Il braciere si è spento: si concluse le Paralimpiadi di Tokyo 2020, che tante soddisfazioni hanno portato agli azzurri. Il racconto della cerimonia di chiusura, che ha visto il giovane Matteo Parenzan agire da portabandiera per l’Italia.

PARALIMPIADI TOKYO 2020: IL RACCONTO DELLA CERIMONIA DI CHIUSURA

Le Paralimpiadi di Tokyo 2020 sono state storiche per l’Italia: gli azzurri hanno distrutto ogni precedente primato, arrivando a 69 medaglie complessive (14 ori, 29 argenti, 26 bronzi) e al 9° posto nel medagliere. Sugli scudi il nuoto, con 39 medaglie complessive: il triplo del bottino della disciplina a Rio 2016, quando 39 fu il numero delle maglie totali. Un’Italia giovane, vincente e con enormi prospettive per quello che è un movimento fortissimo e in costante crescita. Un movimento rappresentato nella cerimonia di chiusura dal giovane Matteo Parenzan, promessa del tennistavolo che si è fermata agli ottavi e che coi suoi 18 anni rappresenta l’atleta più giovane della nostra spedizione e il futuro che avanza: è stato lui a portare la bandiera nella cerimonia di chiusura, che si è dipanata (a differenza dell’apertura) senza una linea narrativa definita. La cerimonia è iniziata con uno spettacolo musicale, messo in scena da cantanti e ballerini con disabilità: si è poi proseguito con un spettacolo di luci, colori e fuochi d’artificio nello scenario del Paralympic Stadium di Tokyo 2020.

Dopo le presentazioni di rito delle autorità, ecco l’ingresso della bandiera giapponese: a portarla, cinque atleti nipponici e un’operatrice sanitaria che ha rappresentato la lotta contro il COVID-19. E poi, l’inno e l’apertura del ponte verso le Paralimpiadi successive, quelle di Parigi 2024, presentate con un bellissimo video. Dopo questo momento, è iniziata la sfilata degli atleti: l’Italia rappresentata dal portabandiera Matteo Parenzan e dagli atleti rimasti, il Giappone a chiudere questo momento sempre emozionante, rovinato in parte dal rientro in patria di tanti protagonisti, con alcune bandiere portate dai volontari. Ogni nazione ha contribuito alla cerimonia posizionando uno specchietto su una sorta di torre. Le Paralimpiadi sono state anche un momento sociale, e così ecco la premiazione alle scuole che hanno lavorato nel migliore dei modi nell’ambito della disabilità e un riconoscimento alle associazioni che fanno avvicinare i bambini allo sport paralimpico. E poi, dopo il discorso del presidente del Comitato Internazionale Paralimpico Andrew Parsons (seguito alla presentazione dei nuovi membri dello stesso Comitato, tra cui c’è Martina Caironi), ecco il secondo disvelamento del progetto #WeThe15, un movimento inclusivo a cui partecipano numerose associazioni mondiali.

E ancora spettacolo, con la festa degli artisti con disabilità impegnati e un’esplosione di colori. Il vessillo paralimpico passa dalla governatrice di Tokyo al sindaco di Parigi, con cui si apre un collegamento: gli atleti paralimpici francesi rientrati in patria e la popolazione della capitale francese fanno festa. Gli atleti cantano “What a wonderful world” e il braciere si spegne: salutiamo così queste Paralimpiadi. Addio Tokyo 2020, a presto Parigi 2024.

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Marco Corradi
31 anni, un tesserino da pubblicista e una laurea specialistica in Lettere Moderne. Il calcio è la mia malattia, gli altri sport una passione che ho deciso di coltivare diventando uno degli Azzurri di Gloria. Collaboro con AlaNews e l'Interista

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