La Vuelta si conclude con 33.8km da Padron a Santiago de Compostela, che vanno a definire la classifica finale: la corsa iberica, dominata da Primoz Roglic, vede lo sloveno vincere anche l’ultima tappa.

VUELTA, 21A TAPPA: ROGLIC DOMINATORE, SUA LA CRONO

Dopo una penultima tappa surreale, con la vittoria di Champoussin sui big e la mezza crisi isterica di Miguel Angel Lopez che si è ritirato in maniera polemica dopo aver visto sfumare il podio finale restando fuori dall’attacco finale insieme a Bernal (che ha perso la maglia bianca), la Vuelta si conclude con una cronometro: 33.8km da Padron a Santiago de Compostela, con due salitelle che la rendono perfetta per Primoz Roglic e un percorso che ricalca perfettamente quello già visto nel 1993, su un arrivo che torna dopo sette anni (2014, vinse Malori). La maglia rossa è saldamente sulle spalle dello sloveno (tris di vittorie alla Vuelta, come Heras dal 2003 al 2005) e vanno solo definiti i distacchi, visto che anche Enric Mas e Jack Haig hanno un ampio margine (ma occhio ad Adam Yates: un minuto dall’australiano) e la top-10 sembra avere quasi tutte le posizioni definite (Martin e De La Cruz si giocano l’8° posto, Grosschartner ed Eiking il 10°): sorridono anche Fabio Jakobsen, maglia verde da dominatore delle volate a un anno e un mese dal tremendo incidente che l’ha visto rischiare grosso, Michael Storer (maglia a pois), Gino Mader (maglia bianca) e Magnus Cort Nielsen, super-combattivo della Vuelta coi suoi tre successi.

I protagonisti iniziali della cronometro sono il ceco Cerny (45’18”) e Magnus Cort Nielsen: il danese dà tutto e chiude in 44’16”, piazzandosi in prima posizione. Si conclude col tempo di 48’17”, invece, la carriera di Fabio Aru: il Cavaliere dei Quattro Mori ha resistito in 13a posizione nella prima settimana, salvo poi uscire di classifica e tentare due volte la fuga, chiudendo l’ultima corsa del suo lungo percorso ciclistico al 54° posto. Dalle 19.30 in poi, tocca ai big della classifica generale. Si capisce subito che Primoz Roglic, dominatore di questa Vuelta, è inarrestabile: miglior tempo al primo intermedio e al secondo, migliore all’arrivo nonostante uno svarione che l’avrebbe portato a sbagliare percorso, se non ci fosse stata una sbarra. Lo sloveno, già vincitore della prima tappa e dominatore nel mezzo, vince anche l’ultima e si toglie anche la soddisfazione di riprendere e superare Mas, partito due minuti prima: tempo di 44’02” e 14” su Cort Nielsen, che precede Arensman (52”), Cerny (1’16”), Haga (1’43”), Bernal (1’49”), Grossschartner e Kruijswijk (1’52”), Mas (2’04”) e Ion Izagirre (2’06”). Sogna il podio Adam Yates, che però crolla nel finale e arriva dietro a Jack Haig, perdendo 26” dal rivale. Super-colpo di De La Cruz, che chiudendo a 2’14” da Roglic supera Kuss e Martin.

VUELTA 2021, LA CLASSIFICA FINALE: ROGLIC DOMINA SU TUTTI

Il dominio di Primoz Roglic è netto e inesorabile: mai questa Vuelta è sembrata poter arrivare lontano dalle sue mani, per un tris consecutivo che consente allo sloveno di eguagliare Roberto Heras, che vinse dal 2003 al 2005. Un tris ottenuto vincendo quattro tappe che potevano anche essere sei/sette. Roglic vince con 4’42” su Mas (maggior margine dal 1997) e 7’40” su Haig, che difende il podio dall’assalto di Adam Yates, quarto a 9’06”: l’australiano della Bahrain-Victorious, capitano quasi per caso per l’affondo di Landa, è il secondo aussie sul podio della Vuelta dopo Cadel Evans. Top-10 completata da Mader (11’33”, maglia bianca), Bernal (13’27”), De La Cruz (18’33”), Kuss (18’55”), Guillaume Martin (20’27”) e Grossschartner (22’22”). Il miglior italiano è Damiano Caruso, 17° a 1h05’31”: un tempo che fa vincere alla Bahrain-Victorious la classifica a squadre, con tre atleti nella top-20 nonostante il ritiro di Landa.

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Marco Corradi
31 anni, un tesserino da pubblicista e una laurea specialistica in Lettere Moderne. Il calcio è la mia malattia, gli altri sport una passione che ho deciso di coltivare diventando uno degli Azzurri di Gloria. Collaboro con AlaNews e l'Interista

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