre viene neutralizzato. Un secondo con dieci uomini, tra cui figuravano anche Pinot, Landa e il nostro Bagioli, ha la stessa sorte. Bardet e Sivakov provano l’azione e vengono ripresi, poi partono in 23: Joao Almeida, Ruben Guerreiro, Rui Costa (Portogallo), Andrea Bagioli, Sonny Colbrelli, Gianni Moscon, Matteo Trentin, Diego Ulissi (Italia), Benoit Cosnefroy, Warren Barguil, Aurelien Paret Peintre, Thibaut Pinot (Francia), Tadej Pogacar (Slovenia), Jonas Rapp (Germania), Remco Evenepoel, Victor Campenaerts, Stan Dewulf (Belgio), Sebastien Reichenbach, Marc Hirschi e Matteo Badilatti(Svizzera), Felix Grossschartner (Austria), David De La Cruz, Gorka Izagirre e Mikel Landa (Spagna). Questo tentativo funziona solo in parte e in seguito controscatta Oliveira, che si porta dietro Barguil, Badilatti e altri protagonisti, ma l’azione che smuove le acque è di Tadej Pogacar.

Sulla terzultima salita verso Povo, lo sloveno saggia le gambe altrui: resistono Trentin, Padun, Hoelgaard ed Hermans. Si accodano in seguito Colbrelli, Cosnefroy ed Evenepoel, mentre in discesa rientrano Sivakov ed Hirschi. Mollema litiga coi belgi in gruppo, e così l’inseguimento del plotone di fatto muore ancor prima di nascere. I dieci corridori tirano dritto, e sulla penultima scalata verso Povo si muove Remco Evenepoel: cede Pogacar, non resistono in tanti e persiste un terzetto. Solo Colbrelli e Cosnefroy tengono le ruote del fenomeno belga, che prova a staccargli in ogni modo: ci riesce con Cosnefroy, ma non con Sonny, che resiste anche all’aumento di ritmo nella salita conclusiva verso Povo. Il duello è lanciato: Colbrelli dà un paio di cambi ad Evenepoel, molto nervoso per non essere riuscito a staccare il rivale. Il belga è veloce, Sonny di più: l’azzurro domina la volata e conquista il titolo europeo, il quarto consecutivo per l’Italia. Sonny Colbrelli vestirà la maglia di campione d’Europa, ed è argento per Evenepoel: il bronzo va a Cosnefroy, che riesce a difendersi dall’assalto degli altri attaccanti e chiude a 1’30” coronando l’ottima corsa dei francesi con una medaglia. Quarto Trentin (1’43”), che regola Pogacar, Hirschi, Hoelgaard, Hermans e Sivakov: 10° a 5’41” Campenaerts. Europei trionfali, dunque, per l’Italia: quattro ori e sette medaglie. E ora sotto coi Mondiali, che si terranno dal 19 al 26 settembre a Leuven, in Belgio: il circuito sarà molto impegnativo, tra pavé e 2.600m di dislivello nei 268km complessivi di un Mondiale che difficilmente ci vedrà lottare per il titolo.

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Marco Corradi
31 anni, un tesserino da pubblicista e una laurea specialistica in Lettere Moderne. Il calcio è la mia malattia, gli altri sport una passione che ho deciso di coltivare diventando uno degli Azzurri di Gloria. Collaboro con AlaNews e l'Interista

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