Tutti si attendevano lo sprint, invece l’arrivo di Treviso vede trionfare i fuggitivi: Dries De Bondt, che sembrava il corridore meno pimpante, beffa Edoardo Affini. Il gruppo a 13”, Juan Pedro Lopez perde terreno. Almeida non era partito (COVID). 

GIRO D’ITALIA, 18A TAPPA: LA FUGA METTE NEL SACCO IL GRUPPO, DE BONDT VINCE A TREVISO

Tappa per velocisti, tappa di assoluto riposo. Era stata catalogata così la 18a frazione, con partenza da Borgo Valsugana e arrivo a Treviso dopo 156km. È successo tutt’altro, con la vittoria di Dries De Bondt dalla fuga dopo una seconda parte a tutta velocità. Il percorso odierno è relativamente semplice: tanta pianura e un’unica asperità, il durissimo muro di Cà del Poggio (1.1km al 12.3%, su cui nessuno scatterà. All’attacco quattro corridori: Edoardo Affini (Jumbo), Dries De Bondt (Alpecin), Magnus Cort Nielsen (EF) e il veneto Davide Gabburo (Bardiani). Il gruppo lascia fare i fuggitivi, mandandoli a 2’40” e controllando in seguito per non riprenderli troppo rapidamente: quello che non capiscono gli inseguitori, però, è che anche gli attaccanti si stanno gestendo, con l’obiettivo di accelerare dopo il muro di Cà del Poggio. Detto, fatto.

I quattro gestiscono il ritmo e portano a spasso tatticamente il gruppo, convinto di riprenderli agevolmente. Le trenate di Affini e Cort Nielsen, invece, fanno restare il margine ben sopra il minuto e creano una situazione inedita per le formazioni degli sprinter, che devono spendere ogni energia residua. Ed evidentemente le energie rimaste sono pochissime: il quartetto mantiene 1’20” ai -12km, 45” ai -4km, 25” all’ultimo km. Sembra dunque evidente che i quattro di testa si giocheranno la vittoria, e così succede: Affini lancia lo sprint e sembra in grado di vincere, ma De Bondt lo beffa col colpo di reni. Terzo posto per Cort Nielsen, quarto per Gabburo e il gruppo a 14” con Dainese a precedere Demare. Vittoria al belga dell’Alpecin-Fenix, dunque, un corridore che può definirsi sopravvissuto: un gravissimo incidente d’auto fece temere per la sua vita nel 2014, con un vasto ematoma subdurale e fratture craniche. I medici prospettarono a Dries tre strade: disabilità, stato vegetativo e (caso più complicato) pieno recupero. In quel caso, devi crederci e basta: il corridore belga, nei giorni di coma, perse 13kg e dopo il risveglio dovette reimparare a deglutire e ripartire da zero. Dopo quattro giorni, era in piedi a tentare di camminare con un deambulatore, dopo un anno circa era in bici per la Verandas-Willems. Da lì la sua carriera è ripartita, fino al titolo belga vinto l’anno scorso e alla vittoria odierna al Giro d’Italia coi colori dell’Alpecin-Fenix. Una bellissima storia.

IL GIRO D’ITALIA PERDE ALMEIDA: LOPEZ IN MAGLIA BIANCA

La frazione odierna era iniziata con un colpo di scena. Nei consueti test effettuati ogni due giorni, Joao Almeida era risultato positivo al COVID-19. Per il portoghese, dunque, un ritiro obbligato e l’addio alle chances di vittoria finale. Almeida era 4° in classifica e cede dunque il passo e la maglia bianca, passata sulle spalle di Juan Pedro Lopez. Per lo spagnolo della Trek-Segafredo, a lungo in maglia rosa, la prima giornata in bianco è stata tutt’altro che semplice: mentre il gruppo inseguiva i fuggitivi a 65km/h ha finito la benzina e si è staccato, perdendo terreno. Il gruppetto-Lopez è arrivato a 2’57”: la maglia bianca resta sulle sue spalle, ma domani e sabato dovrà difendersi dall’assalto di Thymen Arensman.

GIRO D’ITALIA: DOMANI SI SALE VERSO CASTELMONTE

Dopo una tappa di transizione, domani si torna a salire per definire la classifica finale del Giro d’Italia. I corridori affronteranno 178km da Marano Lagunare al Santuario di Castelmonte, con un lungo tratto in Slovenia e salite insidiose: si parte con Villanova Grotte (3.7km all’8%), per poi proseguire con la salita “straniera” e inedita di Kolovrat (10.3km al 9.2%) e chiudere tutto sul Santuario, dopo 7.1km al 7.8% di pendenza media. Sarà duello a tutto campo tra Carapaz, Hindley (3”) e Landa (1’05”): saranno loro a giocarsi il Giro. Con l’australiano che oggi ha vissuto un brivido, forando nel finale. Per sua fortuna, l’inconveniente è arrivato dentro i -3km, non costandogli così perdite di tempo.

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Marco Corradi
31 anni, un tesserino da pubblicista e una laurea specialistica in Lettere Moderne. Il calcio è la mia malattia, gli altri sport una passione che ho deciso di coltivare diventando uno degli Azzurri di Gloria. Collaboro con AlaNews e l'Interista

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